Saranno certamente presto realizzati e secondo me saranno presi d’ assalto i primi 112 alloggi di social housing “SMS” che sono stati oggetto della presentazione in Conferenza Stampa stamane a Milano .
SMS vuol dire Social Main Street, ovvero Strada Maestra per il Sociale , e vede uniti un vero parterre des rois composto da Compagnia delle Opere Milano, Cooperativa Auprema ( tra le più storiche fra quante appartengono al sistema Legacoop : è nata infatti nel 1903), Cooperativa La Ringhiera ( fondata negli anni ottanta a Milano per cercare di risolvere il problema dell’ alloggio agli studenti fuori sede dell’ Università Cattolica ), e Compagnia dell’ Abitare ( società cooperativa consortile retta da scopo mutualistico per svolgere attività immobiliare nell’ ambito dell’ edilizia convenzionata e libera ).
Il progetto si deve a URBAN, società di urbanistica, architettura e management, insieme allo studio di architettura Dante O. Benini &Partners Architechts.
Illustrato da Antonio Intiglietta ( Presidente di Compagnia dell’ Abitare e URBAM , ma che tutto l’ immobiliare italiano bene conosce e apprezza come creatore e Chair di EXPO ITALIA Real Estate) insieme all’ architetto Dante O. Benini e ai Presidenti di La Ringhiera e Auprema – rispettivamente Jacopo Vignali e Gian Matteo Marangoni, il progetto SMS è già stato benedetto da Roberto Formigoni , Governatore della Lombardia, e ha tutto l’ appoggio di Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano , il quale ha chiuso con visibile soddisfazione i lavori della presentazione di stamane.
Per cominciare, 112 alloggi, , suddivisi in prima ipotesi in una sessantina di bilocali (cellula minima , 48 metri quadrati), quananta trilocali e otto quadrilocali . Il tutto in una Torre -in buona parte in legno con base di tre piani in calcestruzzo- di 50 metri di altezza, coronata in cima da un giardino pensile e da una palestra ; e dotata di numerosi servizi comuni. Due piani saranno interrati, per i box auto.
Il criterio primario del progetto non è il profitto, ma l’ obiettivo sociale . Le area , nella zona di Milano Bicocca, saranno messe a disposizione dal Comune, Il costo di costruzione è stimato in 850 euro a metro quadrato, e il costo medio dell’ arredo fisso interno non dovrebbe superare 85 euro a metro quadrato ( con brand quali Scavolini e Doimo ).
Le unità – che saranno gestite dalle due cooperative – potranno essere assegnate a 480 euro mensili nel caso del bilocale , o vendute a un prezzo medio di 1800 euro a metro quadrato.
Il logotipo – che è davvero bello, allegro e colorato, come i rendering ( immagini qui sotto) dimostrano – potrebbe essere replicato ad interim.
Ce lo auguriamo davvero. E speriamo che i tempi ipotizzati per il completamento della prima Torre, cioè circa tre anni da oggi, vengano una volta tanto rispettati. ( a cura di Paola G.Lunghini)
SMS Social Main Street – Scheda Tecnica (a cura di Dante O. Benini & Partners Architects)
VISIONE DEL PROGETTO
“Progettare gli edifici sociali significa valorizzare quello che gli individui hanno in comune e non le diversità.
Il concetto di “bellezza” ha superato l’appartenenza ad una categoria estetica per diventare sinonimo di “benessere” o bellezza sociale.
Wright era convinto che l’architettura fosse una sorta di crociata a favore della civilizzazione dell’uomo, fuori dai conformismi e dalle mode a favore di “un’architettura democratica” come espressione della dignità e del valore dell’essere umano.
La casa è la base fondamentale della democrazia.
L’abitazione a prezzo contenuto è il vero problema degli architetti del mondo.
Per me non c’è nulla di più affascinante che tentare di infondere qualità all’ambiente dove vivono gli uomini.”
Dante O. Benini
Il social housing nasce per dare una casa a chi ha un reddito identificato ma non sufficiente per acquistare, come studenti fuori sede, giovani coppie, single. La sfida per l’architetto e il progettista è dunque quella di sfruttare le nuove tecnologie per abbattere i costi e massimizzare la qualità.
Il mandato conferito a URBAM + Dante Benini & Partners Architects è appunto quello di sviluppare a Milano un logotipo che si possa replicare ed esportare, con un segno architettonico che sia sinonimo di benessere. La bellezza non è importante in sé, ma in quanto portatrice di ordine, organizzazione, luce e pulito. Dove c’è bellezza non c’è degrado, non c’è tensione, non c’è devastazione, ci sono dignità e rispetto, integrazione. Una casa a misura d’uomo – a nostro avviso - è la base fondamentale della democrazia.
Il progetto si chiama Social Main Street perché è la strada maestra per il sociale. Abbiamo scelto volutamente un nome non italiano perchè crediamo che il modello sia esportabile. Mettiamo a disposizione ogni dettaglio del progetto affinchè tutti possano dare il loro apporto e contribuire a costruire con qualità sempre superiore. Il risultato finale sarà che si vivrà meglio e gli affitti costeranno meno.
