| 
			8 giugno 2011
 
 Mercoledì 8 giugno per circa tre ore la sala Black della fieramilano 
			a Rho è diventata punto di incontro e luogo di riflessione sul tema 
			degli immobili logistici e le esigenze degli operatori, messe in 
			risalto grazie al prezioso intervento di chi vive il settore 
			giornalmente. Frank Charles Sportolari, amministratore delegato di 
			UPS, Piercarlo Bosia, amministratore delegato di Geodis Immobiliare, 
			Andrea Squarci, amministratore delegato Italia di Nocora 
			International Insurance Brokers, società del gruppo Kuehne Nagel e 
			Marco Galbusera, facility management & procurement director di Ceva 
			Logistics, hanno animato il dibattito moderato da Giovanni Leonida, 
			vicepresidente di Assologistica.
 
 
  
 È stato il professor Fabrizio Dallari, direttore C-LOG Univesrità 
			Carlo Cattaneo di Castellanza, ad aprire le danze, illustrando il 
			proprio progetto “Atlante della logistica”, iniziato nel corso del 
			2010 e che, con l’intento di mantenerlo costantemente aggiornato, 
			vuole avere due principali finalità: “fungere da punto di 
			riferimento del settore” ed essere strumento ottimale “per fare 
			scelte di pianificazione del territorio”. L’Atlante contiene 
			preziosissimi dati di stock come “dimensione dei magazzini, 
			location, tenant, clienti, merceologie, hanno di costruzione” ed “il 
			principale mercato di riferimento è quello della logistica conto 
			terzi”. “In Italia” prosegue Dallari, “ci sono circa 25mila imprese 
			di logistica strutturate, senza considerare i padroncini e gli 
			spedizionieri, che offrono servizi logistici integrati ed attività 
			di warehousing che necessitano di magazzini. È un settore che incide 
			circa il 7% del nostro PIL”. In conclusione il professore indica un 
			altro punto di forza dell’Atlante, ovvero il fatto che esso “va al 
			di là della regione sociale dell’azienda perché indica dove 
			effettivamente si fa il fatturato”, “i magazzini sono molto più 
			distribuiti sul territorio a differenza delle sedi amministrative”, 
			essi sono “dove c’è la merce, a stretto contatto con il sistema 
			economico e produttivo”. E col fine di dare uno spunto al dibattito 
			degli operatori Dallari afferma “la Lombardia cuba circa 1/3 del 
			valore complessivo del fatturato italiano”, ma “il 90% delle 
			piattaforme si trovano intorno a Milano senza una distribuzione con 
			criteri di efficienza, sono nate a macchie di leopardo, dove 
			capitava, e ciò crea problemi di gestione del traffico”.
 
 
  
 A dare un’immagine dell’andamento attuale del mercato logistico che 
			“vede la fine della stabilizzazione dei prezzi che aveva 
			caratterizzato il 2010” ed “un movimento del mercato logistico a 
			macchie di leopardo, con Milano e Roma che tirano l’economia 
			delineando segnali di ripresa” ci ha invece pensato Laura Pagani, 
			responsabile del Research Department di 
			Wolrd Capital, che, oltre ad 
			una riflessione su domanda ed offerta, ha anche esposto un’analisi swot portando in risalto i punti sui quali oggi bisogna investire 
			per rimanere competitivi in un mercato che sta cambiando: 
			“formazione, capitale umano, innovazione, informazione e snellimento 
			delle normative” per citarne alcuni.
 Molto prezioso l’intervento telefonico di Bartolomeo Giachino, 
			Sottosegretario Ministero Infrastrutture e Trasporti, che, partendo 
			da un dato negativo, ovvero sia “il costo dell’inefficienza 
			logistica nel nostro paese è di 40milardi l’anno” (fonte Banca 
			d’Italia), ha voluto delineare i primi tre interventi del Piano 
			Nazionali della Logistica, cioè “la realizzazione dello sportello 
			unico doganale”, “la distribuzione urbana delle merci”, e la legge 
			127 già in vigore sui “tempi di attesa di carico e scarico delle 
			merci”. Inoltre “attraverso 51 azioni concordate con tutto il mondo 
			della logistica” l’intenzione del governo è quella di “tagliare 10 
			punti l’anno l’inefficienza logistica che, su 40milardi di euro, fa 
			4milardi di euro, quindi 0,3 punti di PIL”. Giachino ha anche 
			precisato la posizione del governo rispetto al progetto di legge di 
			riforma degli interporti presente in parlamento, che prevede 
			“l’istituzione di un organismo che gestisca la logistica ed il suo 
			sviluppo a livello di area territoriale” in quanto sino ad oggi “gli 
			investitori investono dove è più opportuno, senza una logica 
			pubblica concordata e ciò fa perdere tutto il valore aggiunto della 
			logistica rispetto al territorio”.
 
