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	 23 ottobre 2007
 
 
 E’ stata presentata a Milano in data 23 ottobre presso il Circolo della 
	Stampa una Ricerca intitolata “Evoluzione del mercato immobiliare e 
	finanziario” curata dal Centro Studi Sarpi Immobiliare e da AICOMEC 
	Associazione Italiana Consulenti e Mediatori Creditizi in collaborazione con 
	Circuito Immobili Italia. L’Incontro è stato organizzato dai curatori del 
	Rapporto.
 Lo Studio è stato elaborato tramite un sondaggio effettuato da 110
 rilevatori in tutta Italia, titolari di agenzie Sarpi Immobiliari, 
	consulenti finanziari e professionisti del settore; su di un campione totale 
	di 3 mila intervistati. L’ Analisi è stata realizzata alla luce delle 
	recenti evoluzioni del settore, che hanno interessato anche la categoria dei 
	mediatori creditizi, con l’obiettivo di fornire una visione olistica delle 
	prospettive di cambiamento del mercato immobiliare e finanziario italiano.
 Emanuele Barbera (Presidente Sarpi Immobiliare) ha indicato l’andamento del 
	mercato che ha confermato la sua vivacità anche nel 2007, con scambi per 
	circa 130 miliardi di euro, dove le transazioni effettuate nel campo 
	residenziale hanno mantenuto un ruolo leader con il 78 per cento di 
	compravenduto totale.
 Alla luce di questi dati, bisogna prendere atto che è in corso un 
	rallentamento in un settore che negli ultimi sei anni ha continuato a 
	crescere, raddoppiando i valori degli immobili. Quindi se anche ci fosse un 
	segnale negativo del 6 per cento sulle compravendite, si tratterebbe di un 
	normale assestamento e della necessaria riselezione di operatori quanto di 
	interventi che erano fuori mercato per prezzo.
 Il Presidente, ponendo a confronto la situazione italiana con quella 
	americana, ha affermato che nel nostro Paese sarà tuttavia difficile 
	assistere a crolli del settore, come è avvenuto in USA, soprattutto perchè i 
	principali investitori non sono Fondi Immobiliari (che occupano solo una 
	fetta del 12 per cento delle transazioni), bensì privati che concludono il 
	78 per cento delle compravendite, non usando la casa come leva finanziaria.
 Quindi il rischio di sofferenza può essere causato principalmente dalla 
	difficoltà presente nei bilancio familiare nella corresponsione dei mutui 
	dovuta all’innalzamento degli interessi.
 Il sistema bancario sta cercando di risolvere questo problema tramite un 
	intervento con rinegoziazioni sulle pratiche di mutuo.
 Emanuele Barbera ha enunciato che «i segnali restano comunque positivi in un 
	mercato che deve solo decongestionarsi sia da eccessi di valutazioni sia da 
	player poco professionali».
 Roberto Borioli (Presidente AICOMEC) ha illustrato il ruolo del consulente 
	finanziario spiegando la correttezza metodologica nella creazione di 
	sinergie fra i differenti attori che ruotano attorno all’acquisto 
	dell’immobile.
 Il Relatore ha sostenuto che «il mediatore creditizio deve fare il mediatore 
	creditizio, l’agente immobiliare deve fare l’agente immobiliare, 
	l’assicuratore deve fare l’assicuratore; però tutti insieme, sinergicamente, 
	non in concorrenza, ma in collaborazione, solo così offriranno il massimo 
	della loro professionalità al cliente. AICOMEC chiede ai propri associati 
	maggiore specializzazione nel ruolo senza invasioni di campo, ma operando 
	sinergicamente con gli agenti immobiliari e con gli assicuratori considerati 
	partners privilegiati e non concorrenti».
 Roberto Borioli ha sintettizato il quadro di riferimento della situazione 
	attuale mediante i seguenti dati: «L’80 per cento della popolazione italiana 
	abita in una casa di proprietà e di questi il 13,8 per cento paga un mutuo 
	la cui rata rappresenta peso consistente nel bilancio familiare. Nel 2006 
	sono stati stipulati 404.276 mutui per la casa, con un incremento del 2,9 
	per cento rispetto al 2005. L’importo medio finanziato nel 2006 ammonta ad 
	euro 127.571,00 per abitazione. Il monte mutui erogato alle famiglie è 
	passato dai 36.874 milioni di euro del 1996 ai 208.295 del 2006 (+466 per 
	cento) con un aumento solo nell’ultimo anno del 13,3 per cento.
