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      12 maggio 2006
 Nel corso del Forum del Sud Europa, che si è svolto a Napoli il 12 
		maggio, Scenari immobiliari (Presidente è Mario Breglia) ha presentato 
		la Ricerca “Domus Nostra: la casa desiderata dagli europei del Sud”, 
		prima indagina transnazionale realizzata dalla Società in collaborazione 
		con PIrelli RE. Il sondaggio è stato effettuato da Marketing Tools and 
		Technologies S.p.a.
 Poichè a questa quinta edizione del Forum non ho potuto partecipare 
		(mentre alle altre edizioni sono sempre stata presente), mi sono vista 
		costretta costretta a fare il "copia e incolla" del Comunicato diffuso 
		dall'efficientissimo Ufficio Stampa dell'amico Mario. Anche così, per 
		scrivere questo "articolo" (se vogliamo chiamarlo in questo modo...) c'è 
		voluto comunque un bel pò di tempo: la Ricerca è, infatti, ricca di 
		dati.
 Qual è dunque la casa desiderata dagli europei che abitano lungo il 
		Mediterraneo? In che tipo di città vogliono vivere e cosa li spinge a 
		comprare una casa? Quanti lo hanno fatto negli ultimi anni e quanti lo 
		faranno?
 Queste le domande, ed ecco le risposte, attraverso un campione di 2.500 
		famiglie che vivono nelle città meridionali di Italia, Spagna e Francia. 
		L’indagine è stata realizzata nel mese di aprile 2006 e il campione, ha 
		spiegato Breglia, è stato così ripartito: 1650 famiglie sono state 
		contattate nelle città del sud di Spagna e Francia, mentre le rimanenti 
		850 risultano tutte residenti nelle città del meridione d’Italia. 
		L'indagine, a Napoli, è stata raccontata dalla brava Paola Gianasso, che 
		a Scenari Immobiliari è Responsabile dei mercati esteri.
 Circa la tipologia di abitazione, le famiglie del sud Europa manifestano 
		una forte preferenza (il 64 per cento di tutto il campione) per la casa 
		singola o indipendente, mentre (a differenza di quanto accade nei Paesi 
		del nord) non è molto apprezzato il condominio. In Francia il 10 per 
		cento delle preferenze, corrispondenti alla categoria “altro”, va alle 
		case a schiera.
 Come desidera la casa? Per una amplissima fascia di intervistati, la 
		casa desiderata, inoltre, deve essere nuova, ovunque. «Interessanti sono 
		anche le scelte in materia di localizzazione. Più dell’80 per cento 
		degli italiani residenti nelle regioni del sud desidererebbe infatti 
		abitare in città, preferibilmente in una casa d’epoca (32,5 per cento 
		dei casi), manifestando un forte attaccamento alla vita e alle abitudini 
		urbane. Se i francesi esprimono la stessa preferenza degli italiani per 
		le case in immobili d’epoca, che si tratti di case singole o anche di 
		appartamenti in condominio, le differenze si manifestano quando si 
		tratta di scegliere in quale zona della città andare a vivere. Quasi il 
		40 per cento dei francesi sogna di abitare fuori città, in campagna. 
		Decisamente diverse le esigenze delle famiglie spagnole: più dei due 
		terzi di esse gradirebbe che la propria casa fosse nuova (nel 76,7 per 
		cento dei casi), anche se questo non implica necessariamente che essa 
		debba trovarsi in città o fuori. Si tratta di un dato che può essere 
		spiegato guardando all’evoluzione in atto nel mercato immobiliare 
		spagnolo: la maggior parte dello stock abitativo disponibile risulta 
		infatti di recente costruzione, dato ilm forte sviluppo registrato 
		dall’attività edilizia negli ultimi anni, e si continua a costruire in 
		tutte le zone urbane o esterne»
 Quali sono i quartieri preferiti dalle famiglie europee? Analizzando i 
		dati raccolti nell’indagine è possibile tracciare un quadro ben definito 
		delle caratteristiche tipo che le famiglie europee vorrebbero ritrovare 
		nel loro contesto abitativo. In cima ai desideri delle famiglie 
		meridionali italiane resta sempre il sogno di poter abitare in un 
		quartiere storico del centro cittadino (nel 24,5 per cento dei casi) o, 
		in alternativa, in un quartiere residenziale integrato ma dotato di un 
		ampio numero di servizi, aree commerciali ed infrastrutture (per una 
		famiglia su tre). Ancora piuttosto contenuta, invece, la percentuale di 