Sotto il profilo tecnico, il progetto nasce da una forma elementare, il parallelepipedo, perché qualunque variazione fa salire i costi. L’industria è complice dell’architetto,che attinge dalla ricerca e lavora con l’industria affinchè i componenti siano standardizzati e quindi possano essere assemblati al minor costo. Il consorzio del legno del Trentino, ad esempio, da anni è impegnato con successo nella ricerca e nella sperimentazione di strutture in legno caratterizzate da costo bassissimo. Il legno è totalmente rigenerabile, ha un alto livello di salubrità per via della permeabilità all’aria e ha dispersione termica bassa.
Quella che andiamo a presentare sarà dunque una “torre” in legno, alla Bicocca a Milano, con 100 appartamenti e due due piani interrati di box per le auto. Fino a oggi, la casa più alta interamente in legno era di 9 piani: noi arriveremo a 15, avendo una base tradizionale in calcestruzzo di 3 piani con un cavedio centrale con struttura metallica e potendo utilizzare tramezzi in legno, con ulteriore abbattimento di peso. Sarò dunque la costruzione di legno più alta del mondo. Non era mai stato fatto prima.
Il progetto prevede il pieno sfruttamento dello spazio, dove tutto ha una funzione. Massimo Vignelli, forse il più grande grafico al mondo, si occupa della grafica di SMS e del suo building directory, con soluzioni di alta qualità per fornire indicazioni all’interno e all’esterno del palazzo. A ogni piano ci saranno zone giardino, ai piani alternati un servizio con postazioni wi fi e un cortile per far giocare i bambini. La palestra sarà sul tetto. La copertura sarà verde per fare massa termica, con aree di svago e la possibilità di montare pannelli solari. Un serbatoio di acqua piovana servirà per l’irrigazione, il lavaggio delle aree comuni e lo scarico delle acque nere, mentre un sistema automatico autogenerante provvederà alla vaporizzazione ascensionale del cavedio centrale.
DESCRIZIONE TECNICA
La zona di Viale Sarca è un ex area industriale misto direzionale normata con strumenti urbanistici per una riqualificazione già in atto da anni in cui è richiesto uno standard di qualità identificato in “residenza per studenti e per lavoratori a canone calmierato” e che ha trovato ubicazione in un lotto del tutto baricentrico rispetto all’area in oggetto.
L’edificio è stato progettato ponendo l’attenzione nel cercare la massima razionalizzazione delle forme e degli spazi. Pianta quadrata e schemi prospettici semplici e modulari.
Sulla base della pianta è stata studiata la distribuzione degli appartamenti di taglio minimo cioè 48mq, definibile come cellula minima, scegliendo un’impostazione che garantisse 10 alloggi per piano. Si è scelto un posizionamento a corona intorno ad una corte interna che permettesse di dar forma all’edificio senza tuttavia condizionarne i contenuti. Salendo i piani infatti è cosi possibile arrivare ad avere tagli più grandi attraverso l’aggregazione delle cellule base unendo 3 alloggi per averne due da 65mq. Ripetendo lo schema si sono ottenute le abitazioni più grandi sino ad arrivare agli ultimi piani, fino al quattordicesimo, che ospitano gli appartamenti da 100mq. Questo è stato possibile solo svincolando la pianta dell’edificio dal suo sistema distributivo e strutturale, cosa che ha inoltre conferito un’estrema flessibilità sulla scelta delle tipologie abitative e un’adattabilità nel caso di possibili trasformazioni in caso di cambio di esigenze da parte dei gestori del complesso.
La distribuzione verticale è garantita da due corpi separati di scale e ascensori la cui struttura è anche portante per tutto l’edificio. Quella orizzontale da passerelle ancorate al perimetro interno della corona di appartamenti. Il profilo interno su cui corre la passerella e il profilo esterno dell’edificio sono anche i setti portanti dell’involucro con una soluzione che enfatizza l’intenzione di assicurare libertà e flessibilità degli interni per ogni possibile soluzione di spazi. Per impreziosire il cavedio centrale di contenuti e di qualità sono stati studiati alcuni piani particolari. Ad intervalli regolari, sui vari piani, si potranno trovare salette attrezzate allestibili ad aera studio, relax, culturale o piccoli giardinetti di natura rocciosa e vegetativa in base alle condizioni di luce, progettate comunque per una facile gestione e manutenzione.
I prospetti ricalcano la stessa filosofia. Grande modularità e principio di arbitrario posizionamento.
Con l’intento continuo di contenimento dei costi, sono state individuate solo tre tipologie di serramento per aumentare le economie di scala: finestratura grande, piccola per i bagni e bowindow. Le posizioni in facciata sono scandite da un passo costante e modulare con ampie possibilità per la prefabbricazione.
I bowindow colorati sono anch’essi elementi prefabbricati, costruiti su una piastra a forma di triangolo rettangolo con tasselli annegati per il fissaggio al muro del fabbricato già predisposto per l’alloggiamento.
Con la dinamicità della dislocazione dei bowindow, del loro differente orientamento e per la scelta di un’ampia gamma cromatica, si sono ottenuti molteplici effetti: forte identità personale dell’edificio, forte identità individuale per ogni famiglia, annullato ogni effetto di massificazione, concentrazione ed omologazione che il fabbricato, per conto della sua mole imponente, facilmente rischierebbe di assumere.
Nelle immagini, un rendering della Torre, e un’ipotesi notturna (courtesy of Dante O. Benini)