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			27 settembre 2007
 In data 26 settembre si è tenuto a Novara un Convegno intitolato "Il 
			nuovo Piano regolatore generale di Novara. Strumento di governo 
			della città che cresce".L’incontro ha rappresentato l’ ultimo 
			appuntamento con il ciclo di convegni "La città che cresce", 
			promosso dai due assessorati competenti: alla Promozione e Sviluppo 
			della Città di Novara, e Urbanistica.
 La manifestazione ha avuto un duplice obiettivo: presentare ai 
			cittadini il nuovo strumento urbanistico, ormai giunto alle fasi 
			conclusive dell'iter di approvazione, e promuovere un confronto 
			critico sulla base di alcune significative esperienze registrate a 
			livello nazionale.
 Partendo da questo assunto i Relatori del Convegno si sono 
			interrogati sui nuovi strumenti e sulle nuove leggi in materia 
			urbanistica improntando tutta la discussione nell’ottica del fare.
 Chairman dei lavori è stato Cesare Emanuel (professore Università 
			del Piemonte Orientale) il quale ha offerto molte sollecitazioni 
			culturali e metodologiche che hanno arrichito il dibattitto.
 Massimo Giordano (Sindaco di Novara) ha espresso un sentimento di 
			profonda solitudine e amarezza nei confronti della Regione Piemonte 
			rea di aver bloccato il Piano. Il Sindaco ha affermato che Novara è 
			la seconda città del Piemonte in un continuo processo di crescita ma 
			anche di dismissioni e la sua complessità non le permette di 
			rimanere ancora a lungo senza uno strumento guida nelle azioni 
			territoriali.
 Mariella Enoc (Presidente Associazione industriali Novara) si è 
			unita al grido del Primo cittadino e ha rammentato “l’equazione 
			sviluppo del territorio uguale sviluppo economico”, illustrando 
			quanto le lungaggini influiscano sul processo di sviluppo della 
			città.
 Lo stesso tema è stato trattato anche da Paolo Pepe (assessore 
			all'Urbanistica del Comune di Novara) il quale ha illustrato le tre 
			grandi questioni urbane contenute nelle previsioni,il nodo 
			infrastrutturale, la città della salute con annessa la nuova 
			localizzazione del Polo Ospedaliero e la logistica. Le ultime due 
			necessitano di un approccio integrato.
 Novara si colloca in prossimità del nodo di intersezione fra due 
			importanti corridoi europei (Corridoio 5 e Corridoio 24), e in 
			posizione baricentrica rispetto al triangolo industriale 
			Milano-Torino-Genova. Questi elementi, da un punto di vista 
			strettamente territoriale e infrastrutturale, sembrerebbero fare 
			dell'Interporto di Novara (CIM) un nodo logistico in condizioni 
			particolarmente vantaggiose e quindi con interessanti potenzialità 
			che valicano la dimensione localistica.
 Il nuovo strumento urbanistico accoglie queste tre grandi questioni 
			ma come ha sottolineato Gianfranco Pagliettini (architetto autore 
			del nuovo PRG) «il Piano è formato da elementi strategici e non può 
			mai dirsi concluso. Dobbiamo smettere di pensare la 
			razionalizzazione urbanistica nell’ottica di quaranta anni fa in 
			quanto al piano dirigistico si è sostituito uno flessibile capace di 
			dialogare con la complessità urbana e sociale attuale».
 Il Nuovo Piano ha accolto quello precedente ma ha anche avviato una 
			nuova politica urbana nata sulla consapevolezza delle antiche 
			debolezze:
 • una rete ferroviaria obsoleta che si incrocia nel cuore della 
			città e la divide radicalmente in otto parti;
 • una insufficiente accessibilità autostradale per le aree 
			industriali e logistiche
 • una generale fragile attrattività dovuta ad una città con pochi 
			spazi pubblici e servizi di qualità
 • un paesaggio urbano e rurale che tende a omogeneizzare le proprie 
			diversità e a perdere di identità.
 Lo strumento propone un processo attuativo che mutua i criteri 
			inaugurati con i programmi complessi,li riordina all’interno di una 
			strategia unitaria e li applica a processi riorganizzativi non solo 
			locali ma anche territoriali.
 Il processo di governo territoriale di piani e programmi si 
			arricchisce negli ultimi anni di una nuova fase di sperimentazione, 
			compiendo l’intero percorso di integrazione degli strumenti 
			pianificatori fino all’attuazione.
 In questa fase spiccano i programmi complessi di quarta generazione. 
			In essi sono determinanti la capacità di integrazione di diverse 
			politiche settoriali, i fattori di concertazione orizzontale, i 
			criteri di addizionalità dei finanziamenti comunitari a risorse sul 
			territorio e la verifica delle buone attuazioni con rigorosi 
