| 
			23-26 novembre 2006
 Premessa. Faccio una dichiarazione che vi stupirà: una volta tanto 
			sono d'accordo con il collega Guglielmo Pelliccioli, Direttore di 
			Quotidianoimmobiliare.
 Anzi, di più. Per commentare RIMI prendo il suo testo e faccio un "Contocanto".
 Guglielmo, però, ha trovato in RIMI solo spine. Io, invece, ci ho 
			trovato per fortuna anche qualche rosa.
 
 Scrive Guglielmo:
 «Chissà a cosa stavano pensando Andrea Mondello, Giovanni Quinteri e 
			gli altri organizzatori del Rimi quando hanno deciso di collocare la 
			rassegna immobiliare dentro i padiglioni della Nuova Fiera di Roma. 
			Avranno fatto un giro perlustrativo prima o già sapevano che l’unico 
			percorso stradale possibile per arrivarci era quello della 
			sconnessissima vecchia Portuense? Certo, in ogni caso, era loro noto 
			che il raccordo con la superstrada Fiumicino – Roma era ben lungi 
			dall’essere agibile e che quindi avrebbero costretto gli incauti 
			visitatori a vagabondare per la campagna prima di approdare ai 
			cancelli della Fiera».
 
 Dico io:
 «Anche noi, a Milano, alla prima edizione di EIRE (Expo Italia Real 
			Estate) nella nuova Fiera di Rho Pero, nel marzo 2005, abbiamo 
			dovuto fronteggiare terribili problemi di viabilità. Non era colpa 
			della Fiera immobiliare (che tra l'altro si svolgeva per la 
			primissima volta) se la nuova Fiera di Milano, alla sua 
			inaugurazione, stava pure lei in una "landa desolata". Ma noi, 
			almeno, avevamo la metropolitana... e la serenità che in mezz'ora 
			potevamo essere in piazza Duomo. Già alla seconda edizione di EIRE, 
			a maggio 2006, i visitatori si dimostravano "esperti", e se di 
			disagi ancora ve ne sono stati, sono stati per fortuna abbastanza 
			limitati. Ma forse, paragonare RIMI a EIRE è ingiusto. EIRE ha solo 
			due anni di vita, RIMI era alla sua NONA edizione: le altre otto si 
			erano svolte negli edifici della " Fiera vecchia", ma evidentemente 
			gli anni non troppo hanno insegnato... »
 
 Scrive Guglielmo:
 «Avranno anche immaginato, spero, che per una manifestazione, come 
			dice Mondello, presidente della CCIAA di Roma “che si conferma come 
			il principale appuntamento del settore immobiliare nazionale” 
			sarebbero arrivati visitatori, espositori, clienti, fornitori, 
			giornalisti e relatori urbi et orbi, da Roma e da un po’ oltre il 
			Tevere! E sarà balenata nella loro testa che tali e tanti ospiti, 
			specie quando arrivano da fuori, non possono che utilizzare il taxi 
			per spostarsi dall’aeroporto, dalla Stazione Termini o dagli 
			alberghi dove alloggiano? Evidentemente questo piccolo e 
			trascurabile dettaglio deve
 essere loro completamente sfuggito visto che ciò che più manca ai 
			cancelli della Fiera sono proprio le auto bianche. Troppo afflusso 
			di clienti? Macchè,
 semplicemente non è ancora stata prevista una stazione di permanenza 
			dei taxi con un numero congruo di vetture disponibili».
 
 Dico io:
 «Ho come la percezione che gli organizzatori non si siano 
			preoccupati di ciò. Loro, forse, al RIMI ci sono andati con le 
			macchine di servizio... Veniamo
 a me. Avevo espressamente richiesto, uscendo dall'albergo (al centro 
			di Roma, ndr), un taxi che sapesse dov'era la nuova Fiera. Il 
			tassinaro, spavaldamente, ha detto al "doorman" di saperlo, ma poi, 
			appena partiti, ha confessato di non esserci mai stato. Siamo 
			riusciti a raggiungere il sito solo perchè avevo io le istruzioni 
			scritte. Al termine di una corsa da 32 euro, l'autista, compiaciuto 
			del risultato, sollecitava 10 euro di mancia. Ma siamo matti???».
 
