5-7 giugno 2012
		
		di Anna Maria Liggeri, architetto
		
		Il Salone EIRE conserva sempre il suo fascino. Entrandovi, in questo 
		periodo di crisi, si vive la sensazione che doveva provare il cugino 
		Gastone nei confronti del povero Paperino: ci si sente molto fortunati 
		e, camminando lungo gli stand, si percepisce la sensazione di essere 
		abbracciati e concupiti dal lusso e dal capitale.
		Il Salone dimostra con i numeri il suo appeal: 454 protagonisti (enti e 
		società specializzate in tutta la filiera del settore, con una 
		significativa partecipazione internazionale), un centinaio di 
		investitori internazionali e 349 giornalisti accreditati. Cifre 
		affiancate da quelle inerenti al pubblico: più di 10.000 visitatori in 
		tre giorni. Gli appuntamenti tra gli investitori e i portatori delle 
		opportunità sono stati presentati nel book digitale “The Best of Italy”, 
		sono stati circa 180. E ancora si citano i: 79 convegni ed eventi negli 
		stand.
		
		Un discreto numero di tali convegni è stato dedicato al tema del Housing 
		Sociale analizzato e studiato con angolazioni e sensibilità differenti, 
		dall’occhio attento del developer, alla delicatezza sociale e femminile 
		delle studiose di AREL- Associazione Real Estate Ladies, alla 
		concretezza dei manager di Cassa Depositi e Prestiti e delle altre SGR 
		coinvolte.
		
		Alle SGR, in particolare, è stato dedicato l’incontro inerente ai bandi 
		per la selezione dei futuri Gestori dei nuovi Fondi sociali del Trentino 
		e della Sardegna. L’obiettivo delineato nel corso del Convegno era 
		quello di spiegare i criteri selettivi adottati per l’individuazione 
		delle SGR da incaricare per dell’istituzione e la gestione dei 
		rispettivi Fondi.
		
		Trento per l’Housing Sociale
		
		Luca Comper (Dirigente Servizio Politiche sociali e abitative Provincia 
		Autonoma di Trento) ha illustrato la genesi del progetto di istituzione 
		del Fondo. Il punto di start è stato l’approvazione in gennaio della 
		Giunta provinciale - su indicazioni del suo Presidente Lorenzo Dellai e 
		dell'assessore alle Politiche sociali e abitative Ugo Rossi - del 
		Progetto di un Fondo immobiliare nel campo dell'housing sociale in 
		Trentino (in sigla Fhst), elaborato da Tecnofin Trentina con il supporto 
		di Cassa Depositi e Prestiti, in collaborazione con gli uffici del 
		Servizio politiche sociali e abitative e della Direzione Generale della 
		Provincia.
		
		L'obiettivo, in questa prima fase, è l'acquisizione e/o la realizzazione 
		di 500 alloggi a canone moderato sul territorio provinciale, per un 
		investimento complessivo stimato in 110 milioni di euro; in prospettiva 
		si prevede di realizzare fino a 2.000 alloggi. Questi saranno destinati 
		a quella fascia "media" di cittadini che non ha i requisiti necessari 
		per accedere all'edilizia residenziale pubblica, ovvero agli alloggi 
		Itea, (Istituto Trentino Ediliza Abitativa) ma che non è nemmeno in 
		grado di "affrontare" i canoni vigenti sul libero mercato: parliamo di 
		coloro che hanno una condizione economico-patrimoniale ai fini Icef (si 
		tratta di un indicatore di calcolo che serve per determinare lo “status 
		economico" di un nucleo famigliare). Il calcolo tiene conto non solo del 
		reddito e del patrimonio-fabbricati o terreni di proprietà e 
		investimenti finanziari es. conto corrente ecc.- ma anche della 
		composizione del nucleo famigliare per numero, età, grado di parentela e 
		soprattutto considerando anche le spese sostenute -spese mediche, tasse, 
		interessi sul mutuo,contributi, affitto della casa –
		
		Grazie all'indicatore ICEF si può giungere a una serie di prestazioni 
		assistenziali e agevolazioni tariffarie, compresa nell’intervallo con 
		valore minimo 0,18 valore massimo 0,39, che corrisponde indicativamente, 
		per un nucleo familiare composto da 3 persone a una fascia compresa 
		circa fra i 18.000 e i 40.000 euro; qui rientrano in particolare i 
		giovani e le giovani coppie che intendono affrancarsi dai nuclei 
		familiari di origine e creare una nuova famiglia. Il canone mensile di 
		base di questi alloggi sarà dunque inferiore a un 30% circa rispetto a 
		quello di mercato.
		
