01 ottobre 2012
		
		di Lorenzo Taini, by Internews
		
		“Finalmente non è un più solo un rendering! “. Ha detto così oggi, 1 
		ottobre , Manfredi Catella, Amministratore Delegato di Hines Italia, 
		aprendo la porticina che ancora fino a Natale di quest’anno terrà chiusa 
		la Piazza del progetto Porta Nuova.
		
		Si festeggiava la “riconsegna” ufficiale alla cittadinanza dei giardini 
		che si affacciano sulla Stazione Garibaldi e di un nuovo “pezzo” di 
		Corso Como: qualche metro in leggera salita, fino alla grande piazza che 
		oggi la Stampa ha potuto visitare in anteprima.
		
		La battuta di Manfredi coglie in pieno il senso di soddisfazione 
		visibilmente diffuso tra addetti stampa e attori del sistema immobiliare 
		nel corso della odierna passeggiata inaugurale. Porta Nuova è 
		probabilmente l’unico progetto, tra i tanti di cui si parla da anni, che 
		quando inaugurerà l’Expo 2015 potrà essere visitabile, l’unico che potrà 
		dirsi finito e di cui da oggi si può già vedere una porzione “ finita”.
		
		I numeri di Porta Nuova sono importanti e noti, e di essi si è fatto un 
		gran parlare: migliaia di maestranze al lavoro nel cantiere, 25 mila 
		impiegati nell’indotto, più di 200 persone stabilmente impiegate al 
		mantenimento e alla gestione dei servizi attivati al termine del 
		progetto, 10 imprese di costruzione coinvolte, un centinaio di 
		fornitori, 30 produttori nel settore del design; un totale di appalti 
		pari al 10% del fatturato annuo dell’intero settore delle costruzioni in 
		Lombardia, investimenti previsti per miliardi di euro.
		
		Sciorinando questi numeri Manfredi giustamente gongola, e rincara la 
		dose aggiornando i presenti sui dati di vendita. Gli appartamenti di 
		Corso Como pare siano già venduti al 90%, Manfredi dice che alcuni 
		traslochi sono già iniziati. Anche gli spazi commerciali vedranno presto 
		aprire i punti vendita di Costume Nacional e di Diesel (Renzo Rosso 
		avrebbe comprato più di un negozio). Sono dati che lasciano un poco 
		increduli. Forse per scuotere i giornalisti Manfredi e il suo staff - 
		una volta presentati i numeri - accompagnano la folta delegazione stampa 
		verso un autobus turistico a due piani.
		
		Il programma della giornata è serratissimo. Sono previsti nell’ordine: 
		un giro del quartiere, una prima tappa in Piazza della Repubblica, un 
		secondo stop in Corso Como e un terzo momento nella Piazza che sta sotto 
		alle torri di UniCredit (se qualcuno non ci credesse, consigliamo un 
		giro in Garibaldi, basta alzare la testa per vedere la grande insegna 
		del gruppo bancario, ancora coperta da un telo ).
		
		Nella suddetta Piazza, per cui servirebbe assolutamente un nome e di ciò 
		nessuno ha parlato, la delegazione stampa aspetterà, secondo il 
		programma, l’arrivo e la “benedizione” dell’assessore all’Urbanistica e 
		all’Edilizia Privata del Comune di Milano, Ada Lucia de Cesaris, e del 
		Vicesindaco Maria Grazia Guida.
		
		Nell’attesa ci si guarda attorno.
		
		La piazza è senza dubbio un colpo d’occhio non indifferente: fontane che 
		spruzzano getti d’acqua , “buchi” che si aprono su quelle che, subito 
		sotto, saranno gallerie commerciali e collegamenti diretti alla Stazione 
		Garibaldi, da cui partono i treni delle FS e Italo, e il TGV per Parigi. 
		Attorno alla Piazza, alle spalle delle torri di Cesar Pelli, altri 
		palazzi crescono, o si rifanno il look.
		
		Manfredi sottolinea quanto Porta Nuova sia un traino per il rinnovamento 
		di tutta la zona urbana attorno all’area del progetto. Verranno presto, 
		si dice, la Feltrinelli, sono quasi finiti i palazzi della Stazione 
		Garibaldi di Beni Stabili rivestiti in vetro da Progetto CMR e, giusto 
		di fronte al nuovo pezzo di Corso Como, Generali ha appena avviato il 
		restauro di un gigantesco edificio.
		
		Quello che ancora manca, nella Piazza Nuova - così come nella nuova 
		rampa che allunga Corso Como - è il verde. Anche la parte che si 
		affaccia sulla Stazione, e che ci si ostina a chiamare giardino, è per 
		ora solo un insieme di aiuole geometriche distribuite su più livelli. E’ 
		un verde che si attraversa, ma in cui non si sosta. La nuova Piazza 
		conta due alberelli striminziti sulla cima della scalinata che porta 
		alla Stazione, come due quinte teatrali lasciate sole contro il grigio 
		di via Melchiorre Gioia.
		
		Quel che è certo, però, è che Porta Nuova trasforma in modo radicale 
		l’intero agglomerato urbano, fondendo tra loro tre quartieri un tempo 
		separati. Come ha detto Ada Lucia de Cesaris, il vero laboratorio 
		comincia adesso, con il “vero abitare” e il “vero vivere” . Questi 
		luoghi, tornando a Manfredi Catella, non sono più soltanto un rendering.
		
		