Nell’IMU il valore catastale supera in molti casi il valore di mercato.
E’ la denuncia partita oggi dall’XI Conferenza organizzativa della Confedilizia – in corso a Roma – sulla base dei dati forniti da più di 200 sedi territoriali dell’Organizzazione sparse su tutto il territorio nazionale.
In particolare, risulta che a soffrire questo divario sono in ispecie i centri storici dei Comuni minori capoluoghi di provincia, mentre il fenomeno è pressoché generalizzato sia per il centro sia per le periferie nelle zone censuarie nelle quali i Comuni – anche metropolitani – hanno provveduto ad azionare l’Agenzia del Territorio per la revisione del classamento e quindi delle rendite. Lo stesso fenomeno è poi riscontrabile in molte città, specie del Sud, ove il degrado investe interi quartieri o nelle zone nelle quali è presente un insediamento multietnico di riguardo.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: «Ad iniquità si aggiunge un’altra iniquità. Già è incivile che una proprietà immobiliare venga tassata oltre il reddito, ma ora siamo addirittura alla tassazione oltre il valore. Con l’aumento delle rendite si è di fatto arrivati a quel Catasto patrimoniale che aveva proposto il Ministro Visco e che il Parlamento aveva respinto. La riconduzione a equità, anche per le ripercussioni che si hanno sulle locazioni, con conseguenti effetti sociali, è di tutta urgenza. E l’eliminazione delle discriminazioni agevolative a favore di Fondi Immobiliari e SIIQ – sacche di evasione legalizzate dei poteri forti che non si sono volute eliminare nonostante il recupero di risorse che avrebbe comportato – è anch’essa di tutta urgenza oltre che imposta da un’esigenza, di moralità, un’esigenza ancora maggiore di quella – pur esistente anche in quel caso – dell’equità».
Fonte: CS Confedilizia
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