E’ iniziata sabato mattina, 29 agosto, alla presenza del Vicesindaco di Padova, la demolizione dell’ultima delle sei palazzine del Complesso Serenissima, in via Anelli, simbolo per molti anni del degrado in città.
Con la demolizione dell’ultimo edificio per il quale saranno necessarie un paio di settimane e il successivo sgombero delle macerie, l’area sarà pronta per l’atto di permuta che il Comune firmerà con l’Agenzia del Demanio.
Il terreno in via Anelli, libero da ogni infrastruttura, passerà allo Stato che lì realizzerà la nuova Questura della città, mentre il Comune, in cambio, otterrà la proprietà dell’ex Caserma Prandina nella zona ovest della città, alla fine di corso Milano.
La demolizione degli edifici era iniziata il 9 dicembre dello scorso anno ed è stata realizzata a step, palazzina dopo palazzina, anche per non creare disagi alle abitazioni e alle attività limitrofe. Tra gli imprevisti, che inevitabilmente accadono in operazioni così complesse, ricordiamo il rinvenimento nei garage sotterranei di alcune automobili, due delle quali decisamente d’epoca, abbandonate da tempo e, molto più serio, la presenza di amianto all’interno dei circa 300 miniappartamenti che formavano il complesso residenziale. Amianto che è stato isolato e smaltito in sicurezza prima di procedere all’abbattimento di ogni palazzina.
Il Vicesindaco, che ha tra le sue deleghe i lavori pubblici e che ha seguito la vicenda di via Anelli fin dall’insediamento dell’Amministrazione, non nasconde la sua soddisfazione e commenta: “In questi tre anni abbiamo lavorato con grande determinazione e concretezza per un risultato che sembrava impossibile. Tra pochi giorni del Complesso Serenissima di via Anelli non resterà più niente così come avevamo promesso. Tre anni di lavoro duro e appassionante in cui abbiamo acquistato 200 appartamenti da 200 proprietari diversi, avviato le demolizioni e non ci siamo fermati nemmeno di fronte al problema dell’amianto. Via Anelli è stato il simbolo di scempio urbanistico, convivenza difficile e sicurezza: lo abbiamo affrontato con concretezza e abbiamo vinto la sfida. Questo è l’esempio che le cose si possono fare e noi le abbiamo fatte senza cedere agli slogan o alla facile demagogia che in questi casi imperversa.
Questa non è la metafora della ruspa che spazza, ma il cantiere di un futuro nuovo per la Stanga e per Padova: qui sorgerà la nuova Questura di Padova, cambia il disegno della città che porta funzioni importanti nei quartieri costruendo così nuove centralità. Un esempio vero di rigenerazione urbana che non si limita solo a cambiare un edificio, ma che porterà un nuovo interesse e darà una spinta sia economica che sociale.
La Città migliora se cresce in centro come nelle periferie: questo è segno per una Padova dove non devono più esistere scempi urbani che portano a situazioni di marginalità, insicurezza e abbandono“.
Fonte : Comune di Padova