L’apertura di MADE Expo è l’occasione, per il sistema delle costruzioni di avviare una riflessione sul settore, la crescita economica del Paese e il contributo che l’intero sistema può dare per avviare una vera rivoluzione nel modo di pensare l’edilizia e le infrastrutture. La riflessione parte dai cambiamenti che stanno in breve tempo trasformando il mercato e agli obiettivi di sostenibilità condivisi dall’Unione Europea: più efficienza energetica, più sostenibilità e più sicurezza.
Il sistema costruzioni vale nel suo complesso 373 miliardi di euro e occupa circa 3 milioni di addetti, senza contare l’indotto a sua volta generato che va ad impattare in termini di acquisto di beni e servizi presso l’80% dei settori che formano l’economia nazionale complessiva.
Alla formazione di questo ammontare contribuiscono il settore delle costruzioni in senso stretto, attraverso i cantieri attivati nel Paese (206 miliardi) e i settori che alimentano direttamente le costruzioni attraverso beni materiali e servizi: il settore industriale delle tecnologie, macchinari e impianti e il settore commerciale delle macchine movimento terra (58,6 miliardi); le industrie dei materiali per edilizia e infrastrutture e i relativi servizi commerciali (85,8 miliardi); i servizi di progettazione e consulenza (22,6 miliardi).
Si tratta di un sistema a bassissimo livello di importazioni (3,3%) con un’elevata propensione verso l’export, che nel 2011 ha raggiunto i 54 miliardi di euro, corrispondenti ad un terzo del valore complessivo, senza tenere conto delle attività realizzate nel mondo dalle imprese di costruzione italiane attualmente in essere pari a 60 miliardi e le commesse in essere in tutti i continenti, per altri 40 miliardi.
È quanto emerge dall’edizione 2012 del Rapporto Federcostruzioni – MADE Expo su “Il sistema italiano delle costruzioni” presentato oggi al MADE Expo.
“La produzione dell’intera filiera delle costruzioni – si legge nel rapporto Federcostruzioni/MADE Expo - fra il 2007 e il 2012 è diminuita del 26,3%, il che vuol dire che quest’anno si è arrivati a produrre 126 miliardi di euro in meno rispetto al 2007. Nel 2011 la diminuzione complessiva è stata pari al -3,4%; per quest’anno si stima un ulteriore calo, ancora più sensibile: -5,2%. Per il 2013 la previsione è per una sostanziale stagnazione (+0,1%).”
Il ridimensionamento del mercato nel periodo che va dal 2010 al 2012, risulta, comunque, attenuato dalla buona performance delle esportazioni, ottenuta dai produttori di materiali e tecnologie meccaniche e dai servizi – al netto pertanto del settore delle costruzioni in senso stretto. Un andamento che ha registrato un +3,9% nel 2010, un +6,3% nel 2011, con un +3% atteso a conclusione del 2012 e un +3,5% previsto nel 2013.
“In un mercato delle costruzioni che si caratterizzerà per dimensioni quantitativamente più ridotte rispetto agli anni passati – dichiara Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni - e per una maggiore selezione dei prodotti, saranno e dovranno essere premiate quelle imprese che sapranno proporre qualità del costruito, attenzione per l’efficienza energetica, bellezza architettonica, sostenibilità ambientale. Le politiche debbono quindi puntare sulla riqualificazione urbana e del patrimonio esistente, su un rilancio dell’housing sociale, creando le condizioni per un rapido e ampio utilizzo del previsto Piano Città.”
“Occorre riqualificare le città e il territorio – prosegue Paolo Buzzetti. Perché ciò avvenga è essenziale che si immettano nel mercato le poche ma indispensabili risorse finanziarie impegnate, si attivino sistemi di garanzia pubblica mettendo in gioco immediatamente la Cassa Depositi e Prestiti (e non solo) così da riattivare i flussi creditizi e di finanziamento alle imprese sui programmi e progetti in parte già pronti. Egualmente serve intervenire sulla leva fiscale per incoraggiaree non deprimere la domanda, premiando chi investe su una gestione del patrimonio edilizio e immobiliare a basso costo energetico e in assoluta sicurezza antisismica. Per questo appare indispensabile rendere strutturale il sistema di incentivazione alla riqualificazione e al recupero edilizio”.
