«Questo è un libro che parla di Milano e della forza delle donne e nessuno meglio di Ada può parlare delle donne milanesi, lei lo fa partendo dalla sua esperienza che è intrecciata alla storia della nostra città e alla sua trasformazione». Così il Sindaco Letizia Moratti ha aperto il suo intervento, al Circolo della Stampa, per presentare il libro scritto da Ada Grecchi intitolato “Avevamo sempre fame”. «Mi ha colpito molto il racconto della perenne, quotidiana difficoltà per noi donne di conciliare impegni familiari e vita professionale. Un equilibrio difficile da trovare. Possiamo imparare molto dalla sua esperienza e da questo libro. Per chi come me ha responsabilità istituzionali l’esempio di Ada Grecchi è una guida nelle scelte che riguardano le donne» ha concluso il Sindaco .
Per le donne delle della mia generazione , e anche un po’ più giovani, il nome di Ada Grecchi molto dice.
Ma forse, per le più giovani, un attimo di informazione si impone ( a parte il fatto che se digitate il suo nome su google avete solo l’ imbarazzo della scelta ). Classe 1936, laureata a pieni voti in Giurisprudenza nel 1959, milanese, Ada Grecchi ha raggiunto le vette della dirigenza aziendale tra le prime donne in Italia.
E’ stata infatti la prima donna ad assumere responsabilità apicali in quel colosso che era l’ ENEL ; ha fatto vita politica, ma sempre nel senso di civil servant ; è stata Presidente della Commissione Pari Opportunità succedendo alla mitica Marisa Bellisario ( che , in anni lontani, anch’ io ebbi occasione di conoscere personalmente ) ; ha scritto innumerevoli articoli su tematiche molto tecniche quali la legislazione del lavoro e le relazioni sindacali ; è “ Ambrogino d’ Oro “ 1993 ; al suo attivo ha numerosi libri, e forse ancora tante cose che non conosco – pur conoscendola personalmente e avendone seguito da vicino la carriera.
Insomma, una donna formidabile e , per molti aspetti, ante litteram.
Ma nel libro che Ada ha appena dato alle stampe, la carriera, la pubblica amministrazione, la politica, sono appena appena accennate.
Con pudore.
Il libro racconta la storia di una bambina povera ( da qui il titolo ) che sgambettava appena quando la seconda guerra mondiale scoppiò. L’ autrice descrive in pagine veloci, e davvero commoventi , molti eventi che ancora ci fanno venire la pelle d’ oca.
Ella continua con la storia di Milano e della ricostruzione: mentre Ada era una teenager povera già capiva “cosa” Milano significava.
E il testo prosegue sino alla laurea …. sino ai giorni nostri .
Ma più non dico, perchè non voglio togliere il desiderio della lettura.
Una frase, però la devo citare- invitando a riflettere su ciò - ed è nelle ultimissime pagine del libro: «Adesso che ho compiuto settant’ anni, è arrivato anche per me il tempo della riflessione. Mi piacerebbe lavorare ancora un po’, ma non vedo in giro signore settantenni in posti di prestigio. Le donne hanno una vita professionale, nel nostro Paese, assai più breve rispetto agli uomini, e nessuna voglia di protestare per questo. Forse, sono anche più sagge degli uomini : non desiderano dare in pasto al pubblico la loro inevitabile decadenza». (a cura di Paola G. Lunghini)
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