24 marzo 2006
Come è noto, Zurigo è una città piena di attrattive. Il clima, tanto per
cominciare, è variabile, e in quest'epoca prevalgono pioggia e freddino:
che rendono il cielo e il Lago - dove si affollano paperette e persino
cigni - di un bel grigio uniforme. La vitalità è ovunque: i negozi della
mitica (per valori immobiliari) Banhofstrasse, che espongono in
prevalenza orologi e gioielli, il sabato chiudono molto tardi: alle
cinque del pomeriggio. La domenica si fa fatica a trovare un bar aperto.
Meglio, perchè così ci si può riposare a casa propria.
Si mangia bene: è il trionfo del rösti (praticamente, patate grattugiate
e saltate in padella).
Tutto il centro storico si gira (ammirandone i palazzi, le fontane e
chiese) in non più di due ore.
Meglio, perchè così non si perde tempo e ci si può dedicare alla
cioccolata (di questi tempi, in forma soprattutto di coniglietti - anche
farciti - di varie dimensioni, tutti con l' ovetto di Pasqua tra le
zampine).
Zurigo ha molti Musei interessanti (spicca l'arte contemporanea, e c'è
persino il Museo del Giocattolo) e una intensa attività musicale (un
bellissimo negozio di pianoforti esibisce gli Steiway a coda a due passi
dalla chiesa di St. Peter). L'aeroporto è vicinissimo alla città, e ha
un numero infinito di collegamenti, inversamente proprozionale al numero
degli abitanti (che sono meno di 400 mila, e nella "grande Zurigo", cioè
in pratica il Cantone, vivono circa 1,2 milioni di persone) e ciò è
utile e comodo: ma a noi di ERES-European Real Estate Society (network
paneuropeo di economisti e ricercatori immobiliari), di Zurigo piacciono
soprattutto CUREM, la Business School che si occupa anche di formazione
immobiliare, e la grande quantità di Banche che in città trovano sede. E
infatti proprio la Comunità finanziaria è stata invitata, da ERES e
CUREM congiuntamente, venerdì scorso, 24 marzo, all'Auditorium di "Zurich
Development Center", per il Seminario di Studi sulla "Diversificazione e
impatto sull'asset allocation". Un Panel di alto profilo (top manager di
Aberdeen Property Investors, La Salle Investment Management, UBS, Credit
Suisse, Sal. Oppenheim, Zurich e DEGI) ha delineato le tematiche
relative alla institutional allocation, alla segmentazione settoriale e
regionale e all'impatto degli investimenti diretti e indiretti. Parole
d'ordine: aumentare il "peso" del real estate nei grandi portafogli
(anche attraverso gli indiretti), diversificare, diversificare,
diversificare (come - e in linea teorica - lo ha spiegato Colin Lizieri,
dell'Università di Reading, UK), e "occhio" ai derivati: sono già il
presente, e saranno il futuro prossimo.
Attentissimo il pubblico, composto da circa 150 esponenti della comunità
finanziaria e immobiliare non solo zurighese, e da ben dieci Consiglieri
d'Amministrazione di ERES, provenienti da Helsinki, Cracovia,
Bratislava, Londra, Berlino, Wiesbaden, Amsterdam, Alicante e Ginevra,
oltre alla sottoscritta che, essendo Presidente in carica di ERES, a
questi incontri ci deve andare obbligatoriamente.
Mi piace però segnalare che questa volta non ero l'unica italiana (mi è
capitato in tanti anni talmente spesso che ormai ci ho fatto
l'abitudine): c'è stata anche la gradita presenza in Sala di Daniele
Calogiuri, che opera in SAI Investment SGR Asset manager (Gruppo
Fondiaria), a Milano.
Nella foto, un'immagine del centro città, la domenica mattina.
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