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			5 luglio 2012
 Lo Studio milanese di architetti e ingegneri Lombardini 22 organizza 
			da tempo, all’interno del suo bellissimo hub, convegni, incontri, 
			conferenze, mostre d’arte, dibattiti e conversazioni in cui si cerca 
			di mettere a confronto il punto di vista degli attori del comparto 
			del Real Estate con quello di chi studia fenomeni sociali, politici 
			ed economici.Così, ad ogni appuntamento in Lomabrdini 22, 
			dall’incontro-confronto tra un docente universitario e un manager 
			del mondo delle realizzazioni immobiliari, nascono spunti di 
			conversazione e approfondimento interessanti.
 
 Il ciclo di conversazioni apertosi lo scorso 5 luglio 2012 ha avuto 
			come tema il “Mare Bianco”; ovvero il Mediterraneo e le grandi 
			trasformazioni sociali e politiche che attraversano molti dei paesi 
			del MENA (Middle East North Africa), scossi dalle rivoluzioni della 
			“primavera araba”.
 
 Lo Studio Lombardini 22 lavora al momento in Libano, Egitto e Iraq, 
			e proprio questa esperienza fatta sul territorio ha spinto la 
			Società verso una ricerca di approfondimento del contesto 
			geopolitica e culturale di questi paesi e di tutta l’area, come 
			spiega Franco Guidi, Amministratore Delegato di Lombardini 22 e 
			moderatore della prima conversazione. «La rete di relazioni in cui 
			siamo immersi ci fa percepire le grandi potenzialità dell’area 
			mediterranea, non solo in termini di incremento demografico e 
			livello istituzionale, ma anche per capacità, carattere e 
			prospettive di sviluppo. Siamo convinti che questa rinascita possa 
			portare quell’energia, che forse, qui da noi si è persa».
 
 “Quello che i mercati emergenti ci chiedono” era il titolo scelto 
			dallo staff di Lombardini, per questa prima conversazione tra Emidio 
			Afonsi, Export Director di Castelli, azienda leader dell’arredamento 
			per ufficio che da tempo muove affari nei paesi del MENA; e Luigi 
			Ruggerone, Docente dell’Università Cattolica di Milano e 
			dell’Università Bicocca di Milano e autore assieme a Rony Hamui del 
			volume “Il Mediterraneo degli altri, le rivolte arabe fra sviluppo e 
			democrazia”.
 
 Due esperti di questo scenario geografico politico ed economico in 
			piena trasformazione, dunque, che hanno raccontato a un interessato 
			pubblico quali sono le potenzialità concentrate in questa area, 
			quali sono le rigidità culturali che dovremmo distruggere e limare 
			per poter finalmente interfacciarci con questo mercato e qual è 
			l’immagine che in questi paesi l’impresa italiana ha ancora da 
			giocarsi.
 
 Creatività, qualità, capacità di risolvere i problemi con intuito e 
			con rapidità di intervento, alta professionalità artigianale, gusto, 
			stile, capacità relazionali, vicinanza culturale.
 
 Sono queste alcune delle peculiarità che il mondo arabo ci riconosce 
			e che dobbiamo saper sfruttare.
 
 L’Italia deve diventare esportatrice di conoscenze e competenze, in 
			paesi che da noi italiani non si aspettano investimenti di grande 
			misura, perché certi investimenti non ci sono più possibili.
 
 C’è un vento di cambiamento che sta attraversando il Medio Oriente e 
			il Nord Africa , ed è interessante capire quale ruolo possa giocare 
			l’Europa, ed in particolare l’Italia. «E’ sul terreno macroeconomico 
			che si giocherà la partita più importante nei prossimi anni » ha 
			affermato Ruggerone . « Se è vero che il problema principale è stato 
			un modello di sviluppo troppo chiuso e poco propenso a integrarsi 
			col resto del mondo, solo un diverso atteggiamento 
			politico-culturale verso l’esterno potrà permettere alle economie 
			dei paesi arabi di trovare il giusto ritmo di crescita».
 
 (a cura di Lorenzo Taini)
 
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