27 marzo 2007
Scenari Immobiliari e ANCE Lombardia, hanno presentato in data 27
marzo a Milano la decima edizione del Rapporto intitolato
“1997-2007-2017: vent’anni di mercato immobiliare e territorio in
Lombardia”.
La Relazione rappresenta un’ inedita prospettiva di studio
concernente le trasformazioni iniziate in Lombardia negli ultimi
dieci anni; contiene anche una proiezione degli scenari sul
territorio regionale.
I risultati emersi mostrano come i trend riferiti agli ultimi due
lustri vedano il settore dell’edilizia come quello trainante
l’economia lombarda in linea con le attuali tendenze europee.
Il business nel periodo 1997-2006, delle abitazioni presenta un
fatturato di 25,7 miliardi di euro, «in aumentato in media
annualmente del 30 per cento nei capoluoghi, e del 18 per cento
nelle province».
La quota di investimenti in edilizia si è assestata nel 2006 intorno
al 7,7 per cento degli impieghi del PIL regionale, coinvolgendo
oltre 6,6 milioni di euro di investimenti in nuove costruzioni
residenziali, altrettanti per edifici non residenziali, 6,9 milioni
di euro per manutenzioni e ristrutturazioni, nonché 3,7 miliardi di
euro per le opere pubbliche. Il settore dell’edilizia registra poco
meno del 21 per cento degli occupati nel comparto industriale
regionale.
Nella nostra regione è localizzato circa il 16 per cento dello stock
residenziale italiano: un patrimonio che oggi ammonta a più di 4,2
milioni di abitazioni, aumentato dal 1997 ad oggi di circa il 10 per
cento .
Le previsioni per il breve e medio periodo, vanno in direzione della
stabilizzazione dei valori immobiliari: se per il 2007 è previsto un
aumento dei prezzi del 3,5 per cento, il volume delle compravendite
è destinato a stabilizzarsi, così come quello degli investimenti,
mentre per il fatturato dell’intero comparto residenziale è prevista
una crescita di poco più dell’1 per cento. Questi risultati si
devono in particolare all’incremento dei tempi di vendita degli
immobili e dei valori, che risultano ormai in via di
stabilizzazione, uniti a una forte diminuzione degli occupati nel
settore (-5,5 per cento).
Nel mercato dell’edilizia non residenziale si registra una crescita
in corso dal 2004 per gli edifici a uso ufficio, dovuta sia alla
presenza degli investitori esteri, sempre più interessati alle
piazze intermedie come Brescia e Bergamo, che a quella dei Fondi
Italiani, per i quali è previsto un aumento riferito alla quota di
investimenti in uffici.
In flessione è invece il mercato delle locazioni abitative, che ha
chiuso nel 2006 con risultati stabili, a conferma del peggioramento
dell’ultimo quinquennio.
L’analisi contenuta nel Rapporto è stata presentata da Luigi Colombo
(Vicepresidente di Centredil -ANCE Lombardia) che ha affermato « I
Rapporti elaborati in questi anni in collaborazione con Scenari
Immobiliari, hanno registrato un felice periodo dell’andamento del
mercato, che ha notato una ininterrotta crescita sia nei valori di
scambio che nei volumi realizzati. Solo negli ultimi tempi la
situazione sembra mostrare alcuni segnali di rallentamento nella
crescita, più marcati nei capoluoghi». Il Relatore ha proseguito
specificando il ruolo che vogliono assumersi le imprese: cioè quello
di diventare costruttori-promotori, portatori di proposte e progetti
di intervento, dal momento della programmazione fino a quello della
realizzazione finale.
Colombo ha affermato che bisognerà pensare a investire sulla
vivibilità delle città, sulla qualità del prodotto e sul
contenimento energetico. Questo ragionamento dimostra che in
Lombardia il settore immobiliare si muove in un mercato che presenta
un’elevata flessibilità operativa, con clienti che valutano il
prodotto realizzato in base a severi criteri di qualità, e di
funzionalità d’uso . La dissertazione implica che il progetto sia
valutato secondo vari aspetti: qualità del manufatto, funzionalità,
forma, localizzazione, e capacità di conferire valore al territorio.
Il ragionamento vale anche per le periferie e per i centri
metropolitani ai quali spesso manca l'anima. In questa casistica
rientra Milano, che dovrà recuperare la propria dimensione animica
riavviando le politiche dell’accoglienza agli immigrati e
riscoprendo così la propria dimensione sociale.