		L'obiettivo è offrire una risposta al disagio abitativo espresso dai 
		nuclei familiari appartenenti alla fascia reddituale "media", che vedono 
		ridursi progressivamente, per effetto della grave crisi economica che 
		stiamo vivendo tutti, il loro potere d'acquisto, avendo così bloccato 
		l’accesso al libero mercato delle locazioni. Il progetto potrà inoltre 
		assumere un ruolo significativo in termini di sostegno nel settore 
		edile, un comparto che in questi anni sta soffrendo più di altri la 
		pesante congiuntura economica in atto. Per il raggiungimento di tale 
		obiettivo sono state previste modalità di forte accelerazione degli 
		interventi che consentano di anticipare da parte della Provincia 
		l'elaborazione in breve tempo di un piano di acquisizione di alloggi già 
		disponibili sul mercato.
		
		Gli investimenti resi possibili dal Fondo saranno realizzati su tutto il 
		territorio provinciale, tenendo conto delle indicazioni fornite dalla 
		Provincia autonoma di Trento sul fabbisogno abitativo, con particolare 
		riguardo alle necessità dei comuni ad alta tensione abitativa.
		
		Per quanto riguarda i quotisti è previsto che al Fondo possano 
		partecipare soggetti sia pubblici che privati. Oltre alla Provincia che, 
		insieme al Fondo Investimenti per l'Abitare (F.I.A.) gestito da Cassa 
		depositi e prestiti SGR, che deterrà la maggioranza delle quote, è 
		prevista anche una presenza di investitori qualificati, quali gruppi 
		bancari, compagnie assicurative, fondi previdenziali, società 
		finanziarie.
		
		Il Relatore ha affermato che aldilà degli apporti di carattere 
		finanziario sono previsti anche terreni e/o fabbricati già esistenti; 
		questi ultimi potranno essere conferiti da enti pubblici e imprese di 
		costruzione che riterranno opportuno valorizzare le proprie proprietà 
		immobiliari in un'ottica di Housing Sociale.
		
		Il Fondo avrà una durata di 25 anni e sarà sostenuto da un contributo 
		della Provincia autonoma di Trento a titolo di compensazione per 
		l’erogazione del servizio di interesse economico generale riconosciuto 
		in misura non superiore a quanto previsto dalla normativa comunitaria in 
		materia di aiuti di Stato.
		
		E’ importante sottolineare che, con questo provvedimento, la Giunta 
		intende promuovere la costituzione del Fondo ma che vi sarà un 
		successivo provvedimento ad individuare, mediante procedura ad evidenza 
		pubblica, la società di gestione del risparmio che dovrà concretamente 
		istituire e gestire il Fondo immobiliare.
		
		Con il provvedimento adottato , in particolare, la Giunta detta i 
		criteri di partecipazione e gestione del Fondo immobiliare e i criteri e 
		modalità di cessione in proprietà degli alloggi; le caratteristiche 
		degli immobili conferibili al Fondo (la priorità sarà data a quelli 
		ubicati all'interno dei dodici comuni ad alta tensione abitativa ed a 
		quelli in legno), nonché i criteri per la concessione dei contributi a 
		titolo di compensazione per l'erogazione del servizio d'interesse 
		economico generale.
		
		La Sardegna per l’Housing Sociale
		
		La Regione Sardegna ha dato vita con la creazione di un Fondo regionale 
		dedicato all'Housing Sociale conformandosi così al modello nazionale e 
		al Piano di edilizia abitativa. A questo scopo la Regione Sardegna ha 
		impegnato 12 milioni di euro e sta promuovendo la partecipazione della 
		Fondazione Banco di Sardegna con anche Cassa depositi e Prestiti 
		Investimenti SGR che contribuirà con una quota pari al 40% alla 
		disponibilità del Fondo immobiliare.
		
