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			8 settembre 
			2011
 
 Tutti i riflettori dello sport, e non solo, 
			sono stasera puntati sull’inaugurazione del “Juventus Stadium” di 
			Torino (per ora, in attesa del “nome nuovo” lo si chiama così). 
			Tutta la cittadinanza torinese era stata invitata a partecipare 
			all’evento, a fronte di un congruo ticket di ingresso.
 
 E’ uno spettacolo istituzionale- commemorativo e “pirotecnico”, 
			sullo stile di ciò che è successo per le Olimpiadi invernali del 
			2006, ed eventi successivi, etc etc , tipo Pechino, etc etc.
 
 La stampa, negli ultimissimi giorni e oggi (mentre vi sto scrivendo 
			c’è una diretta su Radio RAI 1) ha dato all’evento – 
			giustissimamente – amplissimo risalto: è il primo stadio in Italia 
			di proprietà di un club, ci sono i “luxory box” (venduti a cifre che 
			pare vadano dai 70 ai 150 mila euro/anno alla faccia della crisi), 
			le “tribune” speciali, i ristoranti, etc, secondo le modalità decise 
			da una straordinaria azione di marketing (cui vanno i miei più vivi 
			complimenti, davvero bravissimi). I parcheggi, già tutti o quasi 
			accaparrati, sono oltre quattro mila.
 
 L’ investimento di trasformazione del vecchio” Delle Alpi” in 
			“Juventus Stadium” supera i 120 milioni di euro.
 
 A fine ottobre/max primi di novembre dovrebbe essere anche aperto 
			tutto lo shopping center costruito in aderenza allo Stadio, con 
			decine di negozi, etc etc etc.
 
 Come fai a sapere ciò, direte voi?
 
 Al di là della semplice lettura dei giornali, lo so perché io allo 
			stadio la sera del 6 settembre scorso, invitata alla “ prova 
			generale dello spettacolo” di inaugurazione .
 
 Ecco le mie due notine (poi valuterete voi, se ci andrete, se ho 
			ragione o no):
 
 Lo stadio, rettangolare, è obiettivamente bellissimo. Ma…
 
 Immagine esterna minimalista , “basso” (noi milanesi , con San Siro, 
			siamo abituati a un gigante…) , per cui da lontano - e nonostante i 
			due altissimi e ormai famosi “ pennoni” - non lo vedi; e, se vieni 
			da Milano, auguri a trovarlo! La segnaletica cittadina è prodiga di 
			indicazioni sul Mercato ittico, ma dello stadio nulla dice o quasi. 
			Da perdersi.
 
 Quando poi, per fortuna tua, arrivi in prossimità dell’ impianto (è 
			chiaro che i torinesi su ciò sanno tutto, ma i non torinesi come me, 
			e non appassionati di calcio , proprio no ) ti ritrovi in un 
			reticolato di reti - nel senso di reti metalliche di separazione - 
			che ti creano un autentico senso di angoscia.
 
 Tutte queste reti ti fanno pensare di essere in un lager ma (temo) 
			sono necessarie: il popolo che va allo stadio spesso diventa un 
			branco di bestie feroci.
 
 E’ un pensiero doppiamente spaventoso.
 
 Immaginiamo allora che siate riusciti a trovare un parcheggio 
			“libero e semplicemente a pagamento” (tra tutti quelli pre- 
			comperati, ut supra) e passiamo ad altro.
 
 Passiamo agli strettissimi tornelli di ingresso: se siete appena 
			appena cicciottelli, non ci passate, vi ci incastrate dentro. 
			Figuriamoci la gioventù italiana, che è ormai obesa nel trenta per 
			cento delle “unità”…
 
 Andiamo oltre : quando vi siederete nelle bellissime sedute (nelle 
			tribune speciali, in bianco/ nero, evocano da lontano un fantastico 
			disegno di “ giocatori in campo”, e sullo schienale della sedia di 
			fronte a voi ci’è pure il mini-schermo che vi permette di meglio 
			vedere le evoluzioni dei vostri campioni favoriti) le vostre 
			ginocchia – a meno che non siate davvero di piccola statura – 
			batteranno subito sullo schienale della seduta di fronte a voi.
 
 E’ così che si aumentano i posti…a 41 mila.
 
 E voi alla fine uscirete aggrovigliati, a meno che la vostra 
			passione per la squadra non vi abbia incitato a stare in piedi per 
			tutto il tempo.
 
 Le scalinate che dall’ alto dell’ anello conducono verso il campo 
			sono totalmente prive di corrimano, e i gradini hanno altezze 
			notevoli e “pedate“ 
			strette). Scendere è difficile ma salire, credetemi, è anche peggio 
			.
 
 Insomma, vedete voi…
 
 Nello spettacolo che sta avendo luogo stasera (suoni e luci, 
			ballerini, acrobati – in una sola parola li chiamano “performer” -, 
			arie d’opera e di contemporaneo musicale fracasso) sono state 
			coinvolte centinaia di persone. Pare che lo show sia costato un paio 
			di milioni di euro.
 
 Per essere bello, era sinceramente bello (sempre in base alla “prova 
			generale”).
 
 Non mi è piaciuta per nulla, però, la rievocazione dedicata alla 
			famiglia Agnelli, con figuranti / acrobati “vestiti alla marinara“ 
			(in una ipotetica Forte dei Marmi degli anni trenta) e , sui 
			maxi-schermi, i visi, che man mano invecchiavano , dell’ Avvocato e 
			del fratello Umberto. Non mi è piaciuto il balletto che è seguito 
			alla rievocazione, tutto palle di fuoco roteanti, a formare alla 
			fine la scritta “In Memory” . (Se proprio volevamo, io avrei detto 
			“In memoriam”).
 
 I tifosi, comunque, tutto ciò l’hanno gradito, e gli applausi 
			scrosciavano.
 
 Io intanto pensavo alle vicende – di cui da tempo nulla più si sa - 
			della signora Marella Agnelli, e della di lei figlia Margherita, 
			circa l’eredità dell’Avvocato…
 
 Per me, è tutto.
 
 Anche se mi ci dovesse invitare – cosa che mai accadrà - Andrea 
			Agnelli, Presidente della Juventus ( che tra parentesi ha tenuto l’ 
			altra sera un breve ma assertivo discorso) , a questo Stadio non ci 
			torno : il calcio , scandali a parte, non mi piace per nulla . 
			Comunque, “ Welcome Home”, come aveva iniziato nel suo saluto Andrea 
			Agnelli, e come ha concluso l’ ultima danza di centinaia di 
			performer .
 
 Però ci torneri volentieri per l’ inaugurazione dell’ area shopping 
			center. Tanto per vedere com’è.
 
 (Paola G. Lunghini)
 
 Nelle immagini, alcuni particolari dell’esterno dello stadio
 
 
  
 
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