10 ottobre 2012
Cordea Savills - società internazionale leader nella gestione di
fondi immobiliari – ha presentato oggi in un Convegno a Roma “Gli
investimenti immobiliari ai tempi della crisi: diversificazione
geografica e settoriale”, il primo Rapporto sugli Investimenti
Immobiliari del Sistema Previdenziale Italiano - 2012, realizzato da
T.R.E. - Tamburini Real Estate, Laboratorio di consulenza strategica
ed economica sul Real Estate.
Di seguito le principali evidenze emerse dal Rapporto:
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23,4 miliardi di Euro: il valore stimato del totale del patrimonio
immobiliare gestito dal sistema previdenziale italiano, pubblico e
privato con un’l’incidenza media, rispetto al patrimonio
complessivamente posseduto, del 21,25%
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18,8 miliardi di Euro: gli investimenti immobiliari diretti (pari al
17,05% del patrimonio complessivo)
·
4,6 miliardi: gli investimenti in fondi di investimento immobiliare
(pari al 4,2% dell’asset allocation totale e a circa un
quarto dell’immobiliare complessivo), che corrispondono a circa il
10% del mercato italiano dei fondi immobiliari
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la previdenza pubblica, fra investimenti diretti ed indiretti,
alloca circa il 60% del patrimonio, al netto dei crediti, in
immobili; la previdenza obbligatoria privata intorno al 30%; la
previdenza complementare privata, solo il 6,6% sul totale investito.
Le tendenze in atto:
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Gli Enti Previdenziali Pubblici (INPS allargato dopo il decreto
Salva Italia e INAIL) stanno svolgendo attività di dismissione del
patrimonio disponibile (del valore stimato di 1,650 miliardi di
Euro) per eliminare quei cespiti, in grande misura retrocessi dalle
cartolarizzazioni non andate a buon fine – in particolare SCIP 2 -
la cui gestione è divenuta antieconomica e al contempo hanno
attivato azioni volte alla valorizzazione del patrimonio rimanente
anche attraverso l’esternalizzazione della gestione ad operatori
specializzati.
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Allo stesso tempo anche le Casse e gli Enti di Previdenza
privatizzati hanno in corso un processo di dismissione del
patrimonio considerato inefficiente, cui si affianca un altro, di
ristrutturazione e ricomposizione dei portafogli che prevede
l’investimento in cespiti atti a garantire una maggiore redditività
(ad esempio complessi direzionali, commerciali, alberghieri,
polifunzionali) con l’idea di implementare una gestione più dinamica
ed attiva del patrimonio tramite principalmente forme indirette ed
innovative di investimento (es. fondi immobiliari, SIIQ,
partecipazioni in società immobiliari).
Nello specifico per quanto riguarda gli investimenti indiretti in
fondi immobiliari:
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Molti Enti della Previdenza stanno attivando operazioni di apporto
in fondi dedicati, per rendere il patrimonio gestito in maniera più
efficiente ad opera di gestori professionisti e per dedicarsi più
compiutamente alla propria missione core, così da rispondere
alle sempre più pressanti esigenze di sostenibilità richieste sul
lungo periodo.
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Investimenti in immobili non residenziali purché ad elevata
redditività.
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Catalizzazione verso fondi immobiliari specializzati nell’housing
sociale.
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Attenzione verso fondi per lo sviluppo infrastrutturale e le
tematiche legate all’efficienza energetica.
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L’atteggiamento nei confronti dei fondi immobiliari che investono
oltre confine è al momento piuttosto prudente. Gli investimenti in
fondi immobiliari all’estero ammontano a circa 115 milioni di Euro,
di cui solo il 47%, (pari a circa 55 milioni) è stata effettivamente
versata (l’1,8% degli investimenti in fondi immobiliari del primo
pilastro privato).
Il Rapporto fornisce per la prima volta una fotografia aggiornata
delle gestioni immobiliari del sistema previdenziale italiano
(pubblico e privato obbligatorio e complementare), fondamentale
comparto di investimento istituzionale dell’economia italiana.
Il sistema previdenziale italiano (secondo l’OCSE) rappresenta circa
il 4,9% del PIL nazionale, dato assai esiguo in confronto alla media
semplice dei Paesi OCSE, pari al 33,9%, ma che arriva addirittura al
72,4% nella media ponderata (paesi quali Olanda, Islanda o Svizzera,
superano persino il 100% del proprio PIL). Questo dato caratterizza
un sistema previdenziale domestico in vistoso ritardo rispetto alle
economie più mature, che, anche per tale circostanza, può esprimere
importanti opportunità di sviluppo e di crescita.
Crescita che strutturalmente potrà essere assicurata dallo sviluppo
delle forme di previdenza complementare e che si manifesta anche
attraverso l’osservazione dell’approccio adottato nei confronti
dell’investimento immobiliare, diretto ed indiretto, in particolare
con strumenti e veicoli innovativi quali i fondi immobiliari, le
SIIQ, i fondi infrastrutture, e per le energie rinnovabili.
