«Dopo il sì della Conferenza unificata Stato-Regioni e del Cipe, con la firma del presidente del Consiglio il Piano Casa si avvia verso la fase attuativa con l’obiettivo dichiarato di realizzare centomila alloggi in cinque anni.
Federcasa, l’associazione che raggruppa tutti gli enti pubblici che si occupano di case popolari, è interessata in prima persona a che tutto vada nel verso giusto. “La richiesta di case popolari è sempre forte e in aumento – ha spiegato Luciano Cecchi, Presidente di Federcasa – è quindi stata fondamentale la firma apposta al decreto presidenziale perché, in particolare, sblocca parte dei finanziamenti, 200 milioni di euro per 10 mila alloggi, compresi nel programma straordinario di edilizia residenziale pubblica varato alla fine del 2007. I lavori sono già stati avviati con fondi anticipati dagli enti gestori o dalle stesse regioni e le case saranno quindi disponibili in breve tempo”.
Nel suo complesso il piano offre al settore dell’edilizia residenziale pubblica una serie di opportunità, che comprendono non soltanto la realizzazione di alloggi, ma soprattutto la possibilità di avviare ampie operazioni di riqualificazione del patrimonio gestito e di un suo ampliamento a settori meno tradizionali, come l’edilizia in affitto a canone moderato per il ceto medio, la partecipazione ai costituendi fondi immobiliari locali e il partenariato pubblicoprivato.
“Le procedure introdotte dal Piano casa – continuaCecchi – richiedono un salto di qualità e uno sforzo di qualificazione delle strutture degli ex IACP, un rinnovo del settore che è la condizione per proteggere le fasce sociali più deboli. Per farlo – sottolinea Luciano Cecchi – è importante consolidare a livello locale il rapporto con i Comuni ed elaborare fin d’ora strategie e progetti da proporre per l’attuazione del Piano”.
“Non nascondiamo che certi dubbi restano – afferma Cecchi – Il Piano casa si apre con una serie di interrogativi, anche sull’uso che sarà fatto dei fondi immobiliari, per cui sono stanziati 150 milioni di euro destinati a promuovere, con il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti, nuove forme di social housing.”
Nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito sono i beneficiari di un Piano Casa che non può non tenere conto, come ha sottolineato Cecchi “che lo Stato ha incassa dagli ex Iacp ogni anno imposte per circa 200 milioni di euro. Occorre evitare paradosso secondo il quale l’edilizia pubblica versa allo Stato più di quanto riceve per la costruzione.
Senza contare il contributo indiretto alle casse dello Stato che deriva dai canoni inferiori agli 80 euro mensili pagati dagli utenti e non compensati né direttamente né con benefici indiretti”» . (CS dell’Associazione)
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