 
  
 Anche Giovanni Leonida ha confermato l’importanza della 
			pianificazione territoriale per la logistica e, su questa premessa, 
			ha introdotto la 
			
			prima domanda relativa a infrastrutture e priorità 
			d’intervento. È stata molto dura e provocatoria la risposta data da Frank Sportolari, sostenendo che “l’Italia è indietro rispetto ad 
			altri paesi europei”. Secondo il dirigente di UPS vi sono tre aree 
			difficili nella logistica italiana: quella “geografica”, “quella 
			hardware” ovvero “manca un buon sistema ferroviario, le strade non 
			sono adeguate, ci sono troppi porti ed aeroporti” ed ultima e più 
			ardua, ma sulla quale vale la pena investire è quella “software” 
			relativa al sistema burocratico italiano che ha in sè “troppe regole 
			e troppe richieste addizionali” che rallentano il sistema. Per 
			Sportolari la soluzione non è “più regole del governo”, bensì “la 
			soluzione è lasciar fare agli esperti la logistica ed i politici non 
			lo sono!”. Piercarlo Bosia vede invece nell’“intermodalità” la 
			chiave di una logistica di successo, tuttavia conferma quanto detto 
			dall’operatore precedente “il vero problema è la burocrazia e tutto 
			quello che sta a contorno della realizzazione dell’opera”. Andrea 
			Squarci conferma con un esempio l’inefficienza logistica italiana: 
			“a noi vengono affidati molti trasporti da siti portuali del nord 
			Europa destinati all’Italia. Per noi va benissimo perché lavoriamo, 
			ma il fatto che si proceda in questo modo è un danno per tutti: la 
			nave impiega 6 giorni in più, però la merce arriva prima perché è 
			più affidabile nei tempi”. Il dirigente di CEVA afferma invece 
			l’importanza di un investimento “sulla ferrovia per le sole merci”, 
			“anziché investimenti faraonici, basterebbero investimenti più 
			contenuti per baipassare i nodi delle reti passeggeri attorno ai 
			centri urbani”.
 
 Con la 
			
			seconda domanda si è invece cercato di
			indagare sulle 
			principali aree dove si potrebbe investire in attività logistiche, 
			cercando di capire anche se l’offerta immobiliare sia adeguata alle 
			esigenze. Frank Sportolari ha confermato la cruciale importanza del 
			nord per la logistica, tuttavia, a suo parere “la più grande 
			ricchezza italiana è il forte spirito imprenditoriale che si trova 
			in tutto il paese”. Il delegato di Kuehne Nagel ha spiegato che per 
			garantire flessibilità la sua azienda ha scelto la locazione come 
			soluzione operativa; stanno valutando diversi progetti 
			d’investimento ed in Italia “stiamo guardando alla qualità delle 
			infrastrutture” afferma, sottolineando che l’area più appetibile è 
			sicuramente quella “a nord est, sulla Brescia-Trieste, più verso 
			Trieste”. Viceversa per Ceva è il cliente ad avere pieno potere 
			decisionale “è lui a decidere dove piazzare le sue merci”, 
			evidenziando una autonomia “relativa” degli operatori logistici; le 
			maggiori richieste arrivano per l’area a sud di Milano.
 
 Con la 
			
			terza domanda si sono fatte delle riflessioni sull’immobile 
			logistico ideale e le risposte sono state univoche, senza alcuna 
			differenziazione. Tutti hanno dato molta importanza alla 
			sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica. Galbusera e 
			Bosia hanno evidenziato l’esigenza di immobili logistici più elevati 
			(12-13,50mt), inoltre quest’ultimo ha sottolineato il fatto che 
			avere un immobile qualitativamente migliore “ben curato, con 
			materiali di qualità” non rappresenta un costo, anzi, sul nuovo 
			andrebbe ad incidere solo del 3,5%, mentre Sportolari ha portato 
			alla luce l’importanza della tecnologia solare in quanto “i costi 
			della luce sono ancora quelli più alti nella gestione di un 
			magazzino”. Tutti e quattro gli operatori hanno dichiarato di essere 
			disposti a spendere di più per avere un edifico compatibile con 
			l’ambiente anche perché, come affermato dal rappresentante UPS, “la 
			sostenibilità ambientale è solo una questione di efficienza”, ed 
			ancora “ogni modello green da noi realizzato ha rappresentato 
			un’opportunità per risparmiare” e non un costo, così come Squarci 
			“le progettazioni avanzate comportano un forte risparmio a fronte di 
			una spesa minima iniziale”, perché “sono tecnologie volte a 
			migliorare i consumi” conclude Galbusera.
 
 Il tema sul facility management 
			ha chiuso il convegno dimostrando 
			anche in questo caso una forte univocità nella risposta degli 
			operatori: tutti hanno concordato sul fatto che il livello 
			strategico del facility management, quello decisionale e gestionale 
			per intenderci, è importantissimo e da svilupparsi in seno 
			all’azienda in quanto è qui che “si stabiliscono importanti costi 
			aziendali” (Galbusera) ed è qui che ne va del “corretto 
			funzionamento dell’attività logistica” (Squarci), mentre il livello 
			“della manutenzione spicciola”, così definito in via riassuntiva da 
			Leonida, viene decentrato ad aziende terze.
 
 World Capital 
			è soddisfatta della grande partecipazione in sala e 
			dell’interesse riscontrato anche nel corso del post convegno, presso 
			il proprio stand. Si sono toccati diversi temi d’attualità e ne sono 
			usciti spunti interessanti per rendere il mercato della logistica 
			migliore, più dinamico ed innovativo. Il futuro sta quindi in un 
			buon livello di coordinamento territoriale a fronte di uno 
			snellimento della macchina burocratica tipicamente italiana, nella 
			realizzazione di immobili che siano non soltanto belli a vedersi, ma 
			anche tecnologicamente all’avanguardia ed ecosostenibili, con 
			l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente e, al contempo, di 
			risparmiare sui costi.
 |