Nella trasformazione urbana molto si è puntato sul terziario
limitando il discorso che riguarda le abitazioni, ha sostenuto Luigi
Colombo, evidenziando la mancanza di infrastrutture e di piste
ciclabili, sia nelle città che nei nuovi piccoli interventi.
La mancanza delle infrastrutture è un tema molto sentito. Mario
Breglia (Presidente di Scenari Immobiliari) ha affermato infatti che
«la Lombardia soffre oggi di una sottodotazione infrastrutturale,
collocandosi in Europa al settantunesimo posto per dotazione
ferroviaria e al novantunesimo per quella autostradale, benché sul
suo territorio circolino il 16 per cento delle auto e il 22 per
cento delle merci su strada in Italia». La causa principale da
ascriversi al dato riguarda la difficoltà nel reperimento delle
risorse. Il Rapporto evidenzia infatti un necessario incremento
delle sinergie pubbliche e private come strumenti per promuovere le
città e il territorio nel prossimo futuro.
Mario Breglia ha evidenziato sia il ruolo trainante svolto
dall’edilizia all’interno dell’economia lombarda, che la necessità
di avere una lettura critica riguardo alle dinamiche territoriali.
Tale lettura consente di allargare gli orizzonti di analisi del
mercato.
«Il mercato lombardo e le conurbazioni milanesi sono formati da una
moltitudine di comparti locali che sinergicamente formano un unico e
grande mercato più o meno integrato» ha affermato il Relatore,
citando il primo capitolo del Rapporto e spiegando l’importanza di
attivare un azione sinergica fra le città lombarde. Mario Breglia ha
proseguito sostenendo che «le città si ampliano ben oltre i limiti
amministrativi comunali e per un buon governo di queste nuove realtà
serviranno capacità di cooperazione e di costruzione di politiche
fortemente integrate orizzontalmente fra gli attori locali e
verticalmente ai diversi livelli istituzionali».
Queste motivazioni dimostrano l’urgenza data dall’elaborazione di un
nuovo scenario comprensivo e condiviso dai principali attori
pubblici e privati, che possano così rispondere all’esigenza di
costruire una strategia allargata alla regione urbana.
Questa strategia dovrà tener conto di una “vision” globale e dei
programmi di riqualificazione integrata.
Accanto ai programmi di riqualificazione urbana, a quelli della
mobilità per le grandi infrastrutture, per l’ambiente e alle
politiche della casa, deve esserci anche un programma che renda più
competitive le città. L’insediamento metropolitano deve essere visto
come un valore aggiunto.
Paolo Buzzetti (Presidente Nazionale ANCE) ha sottolineato che «la
città deve diventare un polo di intrattenimento con forti
investimenti nelle infrastrutture, settore questo, dove eccellevamo
fino agli anni 70». Il Relatore ha concluso affermando che
«occorrono politiche urbane in grado di mantenere vitale e
competitivo il tessuto metropolitano. Le città, per generare,
trattenere e attirare i creativi, devono avere una forte qualità del
luogo intesa come disponibilità dei servizi, innovazione,
attrattività culturale, infrastrutture fisiche e digitali, periferie
vive, e riconoscibilità che ne renda immaginabile lo stile di vita»
.
Il territorio non può più essere considerato come l’elemento
principe dello sviluppo economico, ha affermato Giuseppe Roma
(Direttore Generale Censis), ricordando la crisi del modello dei
Distretti Industriali, e rammentando che oggi non può esistere uno
spazio a univoca vocazione, ma che in uno stesso territorio vi
debbano essere presenti differenti funzioni con mix sia economici
che sociali.
Giuseppe Roma ha concluso sostenendo che «proprio per questo le
metropoli oggi devono diventare “friendly”, un luogo dove è
piacevole rimanere, vivere, e non una città dove si va solo per
lavorare e poi si fugge via».
Lanfranco Senn (Università Luigi Bocconi) ha ripreso le
considerazioni di Mario Breglia riguardo all’attuale fase di
transizione, spiegando che l’economia dovrà raccogliere le nuove
sfide, in particolar modo quelle riferite alle competizioni fra le
città, che dovrà riguardare sia il concetto di “brand” sia in
maniera più approfondita quello di sistema urbano aperto, al cui
interno dovranno confluire le infrastrutture e i servizi.
Oltre ai Relatori citati hanno partecipato alla Presentazione:
Ugo Debernardi (Presidente CityLife), Giulio Rolandino (Responsabile
Settore Real Estate Mediobanca) e Raffaele Cattaneo (Assessore alle
Infrastrutture e Mobilità Regione Lombardia).
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