		famiglie che preferirebbe andare a risiedere in un piccolo Comune della 
		cintura urbana, soprattutto se messa a confronto con quella riscontrata 
		in Francia e Spagna. Al quartiere ideale vengono richieste soprattutto 
		tranquillità, presenza di aree verdi, pubbliche o private e, infine, una 
		collocazione ottimale, capace di coniugare l’accesso ad un’efficiente 
		rete di trasporti pubblici con la vicinanza alle principali arterie 
		stradali cittadine. Per quanto riguarda le dimensioni, le famiglie 
		italiane sembrano più propense di quelle europee a sacrificare qualche 
		metro quadrato pur di poter risiedere in città. I francesi, al 
		contrario, attribuiscono molta importanza a tre fattori, ovvero alle 
		dimensioni dell’abitazione, alla tranquillità dell’ambiente e alla 
		presenza di verde, quest’ultimo, però, non inteso con la vicinanza di 
		giardini pubblici o privati ma, piuttosto, con la possibilità di 
		disporre di una casa immersa nel verde e quindi dotata di un ampio 
		giardino o, in mancanza, inserita in un contesto paesaggistico di 
		qualità. Questo spiega come mai i francesi preferiscano abitare in 
		quartieri residenziali a bassa densità abitativa che, pur non garantendo 
		un’ampia offerta di servizi integrati (infrastrutture, aree commerciali 
		e altro), assicurano la privacy e la tranquillità tanto ricercate dalle 
		famiglie transalpine. Un elevato gradimento lo riscontra anche la vista 
		mare».
 Quali sono gli elementi del contesto abitativo ritenuti indispensabili 
		per l’acquisto? Le preferenze delle famiglie spagnole intervistate 
		evidenziano due tendenze opposte. In un primo caso, infatti, quando 
		l’abitazione si trova in città, sono preferiti i quartieri residenziali 
		di nuova costruzione (nel 54,7 per cento dei casi), purchè vi sia la 
		disponibilità di servizi e di aree commerciali e l’accesso ad 
		un’efficiente rete di trasporti. Quando, al contrario, si sceglie di 
		vivere fuori città, allora sono preferiti i piccoli centri localizzati 
		nell’hinterland cittadino (22,7 per cento delle famiglie). In questo 
		caso, oltre a cercare un’abitazione di grandi dimensioni (oltre i 150 
		metri quadrati), si privilegiano fattori quali la tranquillità e la 
		sicurezza»
 Ma perché si decide di comprare casa? «Per il 52,5 per cento degli 
		italiani intervistati l’eventuale acquisto di un’altra casa sarebbe da 
		ricondurre innanzitutto al desiderio di migliorare la propria condizione 
		abitativa, accrescendo così la propria qualità della vita. Una famiglia 
		italiana su due cerca una nuova abitazione perché quella attuale non la 
		soddisfa più. Insomma, l’acquisto consentirebbe di avere una casa più 
		adeguata alle proprie esigenze: più grande (nel 33,5 per cento dei 
		casi), con una migliore distribuzione degli spazi (25 per cento) o 
		localizzata in un quartiere dove risulta più comodo e piacevole vivere. 
		Il 30 per cento delle famiglie italiane ritiene inoltre che l’acquisto 
		di un’abitazione possa assicurare ai figli un futuro migliore, 
		soprattutto in un momento in cui l’affitto rappresenta una soluzione 
		cara e introvabile.
 Anche per le famiglie francesi l’eventuale acquisto di un’abitazione è 
		innanzitutto connesso al desiderio di migliorare la qualità della vita. 
		Rispetto agli italiani, però, l’acquisto è condizionato alla possibilità 
		di trovare un’abitazione più grande, visto che ben il 37,3 per cento 
		dellefamiglie indica questa come la motivazione principale che potrebbe 
		indurla, nei prossimi anni, a cercare un’altra casa. La relativa bassa 
		percentuale di proprietari, oscillante attorno al 60 per cento, e la 
		dinamicità del mercato residenziale francese, caratterizzato da 
		quotazioni in forte ascesa ormai da otto anni, favoriscono una forte 
		tendenza delle famiglie (il 23,3 del campione) a prediligere la 
		condizione di proprietarie piuttosto che quella di affittuarie. Questo 
		significa che il passaggio dall’affitto alla proprietà diviene uno dei 
		motivi più importanti nell’orientare le famiglie transalpine 
		all’acquisto.