 Scrive Guglielmo:
 «Di conseguenza chi intende servirsene (e sennò con cosa si sposta?) 
			si deve arrangiare e mettersi pazientemente al telefono, aspettare 
			di prendere
 la linea (chi frequenta Roma sa cosa significa chiamare un’auto 
			pubblica), mettersi in attesa per il tempo di attesa annunciato che 
			non è mai inferiore
 ai 20 minuti (il tempo che un taxi libero arrivi dalla prima 
			stazione di sosta). Il tutto con il confort di un marciapiedi privo 
			di panchine o di un qualsiasi
 luogo di ricovero».
 
 Dico io:
 «E meno male che non pioveva... Al RIMI io ci sono andata due volte, 
			in due giorni. La prima sera, rientrare a Roma è stato quasi un 
			miracolo. Mi veniva quasi da piangere: ero in linea con la centrale 
			di un radio taxi da un tempo interminabile quando, improvvisamente, 
			si è materializzato un taxi
 che ha scaricato un passeggero. L'ho preso al volo, ovviamente, e ho 
			pagato quasi con gratitudine i 35 euro della corsa. La seconda 
			volta, la sera del
 24 novembre, dovendo andare in aeroporto, ho preferito affidarmi 
			alle cure di un autista della Cooperativa Airport il quale, pur 
			abbastanza pratico della zona, è riuscito per un breve tratto - era 
			buio pesto, segnaletica zero - a perdersi. Tariffa, 30 euro».
 
 Scrive Guglielmo:
 «E’ presumibile che i solerti organizzatori romani non abbiano avuto 
			il tempo di pensare a queste faccenduole visto che erano presi a 
			progettare nei minimi particolari la loro manifestazione, il Rimi 
			appunto. Ma allora come si spiega che non sono riusciti ad allestire 
			neppure un ufficio stampa degno di questo nome all’interno della 
			Fiera? Quello sgabuzzino che esiste è annunciato con una scritta a 
			pennarello su un foglio di carta formato A4. In cotanta situazione 
			meglio non azzardarsi a chiedere una cartella stampa, la faccia 
			dell’addetta potrebbe sbiancarsi fino allo svenimento per la 
			sorpresa di una richiesta così incongrua».
 
 Dico io:
 «Ben peggio (parte l'immagine)! Avendo chiesto dove potevo trovare 
			una Cartella con i Comunicati, la risposta è stata "Dentro". Dentro 
			dove?
 Risposta: "Dentro".
 
 Parlando poi con colei che - ahimè- si proclama responsabile della 
			sezione convegnistica, ebbene, la famosa Cartella è saltata "fuori": 
			era accuratamente nascosta nel desk di fronte alle sale convegni. 
			Per essere alla nona edizione del Salone, l'idea non è affatto male, 
			anzi, direi che è innovativa. Ma ciò rientra nel concetto generale 
			della RIMI. Mi spiego meglio.
 Da molto tempo viviamo nella società dei servizi. Più complesso è il 
			servizio che si vende (o, meglio, eroga), più occorre essere "problem 
			solving". Ma, evidentemente, questo, per gli organizzatori della 
			RIMI, è un concetto antiquato. Da alcuni ritagli stampa, infatti, ho 
			appreso che RIMI è "innovazione".
 Ora, intendendosi con tale parola l'introduzione di sistemi e 
			criteri nuovi, meglio pensare a qualcosa di diverso: ecco allora che 
			il principio fondante della RIMI diventa, il "problem creating"! Che 
			sia per questo che non c'era neppure il guardaroba?».
 
 Scrive Guglielmo:
 «Forse, viene allora da pensare, i vispi organizzatori romani si 
			saranno concentrati esclusivamente e maniacalmente sul perfetto 
			funzionamento della
 macchina convegnistica.
 Eh no, qui proprio vi sbagliate a pensare bene di certa gente! 
			Davvero su questo aspetto le meningi sono state a riposo assoluto. 
			Perché di proiettori
 ce n’è uno mentre le sale dei convegni sono tre. A chi tocca tocca e 
			gli altri se lo portassero da casa il prezioso strumento. In fondo 
			cosa si pretende:
 il giorno 23 c’erano solo 3 convegni in contemporanea, il giorno 24 
			appena 4 e il sabato 25 solo 2. E che diamine non saranno così 
			schifiltosi i relatori,
 che diligentemente si sono preparati le slide e i grafici sul loro 
			bravo pc, ad andare a braccio e a commentare a voce le loro 
			tabelle!»
 
