Ricavi per oltre 14 miliardi di euro, valore aggiunto per 4 miliardi e quasi 800 milioni destinati agli investimenti nel 2017. Numeri in crescita per i maggiori gruppi industriali bresciani, che confermano la fase positiva attraversata dal comparto manifatturiero della Leonessa, terza provincia d’Europa per tasso di industrializzazione, che lo scorso anno ha beneficiato del contesto economico favorevole.
La forte propensione all’internazionalizzazione di queste imprese viene confermata dalla quota dei ricavi generati all’estero sul totale delle vendite: 60,3%. Vendite in crescita nel 2017 del 12,5% rispetto all’anno precedente e che hanno toccato quota 14,6 miliardi. Incrementi a doppia cifra anche per gli indicatori di redditività: il margine operativo lordo fa registrare un +11,8% a 1,8 miliardi, mentre il reddito netto aumenta del 24,6% e vale 679 milioni.
I risultati arrivano dall’edizione 2018 del Rapporto sulle dinamiche economico-finanziarie dei gruppi industriali bresciani, curato dall’Ufficio Studi e Ricerche di Associazione Industriale Bresciana (AIB). L’indagine prende in esame la performance di 90 tra i principali gruppi industriali a marcata vocazione manifatturiera, che ben rappresentano il cosiddetto “Quarto capitalismo” italiano, caratterizzato da imprese con proprietà concentrata, produzioni specializzate, forte proiezione internazionale, autosufficienza patrimoniale e spiccata propensione all’innovazione.
“Anche quest’anno osserviamo risultati decisamente positivi, non solo per quanto riguarda il volume d’affari, oltre la metà del quale destinato ai mercati esteri, ma pure sul versante della redditività – spiega Giuseppe Pasini, presidente di AIB, commentando il rapporto –. Parliamo delle imprese bresciane più all’avanguardia, che oltre ad essere molto competitive nel proprio business di riferimento, contribuiscono in maniera decisiva allo sviluppo economico generale, dal momento che garantiscono occupazione a 45mila persone, sostengono costi del lavoro per 2,2 miliardi e scelgono di investire ben 785 milioni, quasi il 20% del valore aggiunto, gettando solide basi per il futuro. Solitamente, poi, questi gruppi sono i leader nella loro filiera produttiva e fanno da traino alle molte aziende fornitrici, in genere di piccole dimensioni”.
La composizione per settore dei gruppi analizzati vede la prevalenza dei comparti metalmeccanici (74 operatori), ben riflettendo la specializzazione dell’industria locale; i rimanenti 16 appartengono a settori comunque rilevanti per l’economia del territorio, come l’alimentare, carta e stampa, chimico-gomma plastica e sistema moda. Le imprese complessivamente incluse nell’area di consolidamento sono 678.
Sul fronte finanziario, infine, i gruppi bresciani confermano livelli di indebitamento molto bassi. L’Indice di indipendenza finanziaria (rapporto tra mezzi propri e capitale investito) ha raggiunto nel 2017 il 46,0% (dal 45,6% nel 2016), mentre il Leverage finanziario, pari a 0,6, risulta invariato rispetto all’anno precedente.
Fonte: AIB