«In Tribunale il numero delle separazioni e dei divorzi è raddoppiato rispetto al bilancio del 1993: centodieci matrimoni in meno ai giorno. Certo che in Italia ci si sposa ancora - di più in Lombardia con 100 cerimonie ogni giorno, pochissimo in Valle d’Aosta dove se ne conta poco più di una ma molto meno rispetto agli anni 90. E ora si arriva all’altare o dai sindaco a trent’anni. Tra il 1993 e il 2003, secondo l’lstat, l’età media per convolare a nozze è salita da 26,2 a 28,5 anni per le donne e da 30,1 a 32,1 per gli uomini. Ci si sposa meno e più tardi, ci ai separa di più. i matrimoni finiti davanti al giudice sono passati da 48mila a 80mila l’anno, Prima di varcare la soglia del tribunale si passano in media tredici anni insieme, a partire dalla celebrazione, anche se proprio nel 2003 una crisi su sette è arrivata dopo oltre 24 anni di vita in comune. Chi sta più tempo in famiglia sono i figli, tanto che nel 20% dei nuclei vive un “piccolo" che ha compiuto il venticinquesimo compleanno (dieci anni fa la percentuale era al 14%). I palazzi sono affollati di single, che oggi rappresentano un quarto delle famiglie (5,6 milioni su 22,6), mentre c’è meno posto per le "tribù" (con cinque componenti e più) che sono scese dall’8,4 al 6,8% sul totale dei nuclei. Si è ridotta anche la quota delle coppie più giovani (età della donna tra 15 e 34 anni) dai 24,2 al 17,8. Più spazio è stato conquistato dalle libere unioni e dalle convivenze, in tutto 564 mila di cui quasi la metà con un partner che ha già alle spalle un’esperienza matrimoniale conclusa, e dalle famiglie “ricostituite”, 697mila, quasi il 5% di tutte le coppie». Tutto ciò lo sostiene la NEWSLETTER dell'UMCI l'Unione Mediatori Creditizi Italiani, nel numero del 16 aprile.
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