di Carlo Berizzi, presidente di AIM Associazione Interessi Metropolitani e docente alla facoltà di ingegneria dell’Università di Pavia
Edizioni Il Poligrafico/AIM
“Lo spazio aperto – scrive Carlo Berizzi nel suo libro “Piazze e spazi collettivi. Nuovi luoghi per la città contemporanea” – rappresenta una leva importante per lo sviluppo della città, promuovendo sistemi alternativi alla mobilità veicolare, favorendo il rinnovo urbano, valorizzando ambiti storici, turistici e culturali, stimolando l’attività economica, promuovendo il benessere fisico e psicologico delle persone, facilitando l’inclusione sociale, oltre a svolgere un ruolo fondamentale per la mitigazione ambientale. Mentre il pensiero moderno ha interpretato la città come una risposta funzionale ai bisogni dell’uomo, nella contemporaneità essa cerca di riconquistare anche un ruolo culturale che tende ad elevare sempre più la qualità della vita. Tra i fattori di novità che riguardano gli spazi aperti delle città contemporanee, spicca la perdita di significato della divisione netta tra spazio aperto pubblico e spazio privato su cui era basato lo sviluppo storico della città. Una nuova forma di spazio – quello collettivo, che rappresenta il luogo percepito dai suoi fruitori come bene comune al di là della sua origine o proprietà – diviene il protagonista della vita quotidiana.”
Firma l’introduzione del volume Vincenzo Albanese, CEO di Sigest: “Viviamo un momento storico unico e peculiare, che ci trova quotidianamente immersi nella rete. Ma all’incremento della fruizione del mondo virtuale non corrisponde la riduzione del bisogno di vedersi e di relazionarsi fisicamente. Anzi, l’ancestrale necessità di incontrarsi sopravvive e, in qualche modo, aumenta mantenendo come scenario la città e i suoi spazi collettivi. I luoghi pubblici di fatto cambiano nella forma, ma preservano l’originaria funzione e sostanza. Quali sono dunque le contemporanee piazze? Quali funzioni le contraddistinguono, come sono vissute dagli abitanti e cosa vi ricercano? Il volume si propone di indagare questi antichi quanto inediti luoghi riconsegnati alla città e ai suoi abitanti, partendo dall’osservazione di Milano, i cui spazi pubblici negli ultimi anni sono diventati sempre più strategici, rivitalizzando aree vecchie e nuove, centrali e periferiche.”