Con le prossime tre aperture previste entro la primavera 2010 saliranno a quindici gli store di IKEA in Italia. E altri sviluppi sono possibili in Lombardia, Liguria, Toscana e al Sud.
Lo ha confermato stamane in Conferenza Stampa Roberto Monti, AD della società in Italia, nel presentare i dati aziendali per il nostro Paese (l’ anno fiscale di IKEA si chiude il 31 agosto) in rapporto al fatturato globale del Gruppo a livello mondiale : IKEA opera in 37 nazioni, con 301 punti vendita complessivamente ( tra cui 34 in franchising, tutti localizzati in mercati di piccola dimensione ).
I nuovi store italiani sono localizzati rispettivamente a Villesse , nei pressi di Gorizia (superficie 29.700 metri quadrati, che aprirà il 21 ottobre intercettando anche la domanda oltre confine. Un investimento da 60 milioni di euro ) , a Salerno Baronissi ( 28.500 metri quadrati ) e Milano San Giuliano (33 mila metri quadrati) , che è « il più costoso ».
Villesse , proprio in fronte al casello autostradale, costituisce la “base” di quello che, tra un paio d’ anni, diventerà il primo Centro Commerciale direttamente gestito dal Gruppo in Italia, attraverso InterIKEA Center Group con sede in Danimarca : società che già gestisce 22 Shopping Center in sette Paesi ( Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca e Svizzera ) e sta curando la progettazione e la realizzazione di altri dodici Centri localizzati in Croazia, Francia, Germania, Polonia, Spagna , con aperture previste , per la maggior parte, tra il 2010 e il 2011. In Europa, siamo a 800 mila metri quadrati complessivamente, e la pipeline è di un milione di metri quadrati . E’ stato recentemente firmato l’ acquisto dei land use rights per un maxi-insediamento in Cina, a sud ovest di Pechino. L’ apertura prevista per “ Wuxi Shopping Mall” è entro il 2014.
IKEA ha dato corso a questa attività già nel 2001, in quanto ( realizzando che accanto ai propri store si viene spesso a sviluppare spesso una aggregazione spontanea di retailer) ha ritenuto preferibile che tali aggregazioni venissero gestite a monte e in maniera da « trarre ulteriore beneficio dal proprio valore ». Non è però questo il core business del gigante del prêt-à-habitier. «Si fa solo se sussistono corrette condizioni di contorno» ha commentato Monti . Anche perché gli investimenti infrastrutturali sono molto consistenti.
Il business di IKEA – che in Italia esiste da trenta anni : aprì il suo primo store a Corsico, presso Milano – è l’ «offerta di un vasto assortimento di articoli d’ arredamento funzionali e di buon design a prezzi così vantaggiosi da permettere al maggior numero possibile di persone di acquistarli». Poi sono arrivati anche il Food e la ristorazione. IKEA vanta così oggi 590 milioni di visitatori ( 39 milioni in Italia) , 561 milioni di visite sul web ( www.ikea.com) , 198 milioni di cataloghi di quasi 400 pagine stampati in 27 lingue, 123 mila collaboratori diretti , e 31 uffici acquisti in 21 Paesi , tra cui molto importante è Milano.
Il giro d’ affari è stato, nell’ anno appena trascorso, di 21,5 miliardi di euro a livello globale ( + 1,4 % sull’ anno precedente ) , e di 1.384 milioni di euro in Italia ( +3,9%). I mobili – che pesano per 809 milioni – hanno avuto una crescita del 4,5%, i complementi d ‘ arredo valgono 507 milioni ( +2,1 %, e il Food ha prodotto 66 milioni di euro ( +10,4 %) collocando così IKEA , con 3.325.000 pasti serviti , tra i maggiori gruppi di ristorazione nel nostro Paese.
L’ Italia si colloca al terzo posto per il volume degli acquisti ( dopo Cina e Polonia ), e al quinto posto – 7%- per i volumi delle vendite ( dopo Germania, 16%, USA e Francia , 10%, e UK, 7%.