Daniela Percoco, Director T.R.E., ha commentato: “La
rivisitazione in atto della normativa cardine in materia di
investimento per i fondi pensione (D.M. 703/1996), porterà la
previdenza complementare a una sempre maggiore, ma controllata e
consapevole, gestione del rischio e diversificazione dell’asset
allocation attraverso strumenti e veicoli innovativi e investimenti
“alternativi”, quali i fondi immobiliari, le SIIQ, i fondi
infrastrutture, e per le energie rinnovabili. Considerando i
benefici offerti dal miglioramento della frontiera efficiente,
scaturiti da una maggiore diversificazione nell’asset allocation,
unitamente alle indicazioni ed ai principi ispiratori della nuova
normativa, evidenti sono i margini e le potenzialità di crescita di
queste nuove tipologie dell’investimento in real estate ed in quei
settori che costituiscono un volano per lo sviluppo sociale ed
economico dei territori.”
“I Fondi pensione esteri hanno affrontato il tema
diversificazione geografica in tempi diversi e con impulso
differente; gli americani sono stati i primi 20 anni fa, in Europa
si sono avuti approcci diversi Paese per Paese però tutti mostrano
in maniera sempre più chiara l’intenzione di percorrere questa via.
E’ evidente che la diversificazione geografica, oltre che allargare
in maniera rilevante la base immobiliare in cui investire,
contribuisce a ridurre la volatilità di portafoglio e ad abbassare
il livello di rischio complessivo rispetto ad allocazioni mono-Paese.”
- ha dichiarato di seguito Cristiano Ronchi - Director of
Investments Cordea Savills Sgr – che ha presentato evidenze
empiriche e analisi sulla diversificazione geografica dei fondi
pensione negli investimenti immobiliari in sede internazionale:
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I Fondi pensione americani hanno cominciato ad investire
nell’immobiliare fuori confine circa 20 anni fa ed oggi la loro
allocazione non domestica è del 50%.
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In Europa i Fondi sono partiti molto più tardi a diversificare
geograficamente e con percorsi molto diversi da Paese a Paese. Gli
olandesi hanno la maggiore esposizione verso i mercati esteri col
65%, i tedeschi hanno diversificato intensamente negli 8 ultimi
portando il peso degli investimenti esteri dal 12% nel 2004
all’attuale 35%. I fondi nordici sono molto diversificai all’interno
dei vari paesi scandinavi mentre l’esposizione esterna è intorno al
20% peraltro in crescita come testimoniano recenti iniziative
importanti (Cityhold). I fondi pensione svizzeri sono i meno
esterofili d’Europa con allocazioni fuori confine trascurabili.
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I fondi pensione italiani hanno recentemente iniziato il processo di
diversificazione all’estero e per quanto il peso complessivo oggi
sia limitato (inferiore al 3%), l’interesse e le intenzioni di
allocazione strategica sono in crescita.
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Le tendenze in atto (secondo i più recenti sondaggi tra i fondi
pensione internazionali nonché i centri studi dei principali asset
manager) relativamente alle allocazione immobiliare e alle
preferenze dei fondi pensioni prevedono:
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nell’arco dei prossimi 10 anni, un incremento tattico
dell’allocazione dei fondi pensione mondiali ai real assets
dall’attuale media del 10% al 20%-25% circa.
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Germania, UK e Svezia sono i paesi Europei che, nelle intenzioni
future dei fondi pensione attraggono la maggiore attenzione.
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L’orientamento in termini di profilo di rischio continuerà a
indirizzarsi sui prodotti core e super-core.
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Per quanto riguarda esempi di prodotto/settore/Paese ritenuti
attraenti possiamo citare:
§
Uffici di grado A a Londra sono ritenuti molto virtuosi per la
percezione internazionale di Londra come safe-haven associata a una
scarsità di offerta che ha permesso una tenuta degli affitti ed il
contenimento della vacancy.
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Logistica in Germania per la tradizione industriale e la salute
macro-economica del Paese trainante dell’economia europea, associata
a livelli di rendimento mai cosi alti rispetto ai rendimenti dei
titoli di stato e alla nuova passione degli investitori
istituzionali tedeschi per un settore fino a pochi anni fa
trascurato.
§
Retail nei Paesi Nordici grazie ai tassi di sfitto molto bassi e
alla crescita degli affitti associata a prospettive economiche
incoraggianti e all’affacciarsi di nuovi importanti retailers sul
mercato.
§
Il convegno si è chiuso con una Tavola Rotonda moderata da Gualtiero
Tamburini, (Presidente di FEDERIMMOBILIARE) a cui hanno partecipato
Alberto Brambilla (Coordinatore Comitato Tecnico Scientifico
Itinerari Previdenziali e Docente Università Cattolica di Milano e
LIUC), Fabio Brunelli (Partner Studio Legale e Tributario Di Tanno e
Associati), Andrea Camporese (Presidente ADEPP), Flavio Casetti
(Segretario Generale Assofondipensione), Sergio Corbello (Presidente
Assoprevidenza), Luigi Disanto (Dirigente della Direzione IV -
Sistema bancario e finanziario, affari legali del Ministero
dell’economia e finanze), Paolo Garonna (Segretario Generale FeBAF),
Mauro Marè (Presidente MEFOP).
Fonte : CS della Società |