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	 15 luglio 2008
 «La congiuntura economica internazionale e l’andamento del mercato 
	immobiliare hanno influenzato nel corso di questi ultimi mesi il ricorso al 
	credito delle famiglie.
 
 Il trend di crescita dei livelli di indebitamento nel settore dei prestiti 
	per le abitazioni e nel credito al consumo è cresciuto a maggio 2008 del 
	2,5% rispetto allo stesso periodo del 2007. Le consistenze dei finanziamenti 
	hanno superato i 311,8 miliardi di euro.
 
 Il credito al consumo continua a caratterizzarsi come il comparto più 
	dinamico dei finanziamenti retail, registrando nei primi cinque mesi del 
	2008 un incremento del 2,6% rispetto al pari periodo 2007, con un valore 
	erogato di 26,4 miliardi di euro, e un valore delle consistenze di 54,6 
	miliardi di euro. Crescono in particolare i prestiti personali +16,1%, le 
	carte di credito revolving +6,7%, la cessione del quinto dello stipendio 
	+19,5%, mentre sono in flessione i prestiti personali finalizzati -9,6%. In 
	questo settore si registra una forte attenzione da parte degli operatori 
	finanziari specializzati, che si traduce in un’evoluzione continua 
	dell’offerta anche per effetto delle pressioni concorrenziali. (Per effetto 
	della maggiore concorrenza nel tempo di determinerà una riduzione dei 
	margini degli operatori finanziari anche a causa dell’aumento del costo del 
	funding). Il credito immobiliare riflette l’indebolimento del mercato delle 
	abitazioni e dell’incremento del costo del funding generato dalla crisi dei 
	mutui sub prime Usa.
 
 Il trend dei mutui per l’acquisto di abitazioni relativamente al 2007 è 
	leggermente negativo -0,23%, pari a 62,7 miliardi di euro. Il mercato si 
	conferma comunque importante con un andamento delle consistenze in leggera 
	flessione dall’inizio del 2008, e pari a 257,2 miliardi.
 
 Il cambiamento della situazione economica, ed in particolare l’andamento in 
	aumento dei tassi di interesse, hanno accelerato la ricomposizione delle 
	scelte delle famiglie verso i mutui a tasso fisso, ora pari al 52%, nel 2004 
	era l’8%. Il prodotto a tasso variabile continua a perdere interesse da 
	parte delle famiglie e si attesta al 39%.
 
 Cresce la percentuale della loan to value, oltre il 92,3% dei mutui 
	residenziali ha una percentuale che arriva fino al 80%, e il 7,7% delle 
	famiglie utilizza percentuali superiori all’80%. L’importo medio erogato nel 
	primo semestre 2008 rimane costante rispetto al 2007, pari a 124.000 euro.
 
 Le tensioni sui tassi di interesse e l’introduzione delle normative sulla 
	surroga e la rinegoziazione, hanno inoltre incrementato la diffusione dei 
	mutui di sostituzione e di portabilità.
 
 Secondo le prime stime, su una indagine effettuata presso gli intermediari, 
	l’ammontare delle rinegoziazioni nel 2007 ha interessato il 3% dei mutui in 
	essere, mentre la sostituzione ha interessato l’1% dei mutui. E’ prevedibile 
	che nel corso dei prossimi anni la percentuale dei mutui surrogati o 
	rinegoziati cresca velocemente.
 
 Il mercato italiano del credito resta ancora poco sviluppato rispetto ai 
	principali paesi europei, evidenziando un livello di indebitamento che rende 
	meno probabile il rischio di sovra-indebitamento. Nel 2007 infatti il nostro 
	Paese aveva un rapporto tra consistenze dei mutui ipotecari residenziali 
	rispetto al PIL del 18% circa, contro il 32% della Francia, il 40% delle 
	Germania, il 54,5% della Spagna, il 78% della Gran Bretagna, con una media 
	UE di circa il 50%.
 
 La qualità del credito concesso alle famiglie si mantiene complessivamente 
	buona, anche se si rilevano alcuni segnali di leggera tensione sia nel 
	settore del credito al consumo, che nel segmento mutui per le abitazioni, 
	con una lieve crescita delle rischiosità a causa degli aumenti dei tassi di 
	interesse. Dal mese di gennaio 2008 il tasso dei mutui a tasso variabile è 
	cresciuto di 0,14 bps, passando dal 5,36 al 5,5%.
 
 Dobbiamo infine considerare che in Italia il costo dei mutui, sia a tasso 
	fisso che a tasso variabile, è maggiore che nel resto dell’area euro per 
	effetto del maggiore rischio di credito. Nei primi cinque mesi del 2008 la 
	media dei tassi variabili nel nostro Paese è stata superiore di 0,14 bps 
	rispetto all’area euro.
 
 Negli ultimi anni però si è registrato una lieve diminuzione del 
	differenziale per effetto dell’aumento della concorrenza, e per l’emissione 
	nel nostro Paese dei primi covered bonds.
 
 L’evoluzione del mercato del credito alle famiglie nei prossimi anni sarà 
	influenzato dalla debolezza della crescita economica e dall’andamento delle 
	condizioni del funding. Per quanto riguarda gli operatori finanziari saranno 
	sempre più impegnati a migliorare l’offerta, i servizi, e ristrutturare i 
	processi di valutazione per garantirsi una migliore qualità del credito 
	concesso alle famiglie».
 
 (Renato Landoni - Ufficio Studi Kìron, Gruppo Tecnocasa)
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