		Barbara Foddis ( Funzionario Regione Sardegna) ha spiegato che la 
		Regione ha dato il suo assenso a sedici progetti pilota elaborati da 
		altrettanti Comuni sardi, dalle cooperative edilizie e da imprese di 
		costruzione per un totale di 185 milioni di euro di investimento 
		complessivo di cui il 30% provenienti da investimenti privati.
		
		I ventidue Comuni che hanno presentato il progetto e sono risultati 
		ammissibili al finanziamento (alcuni accorpando le proposte in una 
		cordata) mostrano un fabbisogno abitativo è di 3868 alloggi.
		
		I progetti ammessi non riescono però a soddisfare il fabbisogno 
		abitativo : sono localizzati ad Alghero, Quartu Sant'Elena, Sassari, 
		Oristano, Carbonia, Cagliari, Bosa, Pau, Tempio Pausania, per citarne 
		alcuni. In particolare, entrando nel vivo dei singoli interventi, il 
		Comune di Cagliari ha presentato un progetto per 250 alloggi (contro un 
		fabbisogno di 866 unità immobiliari) per un intervento che costa 
		complessivamente 54,8 milioni di euro (15 milioni di risorse 
		pubblico–private e altri 39 milioni di richiesta al Fondo immobiliare 
		regionale). Un altra realizzazione degna di nota è quella presentato da 
		Res Investments a Oristano per la realizzazione di 110 alloggi contro un 
		fabbisogno di 150. Il costo del progetto è di 25,5 milioni (5 milioni 
		pubblici–privati e 20 milioni chiesti al Fondo).
		
		Meno "ambizioso" il progetto per Sassari presentato dalla cooperativa 
		Ope, dal Comune e da AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) 
		prevede una copertura di 85 alloggi, contro i 1213 che sarebbero 
		necessari. Il costo dell'opera è di quasi 13,7 milioni di cui 11,9 
		richiesti al Fondo e 1,7 milioni messi a disposizione da risorse 
		pubblico–private.
		
		Da parte sua la Regione investe 12 milioni di euro, e conta di incassare 
		anche una sottoscrizione da parte della Fondazione Banco di Sardegna.
		
		La Relatrice avviandosi alle conclusioni pone l’accento sulla politica 
		di gestione della "cassa" per l’ Housing Sociale normata in un documento 
		elaborato dalla Regione.
		
		Non trascurabile infine l’iniziativa di un bando pubblico per la 
		selezione della SGR che istituisce il Fondo (con denaro regionale e 
		partecipazione da parte del Fondo investimenti per l'abitare). In capo 
		al Fondo le funzioni di selezione e realizzazione degli interventi di 
		Housing Sociale, nonché la vendita e la locazione (anche con patti di 
		futura vendita) degli alloggi costruiti o recuperati.
		
