Un 2022 positivo che, alla voce fatturato, segna un sostanziale ritorno ai livelli pre-Covid e una forte crescita rispetto al 2021: è questa la sintesi più rilevante che emerge dal monitoraggio dell’Osservatorio del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – CNCC, che analizza il panel più rappresentativo dell’Industria dei centri commerciali in Italia, a cui partecipa il 100% in omogeneo dei negozi di 300 strutture, pari a circa 10 mila attività.
Infatti, dai dati emerge chiaramente che il trend di ripresa dell’Industria dei centri commerciali, già rilevato nel 2021, si consolida ulteriormente nel 2022 in cui si registra un netto miglioramento del fatturato con una crescita del +13,7% rispetto all’anno precedente.
Se per il raffronto con il 2022 si considera, invece, il 2019, anno pre-pandemia, i fatturati dei centri commerciali sono quasi in linea con un lieve calo di circa il -3%: questo risultato evidenzia una solida ripresa per tutto il comparto, alla luce del fatto che il primo trimestre del 2022 è stato ancora fortemente influenzato dall’impatto della variante Omicron. Da sottolineare, infatti, che se si considera solo il periodo da aprile a dicembre 2022 – di fatto esente da effetti legati dalla pandemia – la parità con il 2019 è quasi raggiunta (-0,6%).
Alla dinamicità del trend dei fatturati, gli ingressi mostrano un costante miglioramento seppure con un recupero più lento, andamento che consente di prevedere un ritorno ai livelli pre-Covid nel corso del 2023. Il 2022 si chiude, infatti, con una notevole crescita rispetto al 2021 (+14,1), ma la voce ingressi presenta ancora un gap, seppure si stia gradualmente riducendo, se il raffronto avviene con il 2019 (circa -15%).
Il quadro presentato dai risultati dell’Osservatorio CNCC viene letto come una conferma della fidelizzazione al “format centro commerciale” che, a fronte di un’affluenza non ancora ai livelli pre-Covid, evidenzia un importante incremento dello scontrino medio, un cambiamento nelle abitudini di spesa che era già stato intercettato lo scorso anno. I clienti continuano, quindi, a premiare l’offerta dei centri commerciali, che si evolve in linea al contesto in cui operano, così come ai nuovi bisogni in termini di prodotti e servizi, ma anche di esperienza d’acquisto. Un impulso, infatti, è dato sicuramente anche da una sempre maggiore implementazione della strategia omni-channel, che si sta rilevando vincente su tutti i canali, e dall’impegno dell’Industria nell’introdurre innovazioni digitali e creare nuove esperienze di visita.
Entrando più nel dettaglio, dal raffronto del fatturato 2022 con il 2021, tutte le categorie merceologiche riportano un andamento in crescita, ad esclusione dell’elettronica di consumo che presenta una minima flessione (-0,3%): la migliore performance è data certamente dall’accelerazione della ristorazione (+43%), cura persona, salute (+18,5%), cultura e tempo libero (+14,3%), abbigliamento (+15,3%), attività di servizi (+10,6%) e beni per la casa (+9,2).
Se si confrontano, invece, i fatturati degli anni 2022 e 2019, le categorie merceologiche con andamento positivo sono beni per la casa (+3,6%) e cultura e tempo libero (+2,3%), sostanzialmente in linea l’elettronica di consumo (-0,1%), mentre non hanno ancora del tutto recuperato cura persona, salute (-1,3%), abbigliamento (-4,9%) e attività di servizi (-16%). Un commento a parte merita, anche in questo raffronto, la ristorazione che registra un calo del -7%, a causa delle restrizioni ancora vigenti a inizio 2022.
Infine, a dicembre 2022, tra i mesi più importanti per l’Industria grazie allo shopping natalizio, l’Osservatorio CNCC registra un +6,8% alla voce fatturati, rispetto al 2021, e un allineamento di fatto rispetto al 2019 con un -0,8%. Inoltre, il dato fornito dal monitoraggio degli ingressi mostra un +7,8% rispetto al 2021, mentre resta ancora in negativo (-12,7%) rispetto al 2019. Per quanto riguarda le categorie merceologiche, particolarmente incoraggiante il dato che emerge per la ristorazione, una delle attività maggiormente colpite negli ultimi anni a causa delle restrizioni più prolungate, in crescita di oltre il 27% rispetto al 2021, mentre si riposiziona al trend del 2019 (+1%).
Fonte : CNCC