“L’industria italiana delle costruzioni – aggiunge Andrea Negri, presidente di MADE Expo e vicepresidente di Federcostruzioni, nonché coordinatore del Rapporto – costituisce un valore straordinario per il Paese. I dati che Federcostruzioni ha messo in fila lo confermano. Le sue potenzialità sono elevate, ma rischiano di non potersi esprimere a causa della crisi e della mancanza di provvedimenti e di una politica industriale dedicata. Non sempre, del resto, si tiene conto che l’edilizia è in grado per ogni miliardo investito di attivare 17.000 nuovi posti di lavoro.
Egualmente va ricordato che le costruzioni sono da sempre un settore tradizionalmente anticongiunturale, a cui la stragrande maggioranza dei governi del mondo si sono affidati e si affidano per far ripartire l’economia e ridare prospettive di crescita ai loro Paesi. L’auspicio è che questo avvenga anche in Italia.”
“Particolarmente forte – prosegue il presidente di MADE Expo, Andrea Negri - è l’aspettativa per una vera svolta nella gestione del sostegno alle PMI sul piano dell’internazionalizzazione, così da valorizzare il contributo dato, attraverso la realizzazione di importanti infrastrutture in tutto il mondo, dalle medie e grandi imprese di costruzioni, un contributo che si misura in termini di indotto per il sistema produttivo italiano e in termini di saldo della bilancia commerciale.”
MADE Expo è anche l‘occasione per il sistema industriale delle costruzioni per chiedere di ridare certezza al sistema imprenditoriale privato sul fronte dei pagamenti da parte delle committenze pubbliche, saldando i debiti accumulati e imponendo tempi certi e in linea con le prescrizioni europee per i lavori in essere e futuri.
Egualmente gli attori della filiera delle costruzioni, che aderiscono in Federcostruzioni, rivendicano come imprescindibile il rispetto delle regole e auspicano, da parte delle Istituzioni, una eguale tensione orientata alla certezza del diritto, alla trasparenza e a porre in essere quelle forme di premialità e vigilanza che tutelino gli operatori che agiscono nella correttezza.
L’andamento delle filiere produttive nel 2011
L’aggregato delle produzioni di tecnologie, impianti e macchinari ha conosciuto un leggero aumento (+2%) proprio perché sostenuto dal mercato estero (+6,1%). La crescita ha interessato sia le aziende che realizzano tecnologie elettrotecniche ed elettroniche, sia quelle che producono macchinari, impianti e macchine per il movimento terra.
La filiera dei materiali per costruzioni ha invece mostrato, sempre nel 2011, una diminuzione di produzione complessivamente pari all’1,6%, quale risultato di due dinamiche fortemente diverse: da una parte un buon risultato dell’attività di export (+6%), dall’altra una contrazione del mercato interno (-4%).
E all’interno della filiera, a loro volta, sono estremamente differenziati i risultati dei diversi produttori di materiali: dal +7,4% del vetro e delle relative lane o dal +2,3% delle aziende che realizzano piastrelle e sanitari in ceramica, fino al -11,4% del laterizio e al -7,6% del cemento e calcestruzzo.
Una discriminante dovuta sia alla diversa intensità della presenza nei mercati esteri, sia alla minore o maggiore potenzialità di offerta rispetto al comparto della manutenzione straordinaria.
I servizi di ingegneria, architettura, analisi e consulenza tecnica hanno perduto nell’anno scorso il -4,8% del fatturato relativo alla propria attività.
Anche in questo caso, la flessione è originata esclusivamente dalla domanda interna (-7,9%) a fronte di una crescita sostenuta nel mercato estero (+8,5%).
Fonte: CS MADE Expo
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