		Il Business Plan dell’Housing Sociale
		
		Il Convegno intitolato “Il Business Plan dell’Edilizia privata sociale” 
		si è svolto in data 5 giugno 2012 è stato organizzato da CDPI Cassa 
		Depositi Prestiti SGR, la Società che gestisce il Fondo Investimenti per 
		l’Abitare, il Fondo Immobiliare Nazionale dedicato al Housing Sociale.
		Il team di CDPI SGR ha esposto il metodo in cui si valutano gli 
		interventi, specificando le loro metodologie di analisi di valutazione 
		della sostenibilità economica e finanziaria dei progetti. Dopo 
		un’introduzione su come si strutturano le iniziative sono state 
		analizzate le singole voci di costo e di ricavo del Business Plan.
		CDPI per ogni singola proposta progettuale di Housing Sociale svolge 
		un'attività di istruttoria tecnica comprendente un’analisi di 
		conformità, sostenibilità e fattibilità dell'iniziativa, secondo una 
		procedura articolata in diverse fasi. La prima fase di analisi riguarda 
		principalmente il veicolo di investimento proposto (e cioè la Società di 
		Gestione del Risparmio e Fondo gestito o altro veicolo), con analisi 
		dello stesso e, eventualmente, del gruppo societario di appartenenza. 
		Nella prima fase di istruttoria potranno venire anche analizzati i 
		progetti immobiliari individuati dal veicolo quali opportunità di 
		investimento nel loro stato di sviluppo. Durante tale fase, CDPI SGR 
		verifica la conformità generale del progetto con le politiche e i 
		criteri di investimento del FIA. Successivamente alla prima fase 
		istruttoria, CDPI SGR può assumere una delibera di impegno preliminare 
		alla sottoscrizione, mediante la quale verrà assunto, per una durata 
		determinata, un impegno massimo di investimento nel Fondo locale o altro 
		veicolo proposto (delibera plafond). L'impegno di CDPI SGR, in questa 
		fase preliminare, non ha natura vincolante. Nelle fasi successive, 
		verranno analizzati i progetti di investimento immobiliare dei Fondi o 
		dei veicoli target, attraverso specifiche due diligence di tutte le 
		componenti rilevanti (e cioè legali, societarie, finanziarie, fiscali, 
		tecnico-urbanistico-catastali, ambientali e gestionali delle singole 
		iniziative).
		Qualora venga riscontrato un esito positivo ove previsto, del FIA, CDPI 
		Sgr potrà decidere di investire le risorse del FIA nelle specifiche 
		iniziative.
		Ai fini di una manifestazione di interesse finalizzata all’avvio di 
		un’istruttoria da parte di CDPI SGR, è necessario che il soggetto 
		proponente trasmetta una proposta formale di investimento, in un Fondo 
		immobiliare target, istituito o da istituire, e dedicato ad investimenti 
		in edilizia privata sociale, con indicazione dell’ammontare obiettivo di 
		raccolta del patrimonio e, conseguentemente, della quota di 
		partecipazione attesa dal Fondo Investimenti per l’Abitare.
		Sulla scorta delle istruttorie svolte e dei primi investimenti del Fondo 
		è oggi possibile comporre un benchmark delle iniziative e definire delle 
		buone pratiche.
		Marco Sangiorgio (Direttore Generale di CDPI), ha riportato alcuni dati 
		tratti dall’Osservatorio sull’abitare Sociale in Italia, in Italia, le 
		famiglie proprietarie di casa rappresentano il 75% del totale, vale a 
		dire 16,9 milioni, mentre quelle in affitto sono 4,7 milioni, il 18,9% , 
		inoltre, il numero dei nuclei familiari in cui il costo per la casa, 
		mutuo o affitto, supera il 30% del reddito è stimato in 2,4 milioni. 
		Cifre che pesano sul bilancio familiare e che creano serie difficoltà 
		esistenziali sia per le famiglie numerose, le giovani coppie e le 
		monogenitoriali. Non ultima la famosa “generazione mille euro” che non 
		può permettersi di destinare gran parte dello stipendio per un mutuo o 
		un affitto onerosi, le cifre parlano chiare una massa di sette milioni 
		di persone fra i 18 e 34 anni.
		
		La crisi finanziaria che ha investito il nostro Paese ha provocato 
		un’emergenza abitativa sempre più accentuata, cui però rispondono 
		politiche abitative pubbliche sempre più deboli e limitate. Così si è 
		formata una fascia intermedia che non può accedere ai bandi per le case 
		popolari, ma è al contempo troppo poco abbiente per permettersi 
		abitazioni con prezzi di mercato. Lo sviluppo di progetti di edilizia 
		sociale, si adatta a questa fascia di persone. Secondo uno studio sul 
		mercato immobiliare lombardo proposto da Cresme e Ance Lombardia lo 
		scenario delle famiglie nel periodo 2010-2019 nella regione, sarà così 
		formato: delle 935.000 nuove famiglie alla ricerca di alloggio, poco più 
		del 40% sarà in grado di avere accesso al libero mercato, un altro 42,5% 
		si dovrà orientare all’affitto o ai programmi di edilizia agevolata, 
		mentre circa 162.000 saranno costrette a rivolgersi al segmento sociale, 
		pari al 17,5% circa del totale. “Housing Sociale” significa, quindi, 
		canoni di locazione inferiori al livello di mercato che non superino il 
		25-30% dello stipendio.
		
