“Diverse stime dei più accreditati operatori internazionali concordano su una diminuzione di circa il 50% degli investimenti immobiliari commerciali in Europa nell’ultimo anno.
Le più recenti rilevazioni attestano, anche in Italia, una netta e accelerata riduzione dei volumi delle transazioni.
Anche i valori nominali degli immobili, compresi quelli delle abitazioni, iniziano a calare a partire dalla seconda metà del 2008, in concomitanza con il fallimento di Lehman Brothers, mentre per contro si segnala un marcato aumento degli yield.
L’effetto occupazionale della riduzione degli investimenti e della spesa edilizia potrebbe significare a consuntivo del 2009 circa 250-300 mila unità di lavoro in meno nei settori delle costruzioni e immobiliare.
Per i servizi immobiliari la caduta di attività è consistente; i comparti più penalizzati dalla situazione congiunturale attuale sembrano i segmenti legati allo sviluppo di nuove iniziative (mentre è molto forte anche il rallentamento degli investimenti in essere) e il trading, mentre le property company (fra cui i fondi immobiliari) e, in generale, i servizi di gestione immobiliare, dovrebbero essere, per ora, meno colpiti dagli effetti causati dal deleveraging in atto.
Per i servizi di gestione immobiliare va detto però che tutta la dinamica della componente originata dalle gestioni esterne (outsourcing) delle pubbliche amministrazioni sembra essersi arenata sugli scogli delle complessità e delle problematicità delle relazioni pubblico-privato.
Su questi aspetti, il coordinatore comitato iniziative Normative, Riccardo Delli Santi, ha tra l’altro affermato : “Riteniamo necessario avviare una profonda riflessione, atteso che un Paese che vuole essere moderno non può non perseguire l’ammodernamento e l’efficientamento delle sue pubbliche amministrazioni, aspetti questi che passano anche attraverso il mercato e le imprese private da impegnare nella razionalizzazione e valorizzazione degli immobili strumentali e delle altre proprietà immobiliari pubbliche.
Anche per il settore immobiliare sarà comunque decisiva l’evoluzione del quadro macroeconomico nei prossimi mesi.
Nelle ultime settimane, diversamente da prima, i segnalidel trend macroeconomico sembrano essere mutati in senso positivo. Infatti, pur in un contesto ancora difficile, parrebbe che la tendenza al peggioramento dell’economia si sia interrotta mentre, pur con contraddizioni, si segnalano nuovi e crescenti elementi di ripresa.”
Il segretario Paolo Crisafi ha poi aggiunto : “Gli ultimi dieci-dodici anni sono stati definiti come una “età dell’oro” per il settore immobiliare. L’eredità che ci lasciano in termini di assetto industriale del settore è però modesta.
Si è trattato di una età caratterizzata, a livello mondiale, dal marcato e continuo aumento dei valori degli immobili che, in un quadro di liquidità abbondante, rendeva “facile” l’operatività di molte imprese ma, anche, da innovazioni e cambiamenti strutturali che qui possono essere solo citati in ordine sparso come: privatizzazioni, cartolarizzazioni, esternalizzazioni, urbanistica contrattata o concertata, fondi immobiliari e SIIQ, finanza immobiliare, recupero e riqualificazione immobiliare e urbana, project financing, ecc..
Il vero problema è che l’industria immobiliare italiana è certamente cresciuta in questo decennio, è divenuta più trasparente (un risultato lusinghiero riconosciutoci anche dalle classifiche internazionali), si è finanziarizzata, ma non si è consolidato un nucleo di forti imprese di medio-grande dimensione, restando invece frammentata fra un gran numero di piccole unità imprenditoriali.
La caratteristica del nanismo, peraltro, è tipica dell’intera struttura industriale italiana, col ché si continua a porre il tema della necessità di avviare politiche industriali capaci di costruire una industria immobiliare più competitiva, efficiente, solida, poiché, altrimenti, viene a mancare una delle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo e la competitività dell’intero Paese”.
I prossimi anni, complice anche la crisi attuale, saranno quindi anni di riscrittura e adeguamento forte delle regole e sarà perciò tanto più importante, per un comparto che voglia dare il proprio contributo di competenze alte, essere attivo e presente nella loro elaborazione”.(CS di Assoimmobiliare)
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