 A fronte del minor aumento del numero dei finanziamenti si è avuto un
 notevole incremento degli importi e conseguente aumento del rischio e della
 necessità di una sempre più attenta valutazione della clientela.
 Le compravendite realizzate attraverso la richiesta di un mutuo 
	rappresentano il 47,8 per cento del totale, e se consideriamo che i 
	mediatori creditizi iscritti all’albo sono ora circa 90 mila, e che il 
	mercato non va certo verso un aumento delle operazioni, le prospettive di 
	business non sono delle migliori».
 Il Presidente ha detto che il contesto economico è in continua evoluzione e 
	richiede da parte del consulente non solo la capacità di interpretare i 
	bisogni del gruppo familiare con cui dialoga ma anche quella di sapersi 
	sostituire, nella fase preliminare, anche all’intermediario finanziario.
 Il ruolo del consulente finanziario è diventato sempre più complesso sia a 
	fronte dei nuovi adempimenti legislativi, organizzativi e delle 
	responsabilità
 anche penali, sia riguardo le recenti disposizioni di legge ,non sempre 
	chiare ed immediatamente applicabili. L’esempio è dato dalla Legge
 2 aprile 2007, n. 40 in materia di “portabilità" dei mutui. Nell’intenzione 
	del Legislatore vi era l’offerta della possibilità di sostituire i vecchi 
	finanziamenti con nuovi mutui a condizioni economiche più favorevoli, 
	tramite l'istituto, previsto all'art. 1202 del Codice civile, della 
	surrogazione per volontà del debitore. La Legge contempla l’estinzione 
	anticipata, la cancellazione delle ipoteche e la predisposizione degli atti 
	di compravendita, tutte queste enunciazioni hanno creato incertezza e 
	confusione nella clientela e nei professionisti del settore.
 Le banche ora stanno molto più attente nella concessione del credito e
 utilizzano formule rigide di analisi (scoring) che anche il consulente deve
 conoscere e applicare nelle fasi preliminari alla presentazione
 dell’operazione, soprattutto in conseguenza delle mutate esigenze della
 clientela sempre più orientata verso finanziamenti al 100 per cento del 
	valore degli immobili e per durate ultratrentennali.
 Roberto Borioli ha dichiarato che «nei momenti di forti tensioni economiche, 
	il consulente deve seguire il proprio cliente anche dopo l’erogazione del 
	finanziamento: l’esempio più chiaro l’abbiamo in questo periodo dove in 
	conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse molti acquirenti non sono 
	più in grado di pagare le rate dei mutui sottoscritti qualche anno fa, in 
	questo momento quindi il mediatore creditizio deve essere professionalmente 
	e eticamente corretto preoccupandosi di contattare il cliente per aiutarlo 
	nella ricerca di una soluzione e quindi di una rinegoziazione del 
	finanziamento».
 Se ci riferiamo all’operatività relativa alle compravendite immobiliari è Il 
	mediatore creditizio che nel corso della delicata fase della transazione 
	deve coordinare tutte le operazioni, l’erogazione del finanziamento, la 
	stipula del rogito, i rapporti fra l’agente immobiliare e acquirente 
	successivamente i rapporti con la banca, con il notaio e con il perito e a 
	volte anche con il venditore.
 Tutto questo comporta una sempre più accentuata specializzazione.
 La figura del mediatore creditizio deve sempre di più puntare sulla 
	formazione per venire in contro alle richieste del mercato.
 
 Il mercato immobiliare delle principali città italiane è stato analizzato 
	dalla Ricerca svolta in base ai dati forniti dal numero di compravendite 
	concluse sino al perido del settembre 2007, dalle 98 agenzie Sarpi 
	Immobiliari operanti sul territorio. I dati e le indagini sono state 
	raffrontate con quelle svolte nell’anno precedente.
 Il risultato ottenuto sul campione analizzato presenta un abbassamento del 6 
	per cento delle compravendite immobiliari.
 Il Rapporto fotografa la situazione del mercato nelle diverse città delle 
	Penisola. La città d’inizio è Milano, dove in seguito alla normalizzazione 
	delle stime rilevate nelle transazioni relative al 2006, nell’anno 
	successivo si assiste a un netto ribasso soprattutto su prodotti medi o poco 
	qualificati. Restano vivaci gli scambi sui prodotti nuovi o di piccolo 
	taglio. La situazione torinese presenta un trend positivo anche se si nota 
	un lieve rallentamento nelle trattative popolari.
 Bologna indica una discreta stabilità nelle transazioni con un leggero 
	incremento legato alla periferia qualificata. A Genova è possibile osservare 
	un rallentamento negli scambi soprattutto nel settore industriale. Mentre a 
	Firenze si registra una crescita mirata principalmente sulle piccole unità e 
	sui grandi spazi legati alla moda.
 A Roma l’innalzamento incondizionato dei valori delle abitazioni ha causato
 un brusco rallentamento del mercato.
 A Napoli grazie ai progetti di riqualificazione di alcune aree industriali e 
	centrali il mercato mantiene un andamento positivo anche se in leggera 
	diminuzione.
 Bari presenta un lieve rallentamento dei prezzi pur essendo il settore 
	residenziale quello dominante della città.
 Palermo, nonostante l’andamento generale di rallentamento del mercato
 italiano, continua a registrare un trend positivo, grazie agli interventi di 
	recupero e riqualificazione delle aree dismesse.
 La Ricerca divide l’indagine fra il settore immobiliare quello finanziario.La 
	suddivisione del Campione è redatta in classi e percentuali, i privati 
	rappresentano il 62 per cento degli intervistati, le società e i piccoli 
	imprenditori sono in misura del 25,8 per cento, la popolazione 
	extracomunitaria 9,6 per cento, infine gli operatori dei Fondi Immobiliari 
	che sono il 2,5 per cento.
 L’età media degli intervistati è compresa fra i 25 e i 40 anni.
 Lo Studio dimostra che i tempi medi d’acquisto previsti per le città di 
	Milano, Bologna, Torino, Palermo sono di 140-150 giorni, il 61.4 per cento 
	del campione sta cercando la propria abitazione da comprare da circa sei 
	mesi; in caso di ricerca negativa, il 41,9 per cento non effettua cambi di 
	residenza; mentre il 26 per cento rimane all’interno del proprio nucleo 
	familiare;il 18,6 per cento si “accontenta” della locazione dopo il mancato 
	acquisto; solo il 13, 5 per cento sceglie una zona meno costosa.
 La domanda relativa al comportamento verificatosi in sede di vendita 
	dimostra che gli intervistati che risiedono nell’Italia settentrionale si 
	sono resi disponibili a trattare il prezzo nella percentuale del 81.6 per 
	cento, contro il 18.4 del Sud.
 La prima parte del Rapporto si conclude con l’analisi delle Città nelle 
	quali la riqualificazione delle aree porterà a una maggiore offerta di 
	prodotto con un probabile ridimensionamento dei prezzi delle case.
 Nel caso di Roma sono state indicate le aree interessate dai programmi di 
	riqualificazione del centro e delle periferie.
 Nel capoluogo lombardo i metri quadrati previsti per gli interventi di 
	riqualificazione sono 10.500.000, contro i 2.100.000 di Torino, gli 850.000 
	di Venezia e gli 810.000 di Firenze.
 Milano è superata da Roma che destina una superficie media di 135.975 000 
	metri quadrati alle nuove realizzazioni.
 Napoli offre una superficie media di 5000.000 di metri quadrati, e il 
	fanalino di coda è dato da Genova con i suoi 800.000 metri quadrati.
 Il secondo capitolo del Rapporto indica il comportamento, le “paure” e le 
	richieste che il campione ha mostrato nei confronti del mutuo.
 La Ricerca ha confermato il dato ISTAT relativo all’aumento delle famiglie 
	che hanno scelto il mutuo come modalità di acquisto della propria 
	abitazione. Il 70,8 per cento degli intervistati si è dichiarato favorevole 
	a usare questa modalità di finanziamento.
 I comportamenti degli intervistati si possono così riassumere: il 51.4 per 
	cento ha avuto difficoltà nel pagamento della rata del mutuo, il 60,7 per 
	cento mostra la preferenza verso i mutui a tasso fisso.
 Le preocupazioni maggiori dimostrate dal campione nel comprare casa usando 
	il mutuo riguardano per il 45,1 per cento la perdita del proprio lavoro; per 
	il 33,8 per cento l’aumento del tasso d’interesse e per il 18,3 per cento la 
	probabilità di ammalarsi gravemente.
 La scelta di rivolgersi alla figura del mediatore creditizio è positiva per 
	l’81,7 per cento; tale azione è giustifcata dal fatto di avere un 
	professionista che può fornire assistenza durante le varie fasi della 
	transazione per il 68,5 per cento, mentre per il 20,8 per cento la 
	motivazione risiede in un offerta più ampia di prodotti finanziari.
 Il Rapporto si conclude con lo studio relativo al tasso d’indebitamento 
	delle famiglie italiane. La loro percentuale d’indebitamento è aumentata 
	negli ultimi sette anni nella misura del 48 per cento.
 
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