		Una nota a margine al Convegno riguarda il matrimonio avvenuto fra CDPI 
		e Fondazione Housing Sociale, la cerimonia è stata resa possibile anche 
		dal cambio delle "regole del gioco" dell'edilizia privata sociale. Si 
		rammenta la norma di legge (attesa nel piano città annunciato dal 
		governo) che consente a CDP Investimenti SGR di salire al 60% nell'equity 
		dei Fondi locali, superando l'attuale tetto del 40 per cento. Tale 
		prescrizione faciliterà sia l'avvio delle iniziative, grazie al maggiore 
		cash fornito da CDP, correggerà l'effetto moltiplicatore degli 
		investimenti. Se infatti i due miliardi di CDP significavano un 
		investimento finale di 5 miliardi nell'edilizia, la nuova norma finirà 
		con il ridimensionare quest'ultimo valore (anche in termini di alloggi). 
		Un esempio: restringendo il campo all'attuale disponibilità residua di 
		circa 1,55 miliardi del maxi-Fondo, il coinvolgimento della SGR sarà al 
		60% dei Fondi locali, si tradurrebbe in un volume complessivo di quasi 
		2,6 miliardi. Citando Marco Sangiorgi, “Sergio Urbani è il santone dell’housing 
		sociale in Italia, Codirettore della SGR di CDPI con delega sulla 
		strategia e le relazioni istituzionali.”
		
		I primi effetti del cambio di marcia sono emersi durante il Convegno, in 
		particolar modo nell’aumento delle realizzazioni e nell’analisi dei 
		Business Plan.
		
		Gregorio Ott (Team Investiment CDPI SGR ex Core Business Fondazione 
		Housing Sociale) ha presentato alcune logiche del Business plan negli 
		interventi di Housing Sociale che hanno le stesse logiche della finanza 
		etica, analizzando i rischi correlati agli investimenti e al rendimento 
		ha chiarificato la massimizzazione dell’investimento a parità di 
		rischio.
		
		Livio Cassoli (Team Investment ex Core Business Fondazione Housing 
		Sociale) ha spiegato l’attenzione del mondo bancario verso le operazioni 
		di Housing Sociale.
		
		«La nostra idea sarà sempre quella di chiedere alle banche un 
		contenuto livello d’indebitamento, i fondi per legge hanno già un limite 
		del 60%, per legge noi lavoriamo anche su quote più basse al 50% ma si 
		può fare anche una definizione qualitativa dove allocare questo debito. 
		Se nel mix abitativo del progetto abbiamo una vendita a breve o termine 
		ed una locazione a lungo termine possiamo fare in modo che il livello 
		del debito viene pagato da quest’ultima, e il rimborso è garantito dalle 
		vendite». Il Relatore prosegue affermando che in questo caso abbiamo 
		così un doppio binario di sicurezza, i costi vengono supportati dalle 
		locazioni a lungo termine, le rendite dalle vendite. Occorre ridare alle 
		famiglie la possibilità di avere accesso al credito del resto è pur vero 
		che non può esistere Business Plan che non tengo conto della vendita 
		degli appartamenti.
		Un ruolo che va diffondendosi è l’integrazione dei Fondi, se l’immobile 
		rientra in tutti i parametri del Housing sociale si può inserire il 
		debito e l’immobile nel Fondo questo crea un rafforzamento della 
		posizione bancaria.
		Anche all’interno di un intervento di Housing sociale è importante 
		capire la tipologia di prodotto che si vuol offrire. Questa comprensione 
		consente di operare il massimo rendimento ottenibile che risente della 
		percentuale del mix se è vendita convenzionata immediata, se è a 
		locazione con riscatto, o a medio termine fino a giungere alla locazione 
		permanente questi parametri sono cruciali per il business plan. Occorre 
		anche pensare che vi siano dei rapporti di rendita differenziali 
		comparati al mix.
		