Tra le ultime novità,ha aggiunto Monti, c’è stata la re-inaugurazione lo scorso 9 settembre dello store di Firenze, ampliato e rinnovato con una spesa di circa 25 milioni di euro ( ogni negozio IKEA comporta investimenti tra 55 e 120 milioni di euro). Poi, la creazione di una “ Glass House “ a Torino , dedicata a piante, fiori, mobili per esterno e collezioni stagionali ( è la prima per questo format, che si vorrebbe proporre anche negli altri punti sul territorio ove siano possibili ampliamenti). C’è stata anche la recente apertura del Centro di Rimini.
Insomma, il Gruppo va bene. Ma quanto esattamente non è dato di sapere. IKEA, infatti ( creata da Ingvar Kamprad durante la seconda Guerra Mondiale come azienda di vendita per corrispondenza e dal 1952 vocata all’ arredamento e ai casalinghi) , è solidamente in mani private e non essendo quotata da nessuna parte non fornisce molti dati reddituali.
Sappiamo però per certo che IKEA ha venduto ben 41 milioni di pezzi della celebre libreria “Billy” , disegnata trenta anni orsono da Gillis Lundgren. Che IKEA sta diffondendo il progetto “ Mettiamo radici assieme “ : per ogni Albero di Natale ( acquistabile a partire dal 14 novembre pv) restituito tra il 7 e il 12 gennaio 2010 si riceverà un buono spendibile di valore uguale al prezzo dell’ albero stesso . Per ogni albero reso IKEA donerà 3 euro al FAI – Fondo Ambiente Italiano, per contribuire al recupero paesaggistico della Selva di San Francesco ad Assisi. Negli ultimi quattro anni i clienti IKEA hanno restituito oltre 60 mila alberi, trasformati in fertilizzante naturale o in materia prima per la produzione di pannelli truciolari.
E infine sappiamo che Roberto Monti è nato nel 1963 in Svezia e si è laureato nel 1990 in Relazioni Internazionali presso l’Università di Lund , in Svezia. La sua esperienza professionale è cominciata in IKEA Svezia dove è entrato nel 1990 come trainee. Un anno dopo è stato trasferito in Italia, a supporto della prima fase di espansione. E’ stato Operations Manager presso il negozio di Brescia Roncadelle, di cui è diventato Store Manager nel 1995. Dal 1997 è stato Project Manager per la fase di costruzione del negozio di Genova, di cui è stato poi Store Manager fino al 2000.
Dal 2000 al 2001 ha lavorato in BAA MCArthurGlen, azienda leader nella costruzione e gestione Designer Factory Outlets, come Direttore del Centro di Serravalle Scrivia e con responsabilità legate all’espansione del concetto sul mercato nazionale. Nel 2002 è rientrato in IKEA Italia con il ruolo di Retail Manager, per poi ricoprire l’attuale carica di Amministratore Delegato.
Oggi disinvoltamente in jeans blu scuro impunturati, giacca in rigatino azzurro, e camicia bianca aperta sul collo , Monti ( che si esprime in un delizioso italiano con accento anglosassone ) ha escluso aperture in franchising per l’ Italia, e ha sorriso alla mia battuta : « IKEA è una società immobiliare che occasionalmente vende mobili e food». Lui, infatti, tiene molto anche allo sviluppo di IKEA Business, la struttura di servizi ( www.ikea.it/business ) che sta dando già buone soddisfazioni : in Italia ha realizzato una crescita , nel 2009, del 18%. Ed è orgoglioso del fatto che – messo pari a 100 nel 2000 l’ Indice prezzi del catalogo IKEA il dato è diminuito negli anni sino a 81,5 nel 2009, con previsione di scendere a 80,7 per il 2010. Mentre l’ Indice dei prezzi al consumo secondo ISTAT è a quota 124.
Per saperne di più su IKEA, comunque, vale sempre la lettura di “IKEA , un modèle à dèmonter “ di Olivier Bailly e altri, pubblicato in Italia da Anteprima, Torino, nel 2007, prezzo 12 euro. ( Paola G. Lunghini)