 Diverse le motivazioni che guidano la domanda di abitazioni da parte 
		delle famiglie spagnole. Il 34,1 per cento dichiara, infatti, che il 
		desiderio di migliorare la qualità della propria vita potrebbe indurle a 
		comprare (la percentuale di proprietari in Spagna è peraltro tra le più 
		alte in Europa). Gli spagnoli ricercano tanto una maggiore disponibilità 
		di spazio, quanto la possibilità di poter fruire, nelle immediate 
		vicinanze dell’abitazione, di un elevato numero di servizi, di negozi, 
		di centri commerciali e anche di aree ricreative e per il tempo libero»
 E’ interessante notare che, secondo Scenari immobiliari, c’è un ampio 
		margine di crescita del settore immobiliare per i prossimi anni, specie 
		nel sud Italia. Il mercato residenziale del meridione mostra quindi una 
		grande vitalità, soprattutto perché qui il ciclo di crescita della 
		domanda, che nel centro-nord era iniziato già nel biennio 1998-1999, si 
		è manifestato con un certo ritardo. I dati raccolti rafforzano 
		ulteriormente questa lettura, visto che le famiglie francesi e spagnole 
		che dichiarano di avere già acquistato un’abitazione negli ultimi tre 
		anni sono, in termini percentuali, in numero superiore rispetto alle 
		famiglie italiane. Il 12,9 per cento del campione italiano ha concluso 
		un acquisto negli ultimi tre anni, contro il 15,3 ed il 21 per cento 
		rilevati, rispettivamente, in Francia e Spagna. In ogni caso, anche 
		negli altri Paesi, resta una elevata propensione all’acquisto».
 Paola Gianasso ha toccato anche gli aspetti legati al finanziamento 
		dell'abitazione. Per gli italiani e gli spagnoli l’acquisto di 
		un’abitazione coincide con l’accensione di un mutuo e, quindi, con il 
		ricorso al finanziamento bancario. «Più dell’80 per cento delle famiglie 
		italiane e spagnole non dispone di mezzi propri per finanziare 
		interamente l’eventuale acquisto di una casa, contro solo il 60 per 
		cento dei francesi. Queste differenze trovano riscontro anche nella 
		diversa propensione all’indebitamento manifestata dal campione 
		intervistato. A livello geografico, infatti, emerge una forte 
		disomogeneità del dato rilevato presso le famiglie europee. I francesi 
		paiono essere i cittadini meno propensi ad indebitarsi per l’acquisto di 
		una casa, visto che più di una famiglia su due ritiene di non volersi 
		indebitare, nel caso di ricorso al mutuo, per più del 50 per cento del 
		valore dell’abitazione. Le famiglie italiane si collocano in una via di 
		mezzo tra quelle francesi e quelle spagnole: i dati evidenziano, 
		infatti, che nel 53,4 per cento dei casi il mutuo copre una percentuale 
		del valore della casa oscillante tra il 30 ed l’80 per cento , con solo 
		il 7,9 per cento delle famiglie che dichiara di dover eventualmente 
		ricorrere ad un finanziamento che copra la totalità del valore 
		dell’immobile. La maggiore propensione degli italiani all’indebitamento 
		è testimoniata tanto del consistente incremento dei prezzi registrato 
		negli ultimi anni, quanto del fatto che, attualmente, il mercato 
		residenziale italiano è caratterizzato da una domanda rappresentata 
		prevalentemente da nuclei familiari che acquistano per necessità e che, 
		nella maggior parte dei casi, hanno anche una limitata capacità 
		finanziaria. In conclusione, può essere interessante analizzare il dato 
		rilevato presso le famiglie spagnole, che sono le più propense 
		all’indebitamento. Ben il 70 per cento di esse dichiara infatti di 
		essere disposto a finanziare almeno il 50 per cento del valore 
		dell’immobile con la sottoscrizione di un mutuo bancario. C’è anche da 
		segnalare che gli spagnoli si dimostrano i clienti più affezionati della 
		formula del mutuo al 100 per cento, dato che una famiglia su quattro 
		afferma di voler ricorrere a questa ipotesi nel caso di acquisto 
		dell’abitazione».
 Alla fine dell'indagine è risultato che il matrimonio "meridionale + 
		mattone" è sempre più forte. Ne hann discusso Carlo Bianco – 
		Vicepresidente Pirelli Real Estate, Gualtiero Cualbu – Presidente 
		Minoterm Riccardo Delli Santi – Senior partner DS&P, Paolo Desideri – 
		Abdr Architetti Associati, Massimo Mezzaroma – Amministratore delegato 
		Impreme, Rocco Papa – Vicesindaco comune di Napoli, Ambrogio Prezioso – 
		Presidente Acen, Donatella Squellerio – Direttore Macquarie Bank, e 
		Cristina Treu – Docente Politecnico di Milano.
 
 Nelle foto: vedute aeree di Napoli.
 
 
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