Per la parte Landllord, e in particolare sul travel retail , è intervenuto all’ incontro Stefano Gardini, Presidente ATRI – Associazione Travel Retail Italia che ha spiegato alcuni snodi fondamentali dello Studio.
- Sull’importanza di avere negli aeroporti sia Food Court che ristorazione diffusa, Gardini ha spiegato che la ristorazione rappresenta sempre di più un elemento strategico dell’offerta commerciale degli aeroporti. Nel corso degli ultimi 10/15 anni ha subito un importante processo di evoluzione, passando dal concetto di Food quale elemento “necessario” del viaggio ad elemento che porta valore aggiunto al viaggio stesso. Questo è stato capito dai grandi operatori della ristorazione, che hanno introdotto format sempre più accattivanti e personalizzati, e dai landlord che hanno affiancato ai principali player di mercato operatori locali in grado di garantire una differenziazione marcata di prodotto enfatizzando le eccellenze locali. Chiarito questo, la grande discriminante rimane sempre e comunque la configurazione degli spazi a disposizione. Se da un lato la food court ottimizza gli spazi a disposizione e consente all’utenza di poter avere una chiara visione dell’offerta e all’operatore una facilità operativa e gestionale, dall’altro richiede elevati spazi, spesso incompatibili con quelli presenti in molti scali. Laddove vengono realizzate importanti interventi infrastrutturali che allarghino gli spazi aeroportuale non è raro vedere posizionate food court in punti strategici, soprattutto dove elevati sono gli afflussi di persone in air side, cosa che di contro rischia di essere difficile. Anche in questo caso non è raro vedere nello stesso aeroporto anche ristorazione diffusa localizzata nei “passaggi di flussi” strategici per cogliere appieno tutte le potenzialità espresse dalla ristorazione.
- Alla seconda domanda che chiede perché negli aeroporti di media piccola dimensione la ristorazione sia distribuita in tutta l’aerostazione, Gardini, di nuovo sottolinea che dipende dalla disponibilità degli spazi : “L’elevata crescita del traffico che gli aeroporti di media dimensione hanno registrato ha reso difficile dedicare spazi significativi che potessero ospitare food court. Le food court per funzionare bene, infatti, necessitano di ampi spazi, grande visibilità e di essere localizzate in punti nevralgici. Nel caso aeroportuale, ad esempio, questi elementi si riscontrano quando le Food Court vengono localizzate in air side in posizioni ben visibili dai percorsi che i passeggeri si trovano a compiere. L’assenza di questi elementi ha spesso spinto i gestori degli scali di media dimensione, nell’ambito dei processi di riconfigurazione delle aree commerciali/operative finalizzate all’adeguamento infrastrutturale, a localizzare gli spazi F&B all’interno dei flussi commerciali retail. Questo peraltro riflette una innegabile esigenza: quella di massimizzare la footfall di tali spazi per ottimizzare i ricavi. In genere in tali scali i processi di riconfigurazione interna hanno dovuto fare i conti con limiti operativi ed infrastrutturali e per questo il Food ha rappresentano anche un elemento di traino per i flussi”.
- Ed infine rispetto al brand mix degli aeroporti e stazioni, si sottolinea come la tendenza di oggi veda la presenza di operatori nazionali, internazionali e locali. Sicuramente proprio questi ultimi rappresentano un valore aggiunto sempre più importante, perché consentono di identificare l’aeroporto con il territorio in cui si inserisce. “ La ristorazione presente negli aeroporti ha avuto, nell’ultimo decennio, una forte evoluzione verso livelli qualitativi molto elevati. Questo è stato, da un lato, frutto di una profonda evoluzione dei principali operatori della ristorazione commerciale e dall’altro dalla presenza di operatori di piccole dimensioni, a matrice fortemente identitaria locale, in grado di stabilire una forte connessione tra l’aeroporto ed il territorio. Personalmente credo che il futuro debba, sempre di più, porre questo connubio quale elemento strategico di successo. Per i Big della ristorazione commerciale diventa talvolta difficile creare format iper-personalizzati in grado di esprimere il territorio che, di contro, rappresentano opportunità in grado di stimolare la domanda con prodotti di tipo differente. Devo concludere però plaudendo molti operatori multinazionali che finalmente stanno compiendo tanti sforzi e con risultato crescenti nel differenziare i loro format sempre più in linea con le crescenti esigenze dei passeggeri e con un occhio ai millenial e generazione Z che rappresenteranno il 50% del traffico”
Fonte : Atri – Associazione Travel Retail Italia