“Un tempo Milano attirava talenti ma non li tratteneva; oggi la città è ai vertici europei per innovazione – coworking, sharing, economia 3.0/4.0 e quant’altro -, la più recente fase di una trasformazione continua dalla Milano fordista degli anni ’50-’70 alla Milano della conoscenza”.
Mentre sul piano sociologico la condivisione, la sharing economy, con gli scambi culturali sono la chiave di lettura delle nuove tendenze della vita urbana, sul piano territoriale assistiamo ad una forte accelerazione del processo di urbanizzazione, e ad un sovrauso spazio/temporale della citta’.
E l’opinione di Francesca Zajczyk, sociologa , docente in Milano Bicocca, che dal 2004 analizza le trasformazioni della città anche attraverso il Laboratorio PeriMetro (Laboratorio Periferie Metropolitane), intervenendo al Seminario “Città e cittadinanza. La partecipazione e le nuove reti”.
Il Seminario ha aperto il nuovo ciclo – il precedente si è svolto da aprile a luglio scorsi – di quattro incontri dell’OSSERVATORIO METROPOLITANO organizzati in Assoedilizia dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, in collaborazione con ARCHxMI e con l’Associazione Interessi Metropolitani. Gli incontri sono coordinati da Alberico Belgiojoso, Carlo Berizzi, Gianni Verga.
Dopo anni di stagnazione – ha inoltre riferito Francesca Zajczyk – la trasformazione urbana e sociale della città rileva la proiezione verso nord-est (Maciachini, per citare) mentre la polisettorialità milanese trova un forte riscontro dell’immobiliare-finanziario in Santa Giulia, Cascina Merlata, City Life, Porta Nuova.
Ma i nuovi poli sorti sul riuso delle aree industriali dismesse, nelle periferie, non hanno eliminato isole di emarginazione quali Ripamonti, Barona, Comasina, San Siro, periferie sociali nelle quali ha grande visibilità l’immigrazione. Eccezione il caso Paolo Sarpi e dintorni che vede la convivenza tra le comunità italiana e cinese.
In particolare, nell’area Nord Est si sta consolidando una nuova polarizzazione della comunita’ cinese.
E proprio sul rapporto, tra le varie comunità e dei cittadini tra loro, si è soffermata Cristina Pasqualini, ricercatrice di sociologia generale nell’Università Cattolica di Milano, illustrando il fenomeno (made in Italy) delle social streets. Accertato che in Italia 6 persone su 10, ed a Milano ben 7 persone su 10 non conoscono neppure il vicino di casa mentre magari si connettono con mezzo mondo e che molti, specialmente anziani, vivono da soli, a Bologna nel 2013 nasce l’dea di utilizzare i social per “mettere in rete” i residenti di un condominio o di una via, di un pezzo di quartiere.
Si formano così gruppi informali, a Milano la Giunta Pisapia li registra in un albo. Sono in Italia 428 (erano 149 nel 2014) con netta prevalenza in Lombardia ed Emilia Romagna, 50.000 gli aderenti. Organizzano biblioteche, corsi di cucina, di computer per anziani e molto altro, alcuni bar svolgono funzioni di portineria – ritiro pacchi, custodia di chiavi e quant’altro – per i condomini che sono privi di tale servizio.
Il tutto, con la finalita’ precipua di favorire la vicinanza e la connessione tra vicini di casa, senza formalita’ alcuna e con il rigoroso rispetto della gratuita’ di ogni attivita’.
Alessandro Bertoja, politico milanese (negli anni ’70 è stato il più giovane consigliere in Regione Lombardia) da sempre impegnato nel sociale (Fondazione del Centro C.O.I. Franco Verga per citare), è presidente del Centro Orientamento Immigrati. Ha documentato le grandi migrazioni interne degli anni del boom, 17 milioni di persone dal sud e dal nordest, e quelle di questi anni, 6 milioni, provenienti da altri Paesi. Ha tracciato la straordinaria evoluzione economica e sociale dell’Italia – dall’analfabetismo di base pari al 21% della popolazione alla fornitura di manodopera al Belgio in cambio di carbone, al calo dei contadini dal 40% di fine guerra al 10% degli anni ’70, oggi siamo al 4% – .
Ridimensionando l’allarme nei confronti degli extracomunitari (in grande maggioranza di religione cristiana) il cui apporto nelle campagne come nelle fabbriche come nell’assistenza agli anziani rimane fondamentale per la nostra società.
Ovviamente, l’attualità e la pregnanza dei temi trattati dai relatori ha avviato un fitto dibattito tra relatori e pubblico.
Fonte : Assoedilizia