- Circa il 45% dei CEO italiani (vs 40% a livello mondiale) pensa che la propria azienda non sarà economicamente sostenibile tra 10 anni, tra le priorità di cambiamento il tema digitale, il modello di business e l’upskilling
- Inflazione (32% Italia vs 40% a livello mondiale), volatilità macroeconomica (21% vs 31% a livello mondiale) e conflitti geopolitici (17% vs 25% a livello mondiale) rappresentano le principali minacce globali. In flessione rispetto al 2022 la preoccupazione riguardo i rischi informatici e sanitari
- I CEO stanno tagliando i costi, ma il 62% dei CEO italiani (vs 60% a livello mondiale) non prevede di ridurre l’organico e l’89% (vs 80% a livello mondiale) non ridurrà le retribuzioni per trattenere i talenti e mitigare la “Great Resignation”
- I leader di Francia, Germania e Regno Unito sono meno ottimisti dei loro pari di Stati Uniti, Brasile, India e Cina per quanto concerne la crescita nazionale vs quella globale. I CEO italiani invece ripongono le stesse aspettative nell’andamento dell’economia del nostro paese e del resto del mondo, prospettando una flessione nei prossimi 12 mesi
- La regolamentazione, i cambiamenti nella domanda da parte dei clienti, la carenza di competenze e la technology disruption sono considerate le maggiori sfide per la redditività nel lungo periodo dai CEO italiani
- Il 66% dei CEO italiani (vs 58% a livello mondiale) sta sviluppando una strategia per ridurre le emissioni e mitigare i rischi del cambiamento climatico sui profili di costo e sulla supply chain
La gestione del rischio climatico, una priorità crescente per le imprese
Sebbene i rischi emersi dalla CEO Survey siano molteplici e diversificati, il cambiamento climatico si conferma fra le principali preoccupazioni nella percezione dei CEO, con una stima d’impatto significativo sui profili di costo aziendali (67% italiani vs 50% a livello mondiale), sulle supply chain (55% italiani vs 42% a livello mondiale) e sulle immobilizzazioni materiali (29% italiani vs 24% a livello mondiale).
Riconoscendo l’impatto che il cambiamento climatico avrà sul business e sulla società nel lungo periodo, la maggior parte dei CEO italiani ha già messo in atto (o intende farlo) delle iniziative per perseguire l’innovazione con prodotti e processi nuovi e rispettosi del clima (76% italiani vs 61% a livello mondiale), per ridurre le emissioni delle proprie aziende (73% italiani vs 65% a livello mondiale), e per sviluppare una strategia basata sui dati al fine di mitigare i rischi climatici (66% italiani vs 58% a livello mondiale).
In tema di riduzione delle emissioni, Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia, pone particolare enfasi sulle rinnovabili: “Siamo virtuosi ma solo il 22% delle aziende ha già sviluppato una strategia in merito. La straordinaria flessibilità italiana è una risorsa e consentirà ai nostri CEO di superare la crisi con maggiore successo rispetto ad ambienti più strutturati come quelli anglosassoni.”
Questo dato è in linea con quanto registrato a livello mondiale (23%), mentre una quota più alta di CEO italiani dichiara di aver avviato progetti in tal senso (44% italiani vs 35% a livello mondiale).
Fonte : PwC