		
		Livio Cassoli conclude dichiarando che vorrebbe ricordare che il Sistema 
		Integrato di Fondi immobiliari, di cui il FIA è il perno, riguarda una 
		delle sei linee del Piano Casa. Attualmente, CDPI SGR, per conto del 
		FIA, ha assunto 15 delibere di investimento preliminari per circa 500 
		milioni di euro, in 15 Fondi immobiliari, gestiti da nove SGR. In nove 
		di questi Fondi, gli investimenti sono stati deliberati in via 
		definitiva, per un ammontare di 200 milioni di euro, in 34 progetti 
		immobiliari. Il patrimonio a tendere dei Fondi target è di circa 1,2 
		miliardi di euro e, considerando anche la leva finanziaria prevista, 
		ammonterebbe a circa 1,6 miliardi di euro. Pertanto, qualora tutte le 
		delibere preliminari si trasformassero in definitive, si realizzerebbero 
		oltre 10.000 alloggi sociali e altri investimenti immobiliari in 
		funzioni compatibili. In aggiunta, la Società -come ha ben illustrato 
		nel suo sito internet -dispone di una pipeline di una ventina di 
		ulteriori iniziative, ubicate anche al Sud, che potrebbe comportare la 
		realizzazione di un numero di alloggi sociali simile a quello sopra 
		indicato per le delibere preliminari.
		
		AREL e il Social Housing
		
		Il tema dell’abitare sociale è stato oggetto del workshop organizzato da 
		AREL. Associazione Real Estate Ladies..
		Francesca Zirnstein (Director presso Scenari Immobiliari, e Presidente 
		AREL Associazione Real Estate Ladies), ha introdotto il momento di 
		lavoro spiegando quanto il termine Housing Sociale sia lontano da quello 
		di edilizia residenziale e popolare, presentando Angela Airoldi 
		(Responsabile Area economia urbana e immobiliare del Certet – Bocconi e 
		collaboratrice del gruppo Clas), che è intervenuta sul tema 
		“monitoraggio”.
		
		
		La Relatrice ha affermato che « La classificazione degli interventi di 
		Housing Sociale è stato un lavoro impegnativo perché c'è ancora una 
		discreta difficoltà a capire di cosa si tratta, confondendoli con le 
		categorie appartenenti all’insieme dell'edilizia sovvenzionata e 
		pubblica. Al tempo stesso, alcune categorie di edilizia che per noi sono 
		Housing Sociale per altri non lo sono. Come nel caso dei collegi 
		universitari definiti da alcuni strutture universitarie anche se non è 
		così perché la gestione è affidata ad altri». L'obiettivo del 
		monitoraggio è quello di fornire agli operatori un servizio di 
		informazione e formazione sempre più ampio e di qualità, insieme alla 
		possibilità di avere un quadro costantemente aggiornato dei progetti 
		realizzati, in fase di realizzazione, in fase embrionale ma non solo.
		
		Grazie all'Osservatorio è possibile analizzare e confrontare i tempi ed 
		essere avere un informazione tempestiva inerente alle procedure, ai 
		finanziamenti, all'accesso ai Fondi, inoltre lo studio del materiale 
		catalogato consente di conoscere i costi di costruzione e le buone 
		pratiche di risparmio su immobili che, in ogni caso, devono garantire 
		alti standard qualitativi.
		
		L'idea è però anche quella di stimolare la pubblica amministrazione a 
		collaborare con i privati sul tema, man mano che cresce la conoscenza 
		dei fabbisogni latenti e futuri della popolazione, in funzione delle 
		fasce sociali e delle aree geografiche interessate. Ma proprio il 
		rapporto con gli enti pubblici non è sempre facile: alcuni sono più 
		collaborativi, altri meno, e non mancano i problemi legati alla 
		burocrazia. Questo, nonostante l'apporto degli enti pubblici non sia 
		secondario perché molte iniziative passano attraverso i bandi.
		
		La Relatrice inoltre ha lamentato alcune lacune che possono riscontrarsi 
		anche nel fronte privato:
		«I progettisti, i costruttori e in generale tutti gli altri attori 
		coinvolti sono sempre impegnati, non rispondono, non richiamano quando 
		cercati. Di conseguenza c'è difficoltà a raccogliere informazioni 
		dettagliate nel merito dei progetti. Dietro a ciascuna scheda ci sono 
		10/15 telefonate. Un lavoro frustrante. Inizialmente non rispondeva 
		nessuno. Anche se questo è tipico di tutti gli Osservatori quando 
		partono. C'è difficoltà a capire di cosa si sta parlando, a riconoscersi 
		e a definire un linguaggio comune e, quindi, il mio appello ai soggetti 
		interessati, o che potrebbero esserlo, è a collaborare. C'è molta strada 
		da fare. Con il nostro Monitoraggio abbiamo toccato solo la punta. I 
		progetti sono circa 200, ma in giro ce n'è molti di più, e alcuni si 
		trovano in regioni che non ci aspettavamo».
		
