La chiamano “Crossing Art” e non è altro che la tendenza del momento di accorpare in un evento unico arte antica e arte contemporanea. A generare questa moda sono stati negli ultimi anni più fattori incrociati, primo tra tutti e molto probabilmente, il rallentamento generale del mercato delle vendite e la conseguente necessità da parte dei venditori di proporre al pubblico pezzi d’arte che siano accessibili da un lato, ma anche investimento garantito dall’altro.
Si è svolto dal 12 al 15 novembre a Milano la quarta edizione del MINT, Milano Internetional Antiques and Modern Art Fair : un vero massimo esempio di Crossing Art. La fiera quest’anno si è scelta come sede i Giardini dedicati a Indro Montanelli di Porta Venezia, location fortemente voluta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Milano , Massimiliano Finazzer Flory, secondo cui con l’apertura del MINT si inaugura in qualche modo anche il “Distretto Palestro” in vista dell’Expo 2015 (la zona infatti concentra a pochi minuti di distanza la Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale, il PAC, la Casa Museo Villa Necchi Campigli, il Museo del Cinema, quello di Storia Naturale e il Planetario).
La partecipazione all’evento è stata massiccia e a sentire gli espositori anche le vendite non sono andate male. Nei quattro giorni sono arrivati 12 mila visitatori, lo stesso numero dell’edizione 2008 ma in crescita del 30% considerando una giornata in meno di programmazione e di apertura al pubblico.
Lungo il bellissimo e molto apprezzato viale di tendoni e specchi allestito dall’architetto Peter Bottazzi per questa nuova sede della fiera, si passeggiava attraverso gli stand delle più importanti e storiche gallerie antiquarie della città, così come attraverso quadri e opere della contemporaneità passando per l’Appiani esposto allo stand di Apolloni, per Giovanni Paolo Panini esposto da Lampronti, fino ad Adolfo Wildt, Giuseppe Capogrossi, Massimo Campigli o Carlo Carrà, artisti puramente novecenteschi esposti dalla Galleria Mottola o da Claudia Gian Ferrari.
Il vertice di Crossing Art raggiunto dal confronto tra Botticelli, esposto dalla galleria Moretti e l’ultimo lavoro del famoso fotografo David Lachapelle, che proprio a un Botticelli è ispirato, era il clou della manifestazione.
Crisi economica o no, il MINT rimane una buona occasione per farsi un quadro chiaro dell’andamento del mercato d’arte milanese e non solo. Una buona occasione per riflettere sui prezzi e sulla validità di alcune operazioni commerciali, per capire quanto e come l’arte può considerarsi ancora un bene di rifugio. Suona strano realizzare, per esempio, che oggi con 200 mila euro si può acquistare un dipinto antico di artisti anche famosi a livello internazionale, mentre per un taglio di Fontana o uno squalo in formalina del fenomenale Damien Hirst occorre sborsarne quattro volte tanto se non di più.
«Esistono opere d’arte di grande valore che, al primo sguardo, possono passare quasi inosservate. E’ questa la gran classe degli oggetti e delle cose importanti, lo straordinario da scoprire in aspetti ordinari» ha detto Roberto Casiraghi, direttore del MINT.
Il catalogo del MINT è stato realizzato in collaborazione con MF- Milano Finanza, importante è stato il sostegno dei partner Gruppo BNP Paribas, Fidanzia Sistemi, Alcantara e Io Insurance Outfitter. (A cura di Lorenzo Taini)