milano, mercoledì 21 novembre 2012

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La libera circolazione dei diritti edificatori  
   
EXPO 2015, salvate gli spazi vuoti. A cura di Paolo Pileri (DIAP- Politecnico di Milano), Edizioni Electa  
   
Una vita in gioco, di Mauro Castelli, Gruppo Sole 24 Ore, Euro 25,00.  

 

E’ in distribuzione Economia Immobiliare n° 43, primo semestre 2012

 


World Capital ed EIRE

8 giugno 2011


Mercoledì 8 giugno per circa tre ore la sala Black della fieramilano a Rho è diventata punto di incontro e luogo di riflessione sul tema degli immobili logistici e le esigenze degli operatori, messe in risalto grazie al prezioso intervento di chi vive il settore giornalmente. Frank Charles Sportolari, amministratore delegato di UPS, Piercarlo Bosia, amministratore delegato di Geodis Immobiliare, Andrea Squarci, amministratore delegato Italia di Nocora International Insurance Brokers, società del gruppo Kuehne Nagel e Marco Galbusera, facility management & procurement director di Ceva Logistics, hanno animato il dibattito moderato da Giovanni Leonida, vicepresidente di Assologistica.



È stato il professor Fabrizio Dallari, direttore C-LOG Univesrità Carlo Cattaneo di Castellanza, ad aprire le danze, illustrando il proprio progetto “Atlante della logistica”, iniziato nel corso del 2010 e che, con l’intento di mantenerlo costantemente aggiornato, vuole avere due principali finalità: “fungere da punto di riferimento del settore” ed essere strumento ottimale “per fare scelte di pianificazione del territorio”. L’Atlante contiene preziosissimi dati di stock come “dimensione dei magazzini, location, tenant, clienti, merceologie, hanno di costruzione” ed “il principale mercato di riferimento è quello della logistica conto terzi”. “In Italia” prosegue Dallari, “ci sono circa 25mila imprese di logistica strutturate, senza considerare i padroncini e gli spedizionieri, che offrono servizi logistici integrati ed attività di warehousing che necessitano di magazzini. È un settore che incide circa il 7% del nostro PIL”. In conclusione il professore indica un altro punto di forza dell’Atlante, ovvero il fatto che esso “va al di là della regione sociale dell’azienda perché indica dove effettivamente si fa il fatturato”, “i magazzini sono molto più distribuiti sul territorio a differenza delle sedi amministrative”, essi sono “dove c’è la merce, a stretto contatto con il sistema economico e produttivo”. E col fine di dare uno spunto al dibattito degli operatori Dallari afferma “la Lombardia cuba circa 1/3 del valore complessivo del fatturato italiano”, ma “il 90% delle piattaforme si trovano intorno a Milano senza una distribuzione con criteri di efficienza, sono nate a macchie di leopardo, dove capitava, e ciò crea problemi di gestione del traffico”.



A dare un’immagine dell’andamento attuale del mercato logistico che “vede la fine della stabilizzazione dei prezzi che aveva caratterizzato il 2010” ed “un movimento del mercato logistico a macchie di leopardo, con Milano e Roma che tirano l’economia delineando segnali di ripresa” ci ha invece pensato Laura Pagani, responsabile del Research Department di Wolrd Capital, che, oltre ad una riflessione su domanda ed offerta, ha anche esposto un’analisi swot portando in risalto i punti sui quali oggi bisogna investire per rimanere competitivi in un mercato che sta cambiando: “formazione, capitale umano, innovazione, informazione e snellimento delle normative” per citarne alcuni.
Molto prezioso l’intervento telefonico di Bartolomeo Giachino, Sottosegretario Ministero Infrastrutture e Trasporti, che, partendo da un dato negativo, ovvero sia “il costo dell’inefficienza logistica nel nostro paese è di 40milardi l’anno” (fonte Banca d’Italia), ha voluto delineare i primi tre interventi del Piano Nazionali della Logistica, cioè “la realizzazione dello sportello unico doganale”, “la distribuzione urbana delle merci”, e la legge 127 già in vigore sui “tempi di attesa di carico e scarico delle merci”. Inoltre “attraverso 51 azioni concordate con tutto il mondo della logistica” l’intenzione del governo è quella di “tagliare 10 punti l’anno l’inefficienza logistica che, su 40milardi di euro, fa 4milardi di euro, quindi 0,3 punti di PIL”. Giachino ha anche precisato la posizione del governo rispetto al progetto di legge di riforma degli interporti presente in parlamento, che prevede “l’istituzione di un organismo che gestisca la logistica ed il suo sviluppo a livello di area territoriale” in quanto sino ad oggi “gli investitori investono dove è più opportuno, senza una logica pubblica concordata e ciò fa perdere tutto il valore aggiunto della logistica rispetto al territorio”.



