27
marzo 2007
L'ultimo Rapporto di Jones Lang
LaSalle, "Moving Further and Faster", riguarda gli investimenti immobiliari
globali diretti (escluso il residenziale), che sono ammontati nel 2006 a
circa € 520 miliardi, con un aumento del 38% rispetto al 2005 e quasi il
doppio del volume registrato nel 2003.
Nel settore, spiega la Società, sono entrate nuove fonti di capitale, che
hanno dato una spinta ulteriore alla competizione in quasi tutti i mercati.
La globalizzazione nel settore immobiliare continua senza tregua: nel 2006
le transazioni cross border hanno rappresentato il 42% del volume
complessivo degli investimenti (in crescita del 34% nel 2005), mentre quelle
inter-regionali hanno rappresentato il 29% del volume complessivo (in
aumento del 23% sul 2005).
"Stiamo registrando un flusso di capitale in eccesso verso il settore
immobiliare: ci sono 5 dollari disponibili nel settore per ogni dollaro di
prodotto esistente" commenta Tony Horrell, CEO International Capital Group
di Jones Lang LaSalle, il quale così continua: "I mercati immobiliari
mondiali hanno avuto un’ottima performance nel 2006. E’ stato il primo anno
nel quale i mercati maturi e quelli emergenti si sono allineati mostrando
entrambi ricavi positivi. I fattori che hanno trainato gli investimenti sono
stati molteplici: l’aumento del capitale investito afferente al settore
immobiliare, l’incremento del prodotto disponibile sul mercato ed il
crescente interesse da parte di investitori di private-equity
opportunistici. Inoltre, l’aumento del flusso di capitale nel settore
immobiliare ha favorito due fenomeni distinti: da una parte un numero più
elevato di "mega-deals" e dall’altra una continua globalizzazione del
settore".
La più elevata crescita degli investimenti, afferma sempree JLL, è dovuta ai
fondi d’investimento globali misti che oggi rappresentano il 17% degli
investimenti diretti complessivi. I fondi globali hanno acquistato cespiti
per oltre € 62 miliardi con un aumento del 240% rispetto all’anno
precedente, principalmente in Germania, USA, Regno Unito e Giappone. Hanno
venduto cespiti per circa € 30 miliardi (un incremento annuo del 32%).
"Il volume dell’attivita’ di acquisto dei fondi globali ha quasi eguagliato
il volume totale delle transazioni immobiliari di Giappone e Francia insieme
nel 2006, o anche quasi il 90% del volume totale registrato nella regione
Asia Pacifica. I fondi globali hanno inoltre dominato il mercato tedesco,
acquistando il 40% (in valore) del totale delle transazioni effettuate in
Germania (residenziale escluso). Altri importanti investitori cross-border
nel 2006 sono stati: Investitori statunitensi (€ 13,5 miliardi, con un
incremento del 51%, investiti principalmente nel Regno Unito, in Francia ed
in Germania) ;Investitori provenienti dal Medio Oriente (€ 9,8 miliardi, con
un incremento del 14% investiti principalmente in USA, Regno Unito, Germania
e Sud Africa) ; e Investitori australiani (€ 9 miliardi investiti
principalmente in Germania e Regno Unito) .L’interesse per il mercato
tedesco è aumentato significativamente grazie ad una combinazione unica di
fattori: un numero rilevante di proprietari locali desiderosi di vendere,
gli investitori cross-border sempre più aggressivi, il gap dei rendimenti
positivo e la ripresa dell’economia. Anche il Giappone oggi offre
un’economia in forte ripresa e margini di rendimento di quasi 200 punti base
tra i settori", continua lo Studio.
E ancora: "Un importante motore che alimenta gli investimenti è il crescente
numero di vendite di asset immobiliari da parte di società corporate. Gli
utilizzatori corporate nel 2006 hanno venduto immobili per un volume
superiore a € 40 miliardi. Un numero elevato di vendite effettuate da
corporates è stato registrato in Giappone (€ 10,5 miliardi) ed in Germania
(€ 9 miliardi), seguite da USA, Regno Unito, Singapore, Finlandia e Francia.
