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			20 marzo 2007
 La grande corsa del “mattone” non è finita, è ciò è testimoniato dai 
			dati contenuti nel Rapporto di Nomisma sul mercato immobiliare 2006, 
			presentato ai Soci a Milano, il 20 marzo, e successivamente a 
			Bologna alla Conferenza Stampa.
 «Il 2006 ha rappresentato a livello mondiale un periodo di forte 
			crescita dei mercati immobiliari nonostante i ripetuti aumenti dei 
			tassi di interesse disposti dalle banche centrali» ha affermato 
			Gualtiero Tamburini, Vicepresidente di Nomisma e Responsabile dell' 
			Osservatorio sul mercato immobiliare del Centro di Ricerche 
			bolognese.
 Lo scenario tratteggiato dal Rapporto Nomisma narra di una tendenza 
			all’aumento riferita a sconti e tempi di vendita con prezzi che 
			continuano a crescere in maniera sempre più lenta rispetto al 
			passato.
 Il mercato degli investimenti immobiliari mondiale ha raggiunto la 
			quota record di quasi 500 miliardi di euro. Questo si deve 
			all’armonizzazione raggiunta a livello economico globale, con 
			previsioni positive per il prossimo anno.
 In questo quadro il mercato italiano, il cui ruolo continua a essere 
			piuttosto limitato, è considerato sempre più solido, maturo, a bassa 
			volatilità, e con un elevato indice di trasparenza. «La solidità e 
			la tenuta del nostro mercato nonostante le preoccupazioni mostrate 
			in relazione al reiterato incremento dei tassi di interesse, hanno 
			già prodotto effetti negativi sul mercato americano, soprattutto per 
			le insolvenze dei mutui più rischiosi. Questo trova fondamento nella 
			virtuosità strutturale delle famiglie italiane» ha proseguito 
			Gualtiero Tamburini.
 Proprio alle famiglie italiane Nomisma ha dedicato un ampia pagina 
			all’interno del Rapporto, analizzandole sia dal punto di vista 
			economico che sociale.
 Nello Studio si evince che nonostante i gruppi parentali italiani 
			presentino un reddito più basso rispetto a quelle di altri paesi 
			avanzati siano tendenzialmente più ricche (in quanto proprietarie di 
			immobili), limitatamente insolventi e molto propense al risparmio.
 L’indebitamento medio delle famiglie italiane continua a essere 
			modesto e tocca circa il 5 per cento del patrimonio, con un tasso 
			d’insolvenza fermo a 1,7 per cento.
 L’incremento graduale dei tassi di interesse ha comunque fatto 
			sentire marginalmente i propri effetti determinando un rallentamento 
			del ritmo della crescita dei mutui per l’acquisto delle abitazioni. 
			Questo è avvenuto grazie a nuove formule contrattuali di protezione, 
			di fronte a fenomeni inflazionistici. Riguardo ai servizi del debito 
			e dei prestiti personali, non dovrebbero esservi forti ripercussioni 
			né sul livello dei consumi né su quello della domanda immobiliare di 
			prima casa, semmai forse in quella per investimento.
 Il mercato immobiliare, in particolare delle città intermedie, nel 
			2006 ha registrato un aumento dei valori di compravendita nella 
			misura del 6,2 per cento per le abitazioni nuove, e del 6,9 per 
			cento per quelle usate, a fronte di un incremento più contenuto per 
			i mercati degli immobili, (per l’impresa +5,6 per cento, uffici +5,7 
			per cento, negozi e capannoni industriali +6,1 per cento), a 
			testimonianza di una intonazione più debole per questi ultimi 
			rispetto al mercato abitativo.
 Fenomeno che dovrebbe accentuarsi nel 2007, con un incremento medio 
			previsto del 3,5 per cento, per tornare poi a una ripresa nel 2008 
			(prevista del +3,8 per cento).
 Nomisma ha celebrato il suo ventennale e noi non possiamo che 
			augurarle la stessa produzione continua di Rapporti e di Studi, 
			utilissimi per chi si occupa, lavora, e studia le discipline 
			connesse al Real Estate.
 
 
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