Anche Giovanni Leonida ha confermato l’importanza della pianificazione territoriale per la logistica e, su questa premessa, ha introdotto la prima domanda relativa a infrastrutture e priorità d’intervento. È stata molto dura e provocatoria la risposta data da Frank Sportolari, sostenendo che “l’Italia è indietro rispetto ad altri paesi europei”. Secondo il dirigente di UPS vi sono tre aree difficili nella logistica italiana: quella “geografica”, “quella hardware” ovvero “manca un buon sistema ferroviario, le strade non sono adeguate, ci sono troppi porti ed aeroporti” ed ultima e più ardua, ma sulla quale vale la pena investire è quella “software” relativa al sistema burocratico italiano che ha in sè “troppe regole e troppe richieste addizionali” che rallentano il sistema. Per Sportolari la soluzione non è “più regole del governo”, bensì “la soluzione è lasciar fare agli esperti la logistica ed i politici non lo sono!”. Piercarlo Bosia vede invece nell’“intermodalità” la chiave di una logistica di successo, tuttavia conferma quanto detto dall’operatore precedente “il vero problema è la burocrazia e tutto quello che sta a contorno della realizzazione dell’opera”. Andrea Squarci conferma con un esempio l’inefficienza logistica italiana: “a noi vengono affidati molti trasporti da siti portuali del nord Europa destinati all’Italia. Per noi va benissimo perché lavoriamo, ma il fatto che si proceda in questo modo è un danno per tutti: la nave impiega 6 giorni in più, però la merce arriva prima perché è più affidabile nei tempi”. Il dirigente di CEVA afferma invece l’importanza di un investimento “sulla ferrovia per le sole merci”, “anziché investimenti faraonici, basterebbero investimenti più contenuti per baipassare i nodi delle reti passeggeri attorno ai centri urbani”.

Con la seconda domanda si è invece cercato di indagare sulle principali aree dove si potrebbe investire in attività logistiche, cercando di capire anche se l’offerta immobiliare sia adeguata alle esigenze. Frank Sportolari ha confermato la cruciale importanza del nord per la logistica, tuttavia, a suo parere “la più grande ricchezza italiana è il forte spirito imprenditoriale che si trova in tutto il paese”. Il delegato di Kuehne Nagel ha spiegato che per garantire flessibilità la sua azienda ha scelto la locazione come soluzione operativa; stanno valutando diversi progetti d’investimento ed in Italia “stiamo guardando alla qualità delle infrastrutture” afferma, sottolineando che l’area più appetibile è sicuramente quella “a nord est, sulla Brescia-Trieste, più verso Trieste”. Viceversa per Ceva è il cliente ad avere pieno potere decisionale “è lui a decidere dove piazzare le sue merci”, evidenziando una autonomia “relativa” degli operatori logistici; le maggiori richieste arrivano per l’area a sud di Milano.

Con la terza domanda si sono fatte delle riflessioni sull’immobile logistico ideale e le risposte sono state univoche, senza alcuna differenziazione. Tutti hanno dato molta importanza alla sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica. Galbusera e Bosia hanno evidenziato l’esigenza di immobili logistici più elevati (12-13,50mt), inoltre quest’ultimo ha sottolineato il fatto che avere un immobile qualitativamente migliore “ben curato, con materiali di qualità” non rappresenta un costo, anzi, sul nuovo andrebbe ad incidere solo del 3,5%, mentre Sportolari ha portato alla luce l’importanza della tecnologia solare in quanto “i costi della luce sono ancora quelli più alti nella gestione di un magazzino”. Tutti e quattro gli operatori hanno dichiarato di essere disposti a spendere di più per avere un edifico compatibile con l’ambiente anche perché, come affermato dal rappresentante UPS, “la sostenibilità ambientale è solo una questione di efficienza”, ed ancora “ogni modello green da noi realizzato ha rappresentato un’opportunità per risparmiare” e non un costo, così come Squarci “le progettazioni avanzate comportano un forte risparmio a fronte di una spesa minima iniziale”, perché “sono tecnologie volte a migliorare i consumi” conclude Galbusera.

Il tema sul facility management ha chiuso il convegno dimostrando anche in questo caso una forte univocità nella risposta degli operatori: tutti hanno concordato sul fatto che il livello strategico del facility management, quello decisionale e gestionale per intenderci, è importantissimo e da svilupparsi in seno all’azienda in quanto è qui che “si stabiliscono importanti costi aziendali” (Galbusera) ed è qui che ne va del “corretto funzionamento dell’attività logistica” (Squarci), mentre il livello “della manutenzione spicciola”, così definito in via riassuntiva da Leonida, viene decentrato ad aziende terze.

World Capital è soddisfatta della grande partecipazione in sala e dell’interesse riscontrato anche nel corso del post convegno, presso il proprio stand. Si sono toccati diversi temi d’attualità e ne sono usciti spunti interessanti per rendere il mercato della logistica migliore, più dinamico ed innovativo. Il futuro sta quindi in un buon livello di coordinamento territoriale a fronte di uno snellimento della macchina burocratica tipicamente italiana, nella realizzazione di immobili che siano non soltanto belli a vedersi, ma anche tecnologicamente all’avanguardia ed ecosostenibili, con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente e, al contempo, di risparmiare sui costi.

 

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