			monitoraggi. A tali opportunità è necessario rispondere localmente 
			con una efficienza fondata sulla capacità del soggetto pubblico a 
			realizzare azioni con flessibilità, ricorrendo a risorse 
			intersettoriali già sperimentate in buone pratiche del rapporto 
			pubblico-privato.
 Rispetto a tali requisiti Novara si trova in una condizione 
			favorevole, potendo contare su un quadro programmatico articolato, 
			aggiornato e condiviso, è una sorta di laboratorio che produce con 
			continuità piani e programmi partecipati, perequati e sostenibili da 
			quasi dieci anni.
 Carlo Alberto Barbieri (Professore Politecnico Torino) ha presentato 
			la Nuova Legge Regionale del Piemonte, figlia della precedente Legge 
			promulgata da uno dei padri dell’urbanistica italiana, Giovanni 
			Astengo.
 Il Relatore ha dichiarato che il DDL “Legge della pianificazione per 
			il governo del territorio” deriva dal work in progress che è stato 
			oggetto di esame dei diversi incontri dei Tavoli di ascolto 
			convocati in questi mesi: l’articolato mantiene fondamentalmente i 
			contenuti del lavoro svolto ma presenta delle diversità.
 La nuova Legge è corredata da un Allegato che, in stretta 
			correlazione con il testo normativo, individua, laddove tecnicamente 
			ritenuto rilevante, le regole e le norme tecniche, le 
			raccomandazioni e i metodi. L’Allegato, attraverso l’insieme dei 
			suoi contenuti, svolge una funzione di snellimento dell’articolato 
			di legge, in questo modo rendendolo anche più stabile nel tempo, e 
			raggruppa i contenuti maggiormente legati alla disciplina di 
			specifiche parti, quindi più dinamica e maggiormente soggetta alle 
			variazioni temporali.
 La pianificazione per il governo del territorio ha, nella Regione 
			Piemonte, natura plurale a livello regionale, metropolitano, 
			provinciale e locale.
 Fatti salvi gli elementi di diversità determinati dalla scala e 
			dalla connotazione propria di ciascun livello, la pianificazione 
			regionale, metropolitana, provinciale, locale è costituita da: una 
			componente strutturale, che interpreta in modo condiviso i caratteri 
			e le qualità del territorio, ne riconosce ed indica le scelte 
			fondamentali di conservazione, valorizzazione,nonchè di 
			riqualificazione, trasformazione e organizzazione caratterizzati da 
			lunga durabilità nel tempo e le cui regole di uso, salvaguardia e 
			tutela hanno limitati margini di negoziabilità. La nuova 
			normativa,da un elemento strategico, obbligatorio a livello 
			regionale, e facoltativo agli altri livelli, di natura 
			politico-programmatica e non prescrittiva, affronta il rapporto tra 
			visione e obiettivi, politiche, progettualità, azioni e priorità. 
			Infine vi è un terzo insieme operativo che, interviene in 
			particolare a livello locale, esprimendo le azioni, gli interventi e 
			i progetti di trasformazione da porre in essere in un tempo 
			medio-breve, disciplinandone caratteri, modalità, valutabilità e 
			concorrenzialità.
 La pianificazione del territorio è un’attività processuale 
			caratterizzata dall’integrazione delle conoscenze e delle scelte 
			anche di settore o specialistiche che concorrono a determinare 
			l’assetto e il governo del territorio considerato, con il metodo 
			della co-pianificazione e della cooperazione fra gli enti. La legge 
			norma il livello locale e regionale. Sul primo vi è la 
			sottolineatura
 dell’intercomunalità come scelta fondamentale, articolata in piano 
			strutturale locale, in regolamento urbanistico, e in piano operativo 
			locale.
 Sulla Pianificazione regionale la Regione esplicita un quadro di 
			governo del territorio costituito dal Piano territoriale regionale, 
			Piano paesaggistico regionale, e dal Documento strategico 
			territoriale.
 Due ulteriori novità della Legge sono quella relativa alle procedure 
			per dare attuazione alla perequazione urbanistica (a livello locale) 
			e alla perequazione territoriale (tra diversi enti locali mediante 
			gli accordi compensativi) e le misure di incentivazione regionale da 
			mettere in atto. E la previsione della concorrenzialità nello 
			sviluppo operativo della pianificazione locale, intesa quale 
			elemento per migliorare prestazioni e qualità delle trasformazioni 
			urbane anche mediante procedure concorsuali. L’introduzione della 
			concorrenza nell’urbanistica è un elemento innovativo.
 
 Oltre ai Relatori menzionati ha partecipato Carlo Colzani, 
			Segretario CISL Novara.
 
 
 
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