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      31 gennaio 2006
 Chissà a cosa pensava oggi, 31 gennaio 2006, tra le 11 e le 13, il 
		Cavaliere (come tutti chiamano Giovanni Gabetti, che invece io chiamo 
		Nino), Presidente Onorario della Società da Lui fondata quasi sessanta 
		anni fa e che porta il suo nome, mentre suo figlio Elio, Presidente in 
		carica, presentava - insieme al nuovo Stato Maggiore - il nuovo Piano 
		industriale 2006-2008 agli analisti alla stampa e agli stakeholder, nel 
		grande salone tutto specchi del Gran Hotel Principe & Savoia di Milano.
 Forse il Cavaliere, nel comfort della sua casa milanese, pensava che, 
		dal momento della quotazione nel 1990, ciò non era mai successo. E 
		infatti il Piano illustrato oggi da Maurizio Monteverdi, fresco AD di 
		Gabetti Holding, era il primo in assoluto, in questo senso almeno, nella 
		storia della Società.
 Un Piano non certo da scherzi, per giunta. Un Piano a tutto tondo, che 
		copre tutte le attività della Gabetti, e che da oggi pomeriggio si può 
		leggere anche sul sito www.gabetti.it. Un altro cambio di pelle del 
		Gruppo che - dopo un periodo forse troppo riflessivo - aveva già tirato 
		fuori gli artigli, e ora si appresta a dare la zampata.
 I primi importanti segnali si erano visti nel luglio del 2004, con 
		l'ingresso nella compagine - a fianco di altri soci forti - di Generali 
		Properties. Poi il rafforzamento del CdA, dove siedono tra gli altri Ugo 
		Giordano (La Gaiana, da oggi Vicepresidente Gabetti Holding), Virgilio 
		Tesan (Generali), Emma Marcegaglia, Claudio De Albertis (ANCE) e 
		Maurizio Dallocchio (Università Bocconi). Poi, negli scorsi mesi, 
		abbiamo visto entrare negli uffici di via Ugo Bassi il già citato 
		Monteverdi (proveniente da Generali Properties) e, prima ancora, Filippo 
		Cartareggia (come AD Gabetti spa), nella Community notissimo: era chiaro 
		che qualcosa stava per succedere. Ed è possibile che altri cambiamenti 
		siano dietro l'angolo.
 L'obiettivo 2006 - 2008 è ambizioso: moltiplicare per due il fatturato 
		(oggi circa 73 milioni di euro, escluse le attività di trading non 
		ricorrente), e per cinque l'EBITDA (oggi 6,7 milioni), rendendo più 
		attrattiva cioè la Società. Per posizionarsi come "primo full service 
		provider italiano" - rafforzando il business storico migliorandone la 
		produttività, crescere in nuovi business per linee interne, fare 
		acquisizioni/integrazioni di team o società, per andare all'estero, e 
		per aumentare la rete diretta di 10 Agenzie e quella in franchising di 
		280 - occorrono grandi e immediati investimenti (data la loro natura i 
		costi di crescita peseranno in gran parte sui conti del 2006, e si parla 
		di 40 milioni di euro), una nuova struttura organizzativa e nuovo 
		capitale intellettuale.
 Oggi il flottante è basso (17,6%), ma lo si vuol portare al 25% almeno.
 Forse oggi il Cavaliere, pensava che un riassetto è possibile: ma oggi 
		Elio Gabetti ha correttamente dichiarato di non potere - su questo punto 
		- dire di più.
 Certo, ne sapremo di più a fine marzo, quando per la Convention annuale 
		si troveranno tutti gli addetti - oltre due mila persone, tra diretti e 
		in franchising - della minuscola e arrotondata "gi rossa". Che forse 
		sarà d'ora in avanti un pochino diversa da come siamo abituati a 
		vederla. In programma c'è infatti una particolare attenzione 
		sull'immagine del Gruppo, partendo proprio da una modifica del logo per 
		arrivare a una nuova campagnia pubblicitaria; e la creazione di "Gabetti 
		Cube" (una sorta di incubatore di idee innovative, nella direzione del "lateral 
		thinking").
 Chissà, mi chiedo io, se Nino è contento. Forse, se come Elio punta al 
		rafforzamento della leadership e guarda al segmento STAR di Borsa 
		Italiana come "naturale approdo" Lui (che è sempre stato un Leader e che 
		ha portato la Gabetti in Borsa), sì, forse è contento. (PGL)
 
 PS: rammento che la mia "Lettera Aperta a Giovanni Gabetti", scritta 
		allorchè Gabetti divenne Presidente Onorario della Società, è alla 
		Pagina "Le mie Lettere Aperte"
 
			
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