ottobre 2005
Quattro significativi momenti di "mondanità immobiliare" (ma con una
bella dose di tecnicalità) a Milano, in questi giorni d'ottobre 2005:
con DEGW, ProLogis, Lovells e Espansione Commerciale.
Ecco i primi due.
- Il 6 ottobre, nell'elegantissimo Hotel Four Season in via del Gesù,
Luigi Mangano, a capo di DEGW Italia, ha organizzato un "Power Lunch"
davvero chic. Una quarantina gli ospiti complessivamente convenuti (tra
cui Giorgio Viganò, componente della Giunta della CCIAA di Milano, e
Paolo Caputo, famoso architetto). Tutti ad ascoltare le disquisizioni
sul tema "Quale futuro per l'architettura?" da parte dello stesso
Mangano, di Lora Nicolaou (la quale «leads DEGW's projects in urban
planning, development briefing, planning policy and evaluation work.
Most recently, Lora has directed a number of tall building strategies
for Rotterdam, Dublin and London, along with expansion plans for the
City of Cambridge. She has extensive experience in urban briefing and
master planning, with key studies including Utrecht Central Station,
West Amsterdam Regeneration and Manchester Southern Gateway. Lora held a
senior lectureship post at Oxford Brookes University and taught at the
Joint Centre for Urban Design. She continues to lecture extensively at
conferences across the UK and Europe»), e dell'assessore alla Cultura
del Comune di Milano, Stefano Zecchi (studioso, docente universitario ,
scrittore e vero e proprio "volto della tv"), coordinati da noto
giornalista del Corriere della Sera.
Provocatoriamente, Luigi Mangano aveva sottotitolato l'incontro "Milano
come Dubai, Milano come Shangai?", intendendo con ciò discutere se, e
come, i nuovi progetti della città contribuiranno a disegnare, per
Milano, un modello innovativo dove la consapevolezza ecologica e l' "
urbanistica illuminata " si possano incontrare. Quali, è stato chiesto
al floor, potranno essere le conseguenze economiche, antropologiche e
sociali delle nuove architetture per uffici? E ancora, sono
"trapiantabili" a Milano «sia pure in forme stilisticamente e
spazialmente nuove», le previste iniziative e i grandi progetti di
riqualificazione urbana?
In sintesi, DEGW ha voluto far riflettere su quali «dovrebbero essere i
modelli di sviluppo urbano più appropriati per Milano in termini
economici, di immagine architettonica e di risposta alle aspettative di
una cittadinanza che vuole essere europea». Circa la recente polemica
sulla presunta colonizzazione dell’Italia da parte dei esteri, Luigi
Mangano ritiene che «occorra insistere su gare più trasparenti, aperte a
tutti, e non più su incarichi fiduciari ai soliti nomi stranieri o alle
star italiane». Il valore politico di un progetto , infatti, è nella sua
qualità architettonica e nel suo corretto inserimento nel contesto
urbano e nel carattere della città. Il sensazionalismo da parte di molte
amministrazioni e le conseguenti architetture urlate sono «indice di un
processo autodistruttivo che potrebbe coincidere anche con un possibile
sboom immobiliare», ha continuato Luigi Mangano, secondo il quale Milano
ha «bisogno di un piano generale di crescita urbana per difendersi dalla
fortuita collocazione dei nuovi complessi edilizi nel suo contesto; e
forse anche di migliori amministratori pubblici».
E questo, Mangano (che conosco da molti anni) lo sostiene da tempo.
La connettività e la globalizzazione, ha sottolineato nel suo intervento
Lora Nicolaou, rendono le città più importanti che mai. Ma Milano può
dunque diventare una città davvero globale? Sì, è la risposta, se saprà
offire ai suoi cittadini, con le migliori opportunità anche
architettoniche, «diversità, complessità, e infrastrutture culturali e
sociali». Milano dovrà affrontare una competizione che è più
internazionale che locale; i vantaggi per i nuovi development stanno su
scala regionale più che cittadina; e le decisioni circa la "location"
sono guidate da una «molteplicità di scelte».
Tutti d'accordo (tra il "culatello di zibello con perle di melone" e il
"risotto mantecato alle verdure rapestri") sul fatto che la grandezza di
Milano sta nella sua vocazione alla contemporaneità. Lo diceva anche il
celeberrimo Giò Ponti. Parlare perciò di «piano urbano, per Milano, è
platonico e anacronistico» ha osservato Paolo Caputo (il quale «nel suo
piccolo, si sente un architetto planetario»), durante il dibattito: che
si è svolto gustando il "sorbetto al torrone e miele con crema di
lamponi". Ci sono molte cose già in buon divenire, quali lo "Scalo
Farini", i "Mercati generali", la "fascia Sud", con la "Città dello
Sport" e la "Città della Scienza", e la "Città della Moda": che deve
guardare al futuro, ai giovani e non «ai "grandi" che appartengono già
al passato».
Al momento del "caffè e frivolezze" è intervenuto anche Giancarlo
Tancredi, che presso l'assessorato allo
Sviluppo
del Territorio del Comune di Milano guida il nucleo "Progetti
Strategici". Alla fase di dinamismo, forse di euforia, occorre passare a
quella della riflessione. Ma è indubbio che «il dinamismo è ciò che un
amministratore della città deve avere».
Al termine della gradita colazione, tutti hanno avuto un simpatico
omaggio: no, non parlo del gadget, ma del fascicolo "Consigli per i
Facilities Manager e per gli Immobiliaristi", predisposto da Luigi
Mangano.
Ma di questo, diremo oltre, in sede "tecnicamente" più appropriata. E
cioè "Economia Immobiliare", in corso di preparazione (sarà diffusa a
fine anno).
(Nella Foto, l'inizio del "Power Lunch")
- Sempre il 6 ottobre, ma alla sera, ProLogis Italia ha accolto un
ristretto numero di ospiti (per lo più clienti), per un incontro davvero
speciale. L'occasione, la presentazione delle tre nuove location
italiane della Società, che è leader mondiale nella logistica
immobiliare: "ProLogis Park Bologna", "ProLogis Park Padova" e "ProLogis
Park Lodi" (ma di ciò racconteremo oltre, in sede tecnicamente più
appropriata, ut supra).
Alexandra Lopes, Vice-President ProLogis Italia, e Carlo Walder,
responsabile commerciale della Società, hanno illustrato - duettando
simpaticamente - i tre progetti, con tanto di grafica e filmati. Ma a
ogni presentazione (peraltro e saggiamente di breve durata) faceva
seguito la degustazione di bei vini tipici (spiegati da una brava e
simpatica sommellier) e l'assaggio di ottimi prodotti caratteristici dei
luoghi ove i Parchi si trovano.
Il tutto è avvenuto in una bella sala di Palazzo Bovara - sede del
Circolo del Commercio - in corso Venezia. Palazzo che è caro alla mia
memoria, dato che lì organizzai, a giugno 2004, la Cena di Gala dell'11a
Conferenza di ERES - European Real Estate Society, network paneuropeo di
economisti immobiliari da me presieduto. Tutti coloro che vi
parteciparono (ben 300 persone, provenienti da una quarantina di Paesi)
conservano dello spendido evento memoria vivissima. |