		Angela Airoldi ha offerto molti spunti di riflessione inerenti al ciclo 
		del prodotto Housing Sociale . «Lo scorso anno, ad esempio, a EIRE non 
		c'era traccia di iniziative di Housing Sociale in Umbria, mentre il 
		monitoraggio oggi ne censisce ben 28, solo tre in meno della Lombardia 
		che con 31, dei quali 11 residenze universitarie, è la regione con il 
		maggior numero di progetti rilevati. Altro punto critico: la mancanza di 
		una terminologia e di parametri di riferimento comuni».
		
		La Relatrice ha dichiarato che ogni Regione ha una sua legge e chiama le 
		cose a modo suo, cosa che non giova alla definizione di un quadro 
		omogeneo. Noi studiosi abbiamo capito che il fenomeno interessa ovunque 
		perché è un po' il futuro dell'edilizia di libero mercato.
		
		Angela Airoldi ha concluso con l’invito rivolto agli appartenenti della 
		galassia Hosusing Sociale: chi possiede informazioni si impegni a 
		fornirle, affinché il Monitoraggio possa continuare. «Spero che si 
		riesca a capirne l'utilità sia come strumento informativo di confronto 
		sia come mezzo per individuare i finanziatori, i costruttori e più in 
		generale per aiutare a comprendere le diverse competenze».
		
		Laura Rocca (Architetto Associato Roccatelier) ha dichiarato 
		che il Social Housing è formato sia dai progetti, dai business plan ma 
		soprattutto dalle persone che ivi risiedono; se manca la socialità , un 
		progetto di Housing Sociale non può esistere.
		L’ architetto ha rammentato che l’aiuto economico deve avvenire in fase 
		di cantierizzazione dell’idea e non certo a progetto finito. Se pensiamo 
		alle esperienze in Olanda ci si rende conto della strada che deve 
		percorrere la nostra concezione, che nulla a che fare con quella ormai 
		famosissima del Cecodahs (Comite Europeen De Coordination de L’Habitat 
		Social) riportata già da Angela Airoldi.
		
		Laura Rocca ha spiegato che in Olanda l’Housing Sociale viene 
		usato come processo di riqualificazione urbanistica, come uno strumento 
		efficace ed efficiente per incidere sull’equilibrio ambientale tramite 
		un notevole risparmio energetico e una conseguente riduzione 
		dell’impatto inquinante, con la scelta di materiali e di politiche 
		progettuali che devono avvenire già nel progetto del cantiere. Così come 
		è stato indicato nel progetto.
		L’architetto prosegue dichiarando che manca nel nostro Paese una 
		pronunzia legislativa riguardante l’identificazione delle aree da 
		adibire all’ Housing Sociale, precursore è stata Milano che con il PGT 
		Piano Governo del Territorio, che ha fornito un indicazione sulle aree 
		da destinarsi al sociale.
		La Relatrice ha concluso affermando che in Italia occorre che le 
		Pubbliche amministrazioni, le Aziende territoriali pubbliche, i 
		costruttori privati, le Fondazioni, gli investitori istituzionali, 
		lavorino insieme per giungere alla formulazione di un tavolo 
		programmatico che veda nell’Housing Sociale un meraviglioso strumento di 
		riconversione urbanistica correlato alla riqualificazione sociale.
		
		I Premi “Social Housing Awards”
		
		La consegna dei Premi Social Housing Awards ha felicemente concluso la 
		ottava edizione di EIRE. Chairman della premiazione è stato Roberto 
		Benaglia (Presidente della Giuria dei Premi e del Comitato Scientifico 
		della manifestazione)
		
		I Premi sono stati conferiti alle migliori iniziative di abitare sociale 
		per le seguenti categorie “Qualità Architettonica”, “Ecosostenibilità e 
		Innovazione Tecnologica” , “Tempi e costi di realizzazione” e “Gestione 
		Sociale” . Sono stati oltre un migliaio i votanