di Kristina Kappelin , Sovrintendente Villa San Michele
Il 12 giugno Villa San Michele, ad Anacapri, riapre dopo la prima chiusura al pubblico in settant’anni di attività.
Durante il lockdown la Villa ha prodotto una video guida per chi non ha potuto visitare la bellissima dimora di Axel Munthe e il suo magnifico giardino.
Quest’estate, visitare Villa San Michele e Capri sarà come ritornare ai tempi perduti.
Nella primavera del 1876, un giovane svedese arrivò con il treno alla stazione di Napoli, con in testa una bombetta provinciale e un pince-nez sul naso. La città deve averlo colpito molto, perché scelse di fare un ritratto in uno studio fotografico, un ricordo di un viaggio che per sempre avrebbe cambiato la sua vita.
C’è un parallelo tra quel momento e il 2020. Il giovane, di nome Axel Munthe, veniva da un sanatorio a Mentone, in Francia, dove aveva trascorso un anno per curarsi da una malattia polmonare, probabilmente tubercolosi, uno dei mali più devastanti di allora, come il Covid-19 oggi.
Da Napoli Munthe partì per Sorrento e prese la barca per Capri. Nel libro del 1929 “La Storia di San Michele”, che divenne un incredibile bestseller internazionale, Munthe racconta così il suo arrivo sull’isola azzurra: “Dalla barca a vela di Sorrento saltai sulla piccola spiaggia. Sciami di ragazzi giocavano fra i battelli rovesciati o bagnavano nella schiuma i corpi di lucido bronzo, e vecchi pescatori, con rossi berretti frigi, accomodavano le reti davanti ai capannoni delle barche. In faccia all’approdo stavano una mezza dozzina di asini con la sella sul dorso e mazzi di fiori nella bardatura; intorno chiacchieravano e cantavano altrettante ragazze con gli spilloni d’argento infilati nelle trecce nere e un fazzoletto rosso annodato. L’asinella che mi doveva portare a Capri si chiamava Rosina e il nome della ragazza era Gioia…”
”Davanti a me saltellava Gioia coi piedi nudi, una ghirlanda di fiori intorno alla testa, come una giovane baccante, e dietro arrancava Rosina con i suoi zoccoletti neri, la testa curva e le orecchie cascanti, immersa in profondi pensieri. Io non avevo tempo di pensare, la mia testa era piena di meraviglia estatica, il mio cuore pieno della gioia di vivere: il mondo era bello e avevo diciotto anni!”
Munthe s’innamorò perdutamente di Capri e, divenuto ormai un noto medico dell’alta società europea e americana, costruì Villa San Michele con il suo meraviglioso giardino agli inizi del Novecento.
Durante i mesi di quarantena in questa proprietà incantevole e incantata, ho avuto il privilegio di vivere Capri come Axel Munthe e come lui me ne sono sempre più infatuata. Che sensazione poter passeggiare nel giardino tutta sola e vedere le stagioni cambiare, salire la mulattiera verso il millenario Castello Barbarossa e appoggiare la mano sul granito rosso della sfinge e guardare insieme a lei l’incredibile vista. Villa San Michele è situata sulla punta nord est dell’isola e la primavera qui viene lentamente, tra tempeste di pioggia e venti che agitano il mare, scuotono pini e cipressi e fanno tremare le case. Quante sere sono uscita sulla terrazza per vedere in lontananza le luci di Napoli, Ischia e Procida, con il vento in faccia, domandandomi se stavo sognando o se veramente non era possibile attraversare il golfo di Napoli, incontrare la mia famiglia rimasta sulla terraferma e riaprire il museo che, duranti i 70 anni dalla morte di Axel Munthe non è mai stato chiuso al pubblico.
L’obbligo di fermare la società per bloccare il diffondersi del virus non ha ovviamente fermato la natura. I narcisi, i tulipani, le peonie e il glicine che riempivano il giardino con il loro profumo, hanno ormai lasciato il posto alle rose, le zagare, le ortensie e i gigli africani. Il viale di cipressi ombreggia con il suo verde scuro la nostra betulla, unica nel suo genere nel sud d’Italia.
Con la video guida fatta in questi mesi abbiamo invitato virtualmente i nostri ospiti alla Villa. La risposta del pubblico è stata al di là delle nostre aspettative e ci ha avvicinato tutte le persone, in Italia e all’estero, che amano Villa San Michele. Senza visitatori un’istituzione culturale e uno straordinario giardino si trasformano in una chimera, nel vago eco della storia.
Nelle mie solitarie passeggiate su per la montagna, lo stupore della bellezza della natura, dei fiori selvatici della macchia mediterranea e dei volo dei falchi pellegrini e tutti gli uccelli migratori, si è mischiato con la profonda tristezza di non poter condividere tutte queste impressioni ed esperienze con gli amici di Villa San Michele.
Così mi sono chiesta: cosa avrebbe fatto Munthe?
In primo luogo, sarebbe partito per il nord come medico volontario per combattere l’epidemia, come fece per curare i malati di colera della Napoli del 1884. Poi avrebbe riaperto la sua bellissima dimora e il suo giardino con la sua pergola, descritta dallo scultore Carl Milles come ”la perfetta rappresentazione dell’infinito.” Munthe sarebbe stato impaziente e lo siamo anche noi. Dietro le quinte siamo tutti al lavoro per poter aprire le nostre porte al pubblico il 12 giugno, il weekend della festa di Sant’Antonio, protettore di Anacapri.
Sarà possibile prenotare la propria visita all’indirizzo email museum@sanmichele.org o via telefono +39 081 837 14 01. Tutte le informazioni sulla Villa si trovano sul nostro sito www.villasanmichele.eu
L’entrata sarà concessa a un numero prestabilito di persone, come in tutti i musei italiani, seguendo le direttive anti-Covid, in modo che le visite possano svolgersi nelle migliori e più sicure delle condizioni. Anche il nostro Cafè Casa Oliv si trova all’esterno, con una vista mozzafiato sul golfo di Napoli, fatta di pace e colori, il canto degli uccelli, la brezza e ”le voci del mare” come scrisse Munthe.
Chi verrà a Capri quest’estate potrà vivere l’isola e Villa San Michele come prima del turismo di massa, senza trambusto e senza folla. Un’esperienza unica da non mancare.
Nell’ immagine, un particolare del giardino di Villa San Michele