Si è concluso con l’ormai tradizionale successo di partecipazione e di interesse il ciclo di incontri 2018 dell’Osservatorio Metropolitano ospitati da Assoedilizia presieduta da Achille Colombo Clerici. Ciclo che riprenderà nel 2019, come ha annunciato il presidente del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti di Milano Gianni Verga che con il presidente dell’ Associazione Architetti per Milano Alberico Belgiojoso e con il presidente dell’ Associazione Interessi Metropolitani Carlo Berizzi ha coordinato gli incontri.
Lo stesso Belgiojoso ha ripercorso le tappe dell’Osservatorio durante le quali si sono discussi temi quali Città e Cittadinanza, Bellezza e Qualità Urbana, Piano di Governo del Territorio, Regolamento Edilizio – un riuscito mix di argomenti urbanistici, tecnici, sociali, culturali, finalizzati ad approfondire le diverse questioni che stanno alla base delle future proposte sullo sviluppo di Milano e della Città Metropolitana – prima di avviare il dibattito coordinato da Berizzi su “Conservazione del patrimonio storico e trasformazioni. Criteri e Motivazioni”.
Con lui Libero Corrieri (già Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici) e Massimo De Adamich (consigliere delegato Comitato Tecnico Tecnologia e Innovazioni di Assimpredil Ance).
Belgiojoso: le città parlano, ciascuna con il proprio linguaggio. Vanno viste come un insieme – percorsi, quartieri, punti-monumento, sistemi urbanisti e culturali – e non come singoli edifici; e vanno viste con gli occhi degli abitanti, non degli operatori. Milano è una città geometrica, che si è espansa in cerchi concentrici, ogni fascia è un pezzo di storia, il centro, le circonvallazioni, le periferie, la cintura ferroviaria. Per citare, i Bastioni punteggiati di neoclassico, le aree dove fiorì l’industria, dove si concentra la cultura con le università, ogni pezzo della città abbisogna di una valutazione ad hoc con uno spirito non di fanatica conservazione ma attraverso una valutazione del patrimonio urbanistico decidendo cosa e come salvare. Sulla base delle scelte Milano, città in continua trasformazione, deciderà il proprio futuro.
Secondo Corrieri, che si è avvalso di una nutrita ed emblematica documentazione visiva, Milano è piena di orrori urbanistici: dalle rovine della seconda guerra mondiale che ancora esistono in pieno centro (Cinque Vie) ai “mostri” di grandi edifici abbandonati o non completati di proprietà pubblica e privata (Inps, Telecom, San Petronio, Poste, Tiro a Segno, caserme, cascine, gasometri per citare) che potrebbero essere riutilizzati senza ricorrere a nuove costruzioni che mangiano il territorio. Lodata la legge del 1939 che consentiva allo Stato di cooperare con la proprietà privata privilegiando l’interesse pubblico a tutela del territorio e del Paesaggio, si è soffermato sull’aspetto del turismo a Milano: in crescita sì, ma che potrebbe trovare ulteriore e più razionale sviluppo se i suoi luoghi di attrazione venissero inseriti in percorsi ad hoc. Esempio, l’Ultima Cena. Una toccata e fuga di migliaia di turisti perchè non inserita in un “percorso Leonardesco”.
La tecnologia per la ristrutturazione è stato l’argomento di De Adamich che ha illustrato alcuni interventi di recupero: dell’Acquario (bombardato nel 1943) che, pur avendo ripreso l’attività nel 1963, ha visto realizzare dal 2003 al 2006 i lavori per offrire una struttura tecnologicamente avanzata e di recupero architettonico dell’edificio; della chiesa sconsacrata di San Carpoforo in Brera; del Padiglione d’arte contemporanea di via Palestro; del complesso dell’Annunciata di Abbiategrasso. Un tema, quello dei cantieri nell’arte, oggetto di un volume-ricerca di Assimpredil Ance ed altri per far conoscere al mondo la realtà di eccellenza dei cantieri di restauro milanesi.
Fonte : Europasia