«I Comuni credono nei fatti e questi attendono. Vedremo se il federalismo demaniale sara’ una scatola vuota o un passo in avanti nell’uso efficiente del patrimonio pubblico dell’Italia.
Il Consiglio dei Ministri si appresta a varare il primo decreto attuativo del federalismo fiscale; bene, e’ un risultato positivo. L’ANCI ha dato il proprio contributo nell’interesse dei Comuni e nella salvaguardia del l’interesse generale del Paese, formulando una valutazione parzialmente positiva .
Certo non ci sono sfuggiti i distinguo, le limitazioni, la forte timidezza emersa prima nella proposta presentata dal Governo e poi nello stesso dibattito parlamentare.
Su tanti aspetti si poteva fare meglio e di piu’ secondo un’ottica autenticamente federalista, che intende valorizzare i livelli di governo piu’ vicini alle comunita’ e ai cittadini.
E’ infatti difficile allo stato comprendere quali beni i Comuni potranno avere (l’impressione e’ che si tratti di una percentuale minima) e quale ruolo gli stessi Enti potranno svolgere in attuazione del federalismo demaniale.
E’ presente un evidente difetto di delega che purtroppo neanche il Parlamento ha corretto, a nostro avviso contravvenendo ai principi e criteri votati un anno fa, che riguarda la previsione di procedure speciali che presentano scarse garanzie circa l’effettivo trasferimento dei beni della difesa e del patrimonio culturale non di rilievo nazionale, che indubbiamente sono i beni che i Comuni si attendevano e che rappresentano la quasi totalita’ del patrimonio immobiliare.
E’emersa un evidente diffidenza verso le autonomie territoriali che nel provvedimento attraversa varie fasi della procedura di trasferimento.
Non sappiamo se il federalismo demaniale avra’ un’attuazione equilibrata su tutto il territorio nazionale e fra Regioni, Comuni e Province.
Non sappiamo se al trasferimento seguira’, come richiede un sano e autentico federalismo, una corrispondente eliminazione degli apparati burocratici centrali che gestivano i beni trasferiti, con la conseguente riduzione di spesa pubblica. Sappiamo solo che e’ previsto un taglio ai trasferimenti statali alle Regioni e agli Enti locali in proporzione con la riduzione delle entrate fiscali subite dallo Stato.
Inoltre, con la scelta di assegnare il demanio marittimo e idrico alle Regioni, sempre e comunque, ci preoccupa il fatto che i Comuni dovranno continuare a sostenere oneri e incombenze per la manutenzione di questi beni, in contrasto con l’obiettivo fondamentale del federalismo fiscale ossia far coincidere funzioni, risorse e responsabilita’.
Infine, risulta assai farraginosa e inutilmente complicata la previsione relativa ai fondi immobiliari, strumento a nostro avviso indispensabile per i Comuni di minor dimensione demografica.
L’ANCI comunque con fiducia avviera’ immediatamente un programma di raccolta preventiva delle indicazioni dei Comuni circa beni trasferibili, in modo da essere preparati nei prossimi mesi alla verifica puntigliosa delle liste dei beni, prima quelli esclusi dal provvedimento, e poi quelle di proposta per l’attribuzione’». (Nota dell’ANCI).
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