 
 Dico io:
 «Peggio, molto peggio. Le Ladies dirigenti di AREL, prima e nel 
			corso del Convegno organizzato dall'associazione il giorno 24, 
			proprio su questo punto
 hanno sperimentato di persona il "problem creating", sino a dover 
			subire addirittura aggressioni verbali (da parte della sopracitata 
			responsabile della
 sezione convegnistica). Questo, alla faccia della cura di un cliente 
			che - per l'uso della sala (per due ore!) si era impegnato a pagare 
			la bellezza di 1.500 euro+IVA, tutto escluso: le attrezzature che in 
			una normale sala convegni sono ormai da tempo di normale dotazione, 
			infatti, lì sono tutte a parte... E se si ha un'urgenza, e si ha 
			necessità di un supporto - si intende, pagandolo - non 
			precedentemente richiesto, ci si scontra con un fantastico muro di 
			gomma e nulla si ottiene. Se poi si prendono iniziative personali si 
			rischia, sapete, di "calpestare la procedura"! Che è ovviamente
 alla base del "problem creating".
 
 Che sia per questo che, nonstante le promesse, i "cavalierini" con i 
			nomi delle Relatrici - da apporre sul Tavolo - non sono mai 
			arrivati? Diciamole, queste cose!!!»
 
 Scrive Guglielmo:
 «Verrebbe a questo punto da pensare che forse gli organizzatori, 
			memori di queste problematiche, abbiano insistito nella loro opera 
			meritoria profondendo completamente il loro impegno nell’ideare il 
			massimo confort per le sale congressi. Ma qui forse non è colpa 
			loro, anche se questo non è un merito ma una minor colpevolezza. 
			Infatti i progettisti della Fiera o del salone, con bell’intuito, 
			hanno pensato di concentrare le tre sale convegni
 (Raffaello, Giotto e Leonardo) tutte nello stesso angolo del 
			padiglione. Il risultato è stato che, chi si sedeva per ascoltare 
			Mario, godeva anche del piacere di sentire Piero ma anche di potersi 
			unire all’applauso per Antonio. Se poi voleva distrarsi poteva 
			tranquillamente concentrarsi sulle varie musichette provenienti dal 
			salone o sugli annunci roboanti della signorina speaker».
 
 Dico io:
 «Noi, al Tavolo dell'Associazione Real Estate Ladies, ne sappiamo 
			qualcosa. A parte il brusio di fondo, nelle altre sale c'erano 
			relatori uomini, con voci
 ben più sonore delle nostre. Per farci sentire (la nostra sala per 
			fortuna era strapiena) per due ore ci siamo sgolate, interrompendo 
			gli interventi tutte
 le volte che la "signorina speaker" annunciava la prossima 
			conferenza sugli investimenti immobiliari a Dubai. Il giorno 
			successivo, con i convegni in corso, mi è stato riferito, con 
			ilarità, che gli annunci assumevano toni da campeggio ("è stata 
			ritrovata una borsetta smarrita")»
 
 Scrive Guglielmo:
 «Meno male che però l’interno della rassegna è ben disposto e ci si 
			può muovere liberamente senza vincoli di cartelli indicativi e 
			suggerimenti ragionati».
 
