La città illuminata prende forma: Bergamo e Brescia si avvicinano a grandi passi all’appuntamento con il 2023, quando saranno, a braccetto, Capitale Italiana della Cultura. Consegnato lunedì scorso al Ministero della Cultura il dossier di programmazione che delinea la strategia e le azioni che le due città metteranno in campo in vista del prossimo anno, i Sindaci Giorgio Gori ed Emilio Delbono hanno presentato mercoledi 2 febbraio al Teatro Sociale di Bergamo Alta e giovedì 3 al Sociale di Brescia i primi contenuti del loro progetto di Capitale.
Innanzitutto il tema quel “La città illuminata” che raccoglie diverse sfaccettature e allude a una Capitale 2023 illuminata come città di ampie vedute, faro che si fa punto di riferimento, aperta alla luce della ragione, vivace e animata e come dinamo capace di trasformare l’operatività in energia positiva. Un’energia sottolineata anche dal logo della Capitale, con il “3” del 2023 a divenire una molla pronta ad sprigionare tutto lo slancio che le due città vogliono esprimere per ripartire dopo la dolorosa vicenda covid19, che nei due capoluoghi lombardi ha mietuto migliaia di vittime nella primavera del 2020.
Rinascere con la cultura
Nessuno si salva da solo: un refrain ripetuto molte volte durante l’emergenza pandemica e che nel progetto di Capitale delle due città cugine trova la sua più plastica realizzazione. Brescia e Bergamo non dimenticano la dolorosa parentesi della pandemia: il progetto bresciano di un memoriale all’ex gasometro – installazioni illuminotecniche e spazi di meditazione – e quello orobico del Bosco della Memoria – inaugurato lo scorso anno dal premier Mario Draghi – prevedono un dialogo a distanza per non dimenticare quanto la tragedia del 2020 abbia segnato queste due Comunità. E il covid19 – e la necessità di impostare una nuova normalità post pandemia – è la miccia da cui si sviluppano l’idea e la visione alla base del dossier realizzato dalle due città.
Bando ai campanili – che rimangono vivi soprattutto nella memoria calcistica delle due città – e si lavora per “crescere insieme”: Bergamo e Brescia, insieme, già oggi rappresenterebbero la quinta conurbazione del nostro Paese, ma soprattutto il più grande e potente distretto manifatturiero, il secondo comparto produttivo d’Italia, uno dei più importanti d’Europa, il quinto territorio per numero di imprese registrate. E il progetto di Capitale vuole sprigionare, attraverso l’innesco della cultura (anche del lavoro) tutto il potenziale che le due città potrebbero esprimere se imparassero a lavorare insieme.
Le Camere di Commercio, le Coldiretti, i conservatori, i teatri, i musei, le istituzioni e le fondazioni culturali sono chiamate tutte a sviluppare progetti in parallelo con i propri omologhi cugini: nascono allora contaminazioni, nuove alleanze, iniziative, progetti che aprono scenari nuovi di collaborazione tra i due territori. Impensabile fino a poco tempo fa un’orchestra formata dagli allievi dei due conservatori; o il raddoppio del Landscape Festival bergamasco nelle piazze di Brescia e del Festival della Luce bresciano nelle vie di Bergamo. Sono stati oltre 500 i progetti raccolti nella prima fase del lavoro per la Capitale, tutti da sviluppare per il 2023 e con il 70% a prevedere una collaborazione tra le due città.
Bergamo e Brescia sono al lavoro per realizzare una ciclovia che le unisca, 75km di percorsi culturali e naturalistici, e dei veri e propri cammini, uno basso, di pianura, lungo 120 km e da percorrere in 6/7 tappe diverse, e uno alto, di montagna, sviluppato con il CAI, tutti a rappresentare un ponte – rigorosamente di mobilità dolce, con parecchia attenzione a non consumare suolo e a un tipo di turismo slow – che unisca la Città dei Mille alla Leonessa d’Italia.
L’inaugurazione della Capitale è previsto per il 13 dicembre 2022, giorno di Santa Lucia, ricorrenza particolarmente cara a bergamaschi e bresciani, ma soprattutto giorno simbolico proprio per la luce, tema del progetto di BGBS2023. Oggi in programma la presentazione del dossier nel Teatro Sociale di Brescia.
Gori: “La nostra Capitale sarà qualcosa più di una vetrina o di una rassegna di eventi”
“È la prima volta che Capitale italiana della Cultura non è una sola città, ma due — commenta il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori —. Stiamo lavorando insieme. Il progetto nasce dalla pandemia, ma è proiettato al rilancio, guarda al futuro: la Cultura si pone come un catalizzatore di energie che va oltre la dimensione dei mondi soliti della cultura. L’idea di fondo è che la cultura faciliti la crescita del territorio nelle sue diverse accezioni. Parliamo anche di formazione, imprenditorialità, la cultura diventa una strumento di comprensione della complessità del mondo. Diventa un fattore di crescita anche economica di una società.”
“Vogliamo qualcosa di più – continua Gori – di una vetrina e una lunga rassegna di eventi. Pensiamo che questa sia un’occasione per progettare pezzi di futuro del territorio, mettendo al centro il tema dell’innovazione e della sostenibilità ambientale: quando parliamo di cultura parliamo anche di due territori che hanno due università, che sono all’avanguardia nella ricerca, applicata all’industria, ma anche alla sanità, e che stanno sviluppando idee nuove, per esempio nel caso di Bergamo un grande progetto di ripensamento del welfare territoriale e di transizione ecologica.”
Qui il dossier di programmazione completo: https://we.tl/t-GNadINKH4u
Un video di presentazione del territorio di Bergamo: https://drive.google.com/file/d/1hMnIj2hhwo_GrB9b23Yjrk72zuiydd9T/view?usp=sharing
Fonte : Amministrazione Comune di Bergamo