Oggi meno del 25% delle società statunitensi sono proprietarie degli
immobili che occupano, mentre la maggior parte delle aziende europee ed
asiatiche continua a detenere una grossa parte degli immobili che occupano
nei propri bilanci. La crescente tendenza alla vendita di immobili tramite
operazioni di sale & leaseback aumenterà nel futuro la liquidità del settore
immobiliare e l’interesse da parte degli investitori. Nel 2006 la crescita
dei mercati emergenti è stata particolarmente forte, con un valore delle
transazioni superiore a € 30 miliardi (un incremento del 74% rispetto al
2005). Molti di questi mercati hanno catturato l’interesse da parte degli
investitori soltanto da poco tempo, ma stanno mostrando elevatissimi tassi
di crescita, come il mercato della Russia che nel 2006 è cresciuto di oltre
il 700% o come la Cina, la Turchia, il Messico ed il Brasile in cui si sono
verificati molti scambi importanti. I fondamentali del mercato immobiliare
rimangono forti, con la previsione di una solida crescita dell’economia per
i prossimi anni, di bassi tassi di sfitto nella maggior parte dei mercati e,
in generale, di pochi nuovi progetti in costruzione. Un aumento dei canoni
di locazione dovrebbe sostenere la continua compressione dei rendimenti in
molti mercati. Comunque gli investitori dovrebbero fare attenzione al fatto
che la differenza nel valore tra prodotti primari e secondari sta diminuendo
nel tempo ed assicurarsi che il prezzo di offerta sia tale da contenere il
rischio".
Ecco ora i Focus regionali:
"In Europa si è registrato un aumento del valore degli investimenti del 39%
nel 2006 rispetto al 2005, raggiungendo quasi quota € 230 miliardi e così
divenendo la regione più attiva nel mondo per gli investimenti immobiliari.
Gli investimenti cross border hanno rappresentati il 61% del volume
complessivo (in aumento rispetto al 53% registrato nel 2005) e gli
investimenti inter-regionali hanno raggiunto il 39% degli investimenti
totali (erano il 34% nel 2005).
Nel 2006 si è assistito ad un notevole incremento degli investimenti in
Germania e Francia, che ha messo in discussione la leadership storica del
mercato detenuta dal Regno Unito. Quest’ultimo comunque rimane in testa alla
classifica europea per volume degli investimenti immobiliari, con un valore
di quasi € 80 miliardi investiti nel 2006, in flessione del 4% in termini
costanti rispetto al 2005, con la sua quota di mercato in discesa al 33% dal
49% del 2005. La Germania, invece e’ stata sicuramente la sorpresa più
inattesa del 2006. Il valore delle transazioni ha raggiunto quasi € 50
miliardi, in crescita del 140% in termini costanti. Oggi la Germania
rappresenta il 20% degli investimenti complessivi in Europa (in aumento
rispetto al 12% registrato nel 2005). Il mercato degli investimenti in
Francia ha registrato un aumento del 70%, superando leggermente i € 20
miliardi, il 10% del volume europeo (era l’8% nel 2005).
Il volume investito nel continente americano nel 2006 è ammontato a poco più
di € 210 miliardi, con un incremento del 31% rispetto all’anno precedente.
Gli investimenti cross border hanno rappresentato il 25% degli investimenti
totali (in aumento del 16% rispetto al 2005) mentre gli investimenti
inter-regionali il 22% (erano il 15% nel 2005). Il mercato degli
investimenti del continente americano è prevalentemente concentrato negli
USA (il 96% del valore delle transazioni registrato nel continente ed il 40%
degli investimenti globali sono appannaggio degli USA). Altri mercati di
interesse includono il Canada ed il mercato emergente ed in rapida crescita
dell’America Latina, dominato dal Messico e dal Brasile.
La regione asiatica (incluso l’Australia) ha registrato nel 2006 un volume
di investimenti pari a poco più di € 70 miliardi (crescita annua del 41%).
Gli investimenti cross border hanno rappresentato il 32% del totale, in
aumento del 29% sul 2005 e quelli inter-regionali il 22% (il 18% nel 2005).
I mercati della regione asiatica sono stati dominati dal ri-nato Giappone
che ha fatto registrare un incremento degli investimenti del 128% toccando
quota € 40 miliardi, il 55% del volume totale investito nella regione. Gli
investitori sono stati attratti sia dalla fine del periodo di deflazione che
da una continua, seppure lenta, crescita nella seconda più grande economia
mondiale. In Giappone, i tassi d’interesse si confermano i più bassi nel
mondo, offrendo agli investitori un interessante margine di rendimento. La
competizione per gli asset immobiliari si conferma elevata in un mercato nel
quale gli investitori domestici sono tornati a dominare l’attività, mentre
gli investimenti cross border rappresentano soltanto il 20%. I più
importanti investitori cross border sono stati i fondi globali, statunitensi
ed australiani mentre gli investitori giapponesi e le corporates sono stati
i venditori più attivi. Comunque oggi anche i fondi globali hanno cominciato
a vendere asset acquisiti durante la fase di recessione.
Gli investimenti cross border sono investimenti dove l’acquirente o il
venditore oppure tutti e due provengono da un altro paese rispetto alla
localizzazione del cespite
Gli investimenti cross border sono divisi in investimenti intra-regionali,
ossia gli investimenti dove sia l’acquirente che il venditore provengono
dalla stessa regione rispetto alla localizzazione del cespite e in
investimenti inter-regionali, ossia gli investimenti dove l’acquirente o il
venditore oppure tutti e due, provengono da un’altra regione rispetto alla
localizzazione del cespite".
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