“Ecco i punti principali del terzo scudo fiscale presentato dal Ministero del tesoro italiano, che dovrà ancora passare dal vaglio del Parlamento e dell'Unione europea.
Norma: istituzione di un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territorio dello Stato e a condizione che le stesse vengano rimpatriate in Italia da paesi extra UE, nonché regolarizzate, ovvero rimpatriate, purché in essere in paese dell'Unione europea.
Aliquota del 5%: applicazione sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 settembre 2009 e fino al 15 aprile 2010.
Anonimato: rimpatrio e regolarizzazione si perfezionano con il pagamento dell'imposta e non possono in ogni caso costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente.
Confisca e sanzioni: aumento delle sanzioni per l'omessa dichiarazione di detenzione di investimenti e attivitàall'estero: potrà variare dal 10 al 50%, (mentre ora varia dal 5 al 25%) ma viene eliminata la possibilità di confisca
PREOCCUPAZIONI DAL TICINO
Secondo Claudio Generali, dell'Associazione bancaria ticinese (ABT), bisogna rimanere cauti: «C'è una certa preoccupazione, ma le questioni ancora aperte sono troppe per poter stimare l'entità degli effetti del terzo scudo fiscale sulla piazza finanziaria svizzera. Dato che l'amnistia entrerà in vigore solo in autunno, c'è tempo a sufficienza per elaborare una strategia», ha aggiunto l'ex consigliere di stato.
Più allarmista, invece, il tono di Marco Bernasconi, esperto in questioni fiscali. «Il Ticino – sottolinea dalle colonne del CdT - potrebbe subire le conseguenze più gravi poiché è il porto naturale dove vengono collocati, da diversi decenni, i capitali che dall'Italia hanno preso la strada per l'estero». (tratto da Swissinfo, l’informazione svizzera nel mondo)