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      15 settembre 2005
 Si è svolto ieri sera, nei saloni della Triennale a Milano, il grande 
		party per celebrare il centenario di Aedes.
 La Società ha scelto di regalarsi, per questo importantissimo traguardo, 
		la sponsorizzazione della mostra che si apre oggi alla Triennale 
		appunto: "Joe Colombo, inventing the future". Percorso - tra i più 
		importanti della stagione - che il parterre invitato ieri ha avuto modo 
		di visitare in anteprima.
 A fare gli onori di casa, naturalmente, il Presidente della Triennale, 
		Davide Rampello, il Presidente di Aedes Alfio Noto e l'AD Luca Castelli, 
		con lo stato maggiore della Società: top management, azionisti e 
		partners.
 Impossibile citare i nomi degli ospiti. Posso solo dire che c'era la 
		crema della crema immobiliare, e molti signori erano accompagnati dalle 
		elegantissime consorti/fidanzate.
 Non poteva non esserci il nostro beloved assessore allo Sviluppo del 
		Territorio del Comune di Milano, Gianni Verga.
 Erano accompagnate dai rispettivi coniugi/fidanzati anche alcune Ladies 
		del real estate: cito però qui solo la "stella", cioè Silvia Rovere, 
		alla sua prima comparsa ufficiale con il biglietto da visita Aedes.
 Silvia, infatti, ha lasciato da qualche tempo Patrimonio dello Stato 
		(dove seguiva la problematica finanziaria) e, dall'estero, si occupa ora 
		degli investimenti internazionali della centenaria Società: che sta 
		compiendo così un ulteriore cambio di pelle. Il CdA riunitosi a luglio 
		aveva infatto deliberato - oltre al completamento del processo di 
		riorientamento strategico in corso (da property company a fund investor 
		e asset management company) e la riorganizzazione delle attività svolte 
		con suddivisione delle stesse secondo criteri funzionali - anche la 
		preparazione alla internazionalizzazione del Gruppo, al fine di 
		diversificare territorialmente gli investimenti e le aree di attività.
 Ma alla festa, ieri, non c'era solo la Top Real Estate Community. 
		C'erano anche alcune presenze "esterne", tra cui Salvatore Carrubba, già 
		direttore del Sole 24 Ore e per lunghi anni assessore alla cultura del 
		Comune di Milano, e l'Accademia: Bocconi in testa.
 Notato anche - e come non si faceva a notarlo, noto com'è ? - Santo 
		Versace.
 Per tutti, cena raffinata, con contorno di musica dal vivo e, alla 
		fine,un momento particolarmente sofisticato, intenso e suggestivo di 
		esibizione musical-acrobatica, con artisti veramente bravi.
 All'uscita, uno stuolo di graziose hostess distribuiva lo splendido 
		volume celebrativo della vita e delle opere del designer protagonista 
		della mostra: 300 pagine, edito dal Vitra Design Museum e distribuito da 
		Skira, contiene scritti di alcuni noti esperti e circa 400 immagini.
 «Dopo avere studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, nei primi 
		anni ’50 Colombo entra a far parte del Movimento di pittura nucleare con 
		Enrico Baj. Poco dopo, all’inizio degli anni ’60, rivolge la propria 
		attenzione all’architettura e all’interior design e inizia a lavorare 
		come progettista. Crea “Universale”, una delle prime sedie modellate in 
		un unico pezzo di plastica, e arredi dalle forme innovative costruiti 
		con legno laminato, pelle e vimini. Oltre alla ricerca dei materiali, 
		l’opera di Colombo si caratterizza per la flessibilità e la modularità, 
		tratti ben visibili nelle poltrone “Tube Chair” e “Multi Chair” che 
		attraverso combinazioni molto semplici si prestano a infiniti usi. 
		L’inventiva di Colombo si esprime anche nella creazione di stand 
		espositivi fieristici per ditte come Bayer, Hoechst e Rosenthal, oltre 
		che nelle sue numerose creazioni di design che comprendono auto, 
		orologi, attacchi di sci, bicchieri, condizionatori e un servizio da 
		bordo per Alitalia. Tra i clienti di Colombo vi sono varie società di 
		design come Kartell, Comfort, Bonacina, B-Line, Alessi, Bernini, Zanotta, 
		Oluce e Rosenthal e molte altre che tuttora producono le sue creazioni. 
		Le ultime opere sono rappresentate da unità abitative multifunzionali e 
		interni in cui Colombo persegue il suo scopo, quello di rendere 
		superflui gli arredi convenzionali e di combinarli per produrre una 
		nuova forma di “equipaggiamento” capace di offrire il massimo comfort e 
		la massima funzionalità. L’impressionante opera di Joe Colombo, che morì 
		nel 1971 a soli 41 anni, è il frutto di un decennio di lavoro 
		caratterizzato da un'ossessiva ricerca di nuove idee e progetti» (dal 
		sito della Triennale)
 
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