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			11 novembre 2010
 «Difficile in Italia disegnare una mappa di 
			ciò che rientra nel Segmento delle Residenze Esclusive basandosi 
			solamente sui due parametri generalmente considerati: prezzo elevato 
			e beni disponibili a pochi. Negli USA, per definizione, si considera 
			che il Segmento sia formato da tutte le transazioni che rientrano 
			nell’ultimo decile per prezzo complessivo; vale quindi il 10% del 
			mercato immobiliare complessivo. E in Italia? Non esistendo una 
			rilevazione delle transazioni immobiliari ordinabile per prezzo 
			complessivo, viene a mancare un’interpretazione oggettiva. Occorre 
			quindi rifarsi a un parametro alternativo: la location”.
 Con queste parole il dott. Marco Tirelli, senior partner di Tirelli&Partners, 
			introduce il suo intervento al Leadership Forum tenutosi a Milano, 
			durante la sessione dedicata al Mercato del lusso e alle nuove 
			opportunità.
 Da un confronto tra Milano, Roma e Manhattan emerge un numero molto 
			limitato di transazioni rilevate nelle zone esclusive delle due 
			città italiane (il 3% del totale a Milano e il 5% a Roma) rispetto 
			al 10% newyorkese. “Il motivo? – spiega Tirelli - A Manhattan il 
			Segmento delle Residenze Esclusive comprende due diverse realtà: la 
			prima è quella delle residenze tradizionali ubicate in location 
			consolidate; la seconda quella delle residenze moderne. Sono proprio 
			le residenze moderne a “invadere” lo spazio delle location 
			consolidate dando vita così a progetti di assoluta eccezionalità o a 
			insediarsi in location innovative contribuendo così all’evoluzione 
			della città. Nel mercato immobiliare italiano la componente legata 
			alle location consolidate è invece molto più forte di quella legata 
			alla modernità dei progetti.”
 
 Dal 2006 al 2010 a Milano la graduatoria per prezzo medio delle zone 
			di pregio è rimasta la stessa, con il Quadrilatero che si conferma 
			negli anni sempre al 1° posto. A Manhattan al contrario in soli 
			quattro anni si sono rimescolate tutte le carte: Midtown West va al 
			primo posto scalzando Tribeca, mentre la zona di East Harlem/Carnegie 
			Hall dal 4° posto perde ben 21 posizioni.
 Città italiane che non cambiano e che mostrano un assoluto 
			immobilismo nella concezione dell’esclusività.
 Emblema di questa paralisi è proprio Milano, oggetto di interventi 
			immobiliari su grande scala dal primo dopoguerra (a causa della 
			devastazione portata dai bombardamenti) fino alla fine degli anni 
			’60. A partire dagli anni ’70, è stata oggetto solo di interventi 
			immobiliari minori, distribuiti nella città a macchia di leopardo e 
			aventi ad oggetto per lo più il patrimonio immobiliare esistente. 
			Dal 1973 al 2002 si è registrato un calo demografico che ha portato 
			a un saldo negativo pari a 496.000 abitanti.
 
 “Nel quadriennio 2002/2005 i nuovi permessi di costruzione nel 
			comune di Milano sono stati 8.254 contro i 23.687 dell’Isola di 
			Manhattan. Il confronto è impressionante, tenuto conto che lo stock 
			immobiliare residenziale delle due città è sostanzialmente identico: 
			circa 760.000 abitazioni. Il mercato delle residenze moderne ha 
			grandi possibilità di sviluppo; esiste una forte domanda potenziale 
			per residenze che offrano bellezza, efficienza e usabilità, che 
			siano cioè “contemporanee”. Ed è la contemporaneità che può 
			declinare in modo sempre nuovo l’esclusività di una abitazione. E’ 
			un invito a tutti noi a guardare al mondo immobiliare con occhi 
			sempre diversi senza limitarsi a replicare indefinitamente modelli 
			di successo sorpassati dalla contemporaneità. I nuovi sviluppi 
			immobiliari che stanno iniziando a cambiare il volto alla città e l’ambiziosità 
			del nuovo Piano di Governo del Territorio al 2030 ci devono rendere 
			ottimisti.” – conclude Tirelli. (CS di Tirelli&Partners)
 
			
			
 
 
 
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