Secondo le prime stime sul volume degli investimenti immobiliari in Europa, elaborate da CBRE, nel 2011 sono stati investiti 115 miliardi di euro, con un incremento del 4% rispetto al 2010.
Nel quarto trimestre del 2011 il volume degli investimenti ha subito una forte accelerazione del 15% rispetto al periodo precedente, con un volume investito pari a 32 miliardi di euro, dimostrando la continua fiducia degli investitori nel settore degli immobili commerciali, nonostante le prospettive economiche incerte.
L'incremento osservato nell’ultimo trimestre dell’anno è stato particolarmente marcato in Francia (+65%), nei Paesi Nordici (+40%) e nel Benelux (+42%). Anche in Spagna e Portogallo l’attività è più che raddoppiata, nonostante il miglioramento sia partito da un livello molto basso.
La Francia, con 6,5 miliardi di euro investiti nel settore immobiliare nel quarto trimestre del 2011, ha messo a segno il risultato trimestrale migliore dal terzo trimestre del 2007 ed è stato il più elevato volume in Europa nell’ultimo trimestre 2011. Unica eccezione il Regno Unito, dove sono stati investiti circa € 8,3 miliardi. In Francia il volume degli investimenti è stato fortemente sbilanciato a favore del settore degli uffici a Parigi, includendo sia grandi portafogli sia singoli asset. In realtà questo risultato è stato favorito da una nuova regola introdotta dal governo che ha ridotto il tasso sul capital gain per chi avesse venduto immobili ai REIT entro la fine dell’anno.
Gli investimenti immobiliari nell’ultimo trimestre dell’anno sono stati notevoli anche nei Paesi Nordici, con Svezia e Danimarca che hanno ottenuto buoni risultati. In parte, i Paesi Nordici hanno beneficiato della loro posizione al di fuori della zona euro per catalizzare parte della domanda che ha trovato un rifugio sicuro rispetto ai mercati più turbolenti della zona euro. Invece, gli investimenti in Europa Centrale, Orientale (CEE) e in Italia hanno subito un rallentamento nell’ultimo trimestre, dopo un buon inizio d’anno.
In Italia, in particolare, l’attività nell’ultimo trimestre dell’anno ha sfiorato un miliardo di Euro, con una contrazione trimestrale del 26%, mentre il volume annuale investito si è attestato sul valore di €4.3 miliardi con una contrazione del 12% rispetto al 2010.
“Negli ultimi mesi dello scorso anno, parallelamente all’acuirsi della crisi del debito, abbiamo assistito ad un raffreddamento del sentiment degli investitori che stavano guardando ad operazioni in Italia, sia internazionali ma anche fondi locali - spiega Alessandro Mazzanti, CEO per CBRE Italia - Gli investitori con cui dialogavamo sono tornati su un atteggiamento difensivo ed hanno sospeso tutte le trattative in corso”.
Continua a diminuire il peso del capitale straniero investito in Italia. Infatti nel 2011 gli investitori internazionali hanno comprato asset per circa 1.1 miliardi di Euro, il 25% del totale investito. In particolare, l’80% del capitale straniero investito è stato diretto nel settore Retail.
“Rispetto al 2010, nel 2011 gli investimenti stranieri in Italia sono diminuiti del 22% e, rispetto al picco del 2007, la contrazione è stata del 76%. – continua Alessandro Mazzanti - Date le condizioni attuali del nostro mercato, prevediamo che l’emorragia di capitali stranieri proseguirà anche nel 2012. Per assistere ad un ritorno massiccio dei capitali stranieri in Italia dovrebbero arrivare sul mercato portafogli distressed, capaci di attrarre grandi banche d’affari internazionali, come all’inizio degli anni 2000”.
Jonathan Hull, Head of EMEA Capital Markets, di CBRE, ha commentato:
"Nonostante il clima economico incerto, l’attività degli investimenti europei nel settore immobiliare nel 2011 ha superato i livelli di attività visti nel 2010, soprattutto grazie ad una buona fine d’anno.
Gli investitori sono ancora interessati a asset “prime” in mercati liquidi e i numeri dell’ultimo trimestre confermano che Francia, Germania, Regno Unito e Paesi Nordici sono mercati fondamentali per le strategie “core””.
Fonte: CS della Società
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