 Dico io:
 «Cartelli indicativi? Ma che sono? Le sale convegni sono "dentro" 
			(ut supra). Dentro dove? "In fondo". Ma lo sapete che il padiglione 
			di RIMI, anzicchè
 un reticolo (corridoi cioè perpendicolari su cui affacciano gli 
			stand (come avviene ovunque), contiene un percorso di tipo 
			bustrofedico? Vedere per credere, bisogna fare sempre tutto un "giro 
			in giro" e la piantina - nella prima pagina del Catalogo - non aiuta 
			a rintracciare le aziende che si vogliono
 visitare: il volume, infatti, raccoglie i profili degli espositori 
			in base non all'ordine alfabetico, ma a quello del percorso. Si 
			comincia così con Casaclick (stand N°1) e si conclude con Orsolini 
			spa (N° 172). Solo a pag. 211, al capitolo 12, vi è l'elenco 
			alfabetico degli espositori che, anzicchè agli stand, rimanda alle 
			pagine. E da nessuna parte della pubblicità ho trovato un accenno 
			agli orari di apertura della manifestazione.
 
 Scrive Guglielmo:
 «E, cosa più importante, per fortuna che la rassegna è 
			interessantissima e assai completa: si va dai fondi immobiliari di 
			Fimit, ai mutui di Banca di Roma a Bnp Paribas, ai grandi progetti 
			di Condotte. In mezzo, tanto per fare un po' di sano bric e brac, lo 
			stand dei vini tipici, quello dei distributori d’acqua, delle calci 
			colorate per intonaci, dei water in ceramica smaltata, dei portoni 
			per box automatizzati, delle false colonne e delle statue 
			marmorizzate, delle agenzie immobiliari di quartiere, dei 
			costruttori di pannelli solari, delle gru per i cantieri. Ma non 
			doveva essere la rassegna del mercato immobiliare? La prossima volta 
			a Roma andateci per qualcosa di più serio!».
 
 Dico io:
 «Io al RIMI ci sono stata altre volte. L'ultima, l'edizione 2005. 
			Certo l'ambiente della "vecchia" Fiera era sconfortante, ma mi era 
			sembrato che, negli
 anni, la qualità degli espositori e del programma convegnistico 
			meritassero il viaggio. C'era anche abbastanza gente: incontravo 
			moltissimi professionisti immobiliari romani di mia conoscenza, e 
			anche alcuni che venivano da fuori.
 
 Questa volta mi auguro che le coraggiose società immobiliari che 
			hanno raccolto l'invito a esporre abbiano fatto, nelle due giornate 
			aperte al pubblico
 (il 25 e 26), buoni contatti e magari anche buoni affari perchè - 
			nelle otto ore circa che io ho trascorso nel padiglione - di 
			visitatori ne ho visti davvero pochini.
 E non ho visto nessuno che facesse, come si dice, "gli onori di 
			casa". La buona prassi, nei Saloni, vuole che tutti, ma in 
			particolare i visitatori di prestigio o che arrivano da lontano, 
			vengano accolti con un cenno di Benvenuto da parte degli 
			organizzatori della manifestazione».
 
 Concludo io:
 Guglielmo ha visto solo spine. Io, per fortuna, ho colto anche 
			alcune rose:
 - un programma meritorio, e nutrito, di convegni su temi di 
			attualità, con molti relatori qualificati. In questo contesto AREL, 
			con il Seminario sul decreto Bersani - Visco, ha offerto un 
			contributo non di poco conto.
 - la presenza in Fiera delle due figliole di Antonio Mazzetta (socio 
			AICI, titolare del gruppo immobiliare che porta il suo nome): 
			Sabrina e Samantha, entrambe giovanisssime ma già da tempo impegnate 
			nella società di famiglia, "brillano" non solo per grazia e 
			bellezza, ma anche per gentilezza e professionalità.
 - la presenza in Fiera di Roberto e Loriana Renzi, con la loro 
			società Centrosì. Socio AICI lui, socia AREL lei, si sono adoperati 
			in maniera davvero encomiabile per accogliere bene non solo i loro 
			clienti ma, in particolare, le nostre Ladies, sei delle quali in 
			trasferta da Milano e Torino. Al termine del
 Seminario dell'associazione i Renzi hanno ospitato nel loro stand un 
			simpaticissimo e graditissimo rinfresco, hanno fatto realizzare a 
			tempo record un
 bel "poster" di AREL e Roberto, da buon fotografo qual è, ha già 
			inviato un paio di foto dell'incontro: che troverete presto sul mio 
			sito, www.internews.biz, alla pagina AREL.
 
 A entrambi, un sentitissimo Grazie.
 |