13 luglio 2007
Il 13 luglio è stato presentato in Conferenza Stampa a Bologna il "Rapporto
sul Mercato Immobiliare" redatto da Nomisma (antecipato ai Soci della
Società in data 11 luglio, a Roma).
La Ricerca afferma che nel primo semestre del 2007 i prezzi degli immobili
hanno proseguito il trend di crescita inaugurato ormai dieci anni fa facendo
registrare aumenti più contenuti rispetto al passato: la maggiorazione annua
si attesta al 5,6 per cento (4,2 per cento in termini reali), quella
semestrale al 3 per cento.
Il Rapporto asserisce che "si assiste a una diversa tendenza per i settori
d’impresa (uffici e negozi), dove la crescita dei prezzi dell’ultimo
semestre è risultata, invece, più accentuata rispetto al passato, con
aumenti su base annua rispettivamente del 6,1 e 6,2 per cento. Le perduranti
tensioni sui costi si accompagnano, con un ulteriore peggioramento del
quadro congiunturale, come testimoniano l’aumento dei tempi medi di vendita
e locazione, il rafforzamento dello sconto riconosciuto in sede di
trattativa, la riduzione del numero dei contratti e, in generale,
l’affievolimento della domanda.
Il numero delle compravendite nel corso del 2007 è destinato a flettere
leggermente, rispetto ai livelli record di quasi 850 mila compravendite
raggiunti nel corso del 2006. E’ interessante notare come le flessioni più
marcate si avvertiranno in corrispondenza dei comuni capoluogo maggiori,
mentre continueranno a tenere sia i mercati minori che l’hinterland dei
grandi centri urbani".
Secondo gli analisti di Nomisma, la domanda di abitazioni sara' influenzata
dall'andamento futuro dei tassi di interesse che appaiono raddoppiati in
meno di un biennio e che cresceranno ancora. Questo comportera' un maggiore
costo per i mutui con una potenziale contrazione della domanda di accensione
di nuovi contratti.
Dai dati presentati durante la Conferenza Stampa si evince che i prestiti
sostengono per il 46 per cento l’acquisto della prima casa, per il 39 per
cento quello relativo alla seconda abitazione, per l’8 per cento gli
interventi di nuova costruzione e per il 7 per cento il recupero
dell’esistente. Il 74 per cento dei mutui presenta una durata superiore ai
15 anni, mentre il 69 per cento è stato stipulato a tasso fisso. Il tasso
annuo di crescita si attesterà al 3,6 per cento per le abitazioni, al 4,9
per cento per gli uffici e al 5,3 per cento per i negozi. Per il 2008 gli
incrementi previsti saranno rispettivamente del 5,6 per cento, del 4,3 per
cento e del 2,6 per cento.
La Ricerca evidenzia che "un elemento di potenziale problematicità per il
mercato è rappresentato dall’ulteriore stretta monetaria prevista per la
seconda parte dell’anno, con l’obiettivo di disinnescare un remoto rischio
inflazione. La politica restrittiva della BCE da una parte e la debolezza
relativa sul lato dei canoni di locazioni rispetto ai prezzi, con
conseguente compressione degli yield, dall’altra, rischiano di ridurre in
maniera significativa l’interesse degli investitori per il mercato
immobiliare (si ricordi al riguardo che le erogazioni di mutui per
l’acquisto alle abitazioni nell’ultimo trimestre 2006 hanno segnato un
aumento trimestrale solo dell’0,8 per cento segnando un forte rallentamento
nei tassi di crescita). Se un incremento di un quarto di punto non sembra in
grado di compromettere la sostenibilità delle quotazioni, specie in un
quadro di miglioramento macroeconomico (e, dunque, di incremento del
reddito), non si esclude, invece, possano aumentare le prese di beneficio da
parte della componente più speculativa".
Il Rapporto chiarisce gli elementi che permettono di spiegare la dinamica
ulteriormente espansiva dei valori, che possono essere così sintetizzati:
- l’indisponibilità dell’offerta a scendere al di sotto dei rendimenti
attesi;
-l’enorme liquidità che continua a sospingere il mercato degli investimenti
nelle zone centrali e di pregio;
-la crescita dei nuclei familiari in seguito a nuovi fenomeni
socio-demografici (ad esempio i single e le separazioni coniugali).
- la pressione demografica che anima soprattutto il mercato delle
localizzazioni periferiche, dove un ruolo importante viene recitato dalla
componente extracomunitaria che rappresenta il 10,1 per cento (con punte del
16,4 per cento a Padova e del 16,5 per cento a Milano) dei contratti di
compravendita e il 20 per cento di quelli di locazione. Al di là della forte
variabilità tra i singoli mercati urbani, il dato medio raggiunge una quota
del 10 per cento del totale nel segmento delle compravendite, e poco meno
del 20 per cento per quello delle locazioni, senza forti differenziazioni
fra città di grande e media dimensione,mentre è più evidente la diversità
fra il Nord ed il Sud del Paese (qui le quote di incidenza del mercato degli
stranieri si riducono al di sotto del 5 per cento).
Il mutato contesto di riferimento, l’attenuazione attuale e prospettica dei
tassi d’interesse, il venir meno del rischio di cambio, la progressiva
finanziarizzazione del comparto rappresentano gli elementi di novità in
grado di spiegare il "soft landing" in atto. Il settore, lasciati alle
spalle i "total return" superiori al 15 per cento dei primi anni 2000, si è
inserito in una nuova fase di mercato in cui le oscillazioni saranno più
contenute, ma che sembra presentare resistenze piuttosto forti a qualsiasi
tentazione deflativa.
I risultati previsionali evidenziano, dunque, un’intonazione ancora
positiva, anche alla luce del miglioramento delle variabili macroeconomiche
contemplate nei modelli. Se per le abitazioni l’aggiustamento risulterà
modesto, è in corrispondenza degli immobili d’impresa che si rileveranno
apprezzamenti più consistenti, con tassi di variazione prossimi al 5 per
cento per entrambi i segmenti".
I dati presentati nel Rapporto mostrano che: "cresce ancora l’industria dei
Fondi Immobiliari, che ha raggiunto un valore complessivo netto stimabile in
21,6 miliardi di euro e investimenti immobiliari che sfiorano i 27,6
miliardi di euro. Si è sensibilmente ridotta la distanza tra le quotazioni
dei Fondi e i valori di bilancio, attestandosi ora al 17,6 per cento.
Un dato di flessione si ha nella perdita di slancio delle Società
immobiliari quotate che, dalla fine di febbraio ad oggi,hanno lasciato sul
terreno circa il 30 per cento.
E’ ulteriormente cresciuto il mercato del leasing immobiliare : la
testimonianza è contenuta nei dati riguardanti il primo trimestre del 2007
nel corso del quale lo stipulato ha raggiunto i 5 miliardi di euro, con una
crescita dell’8,9 per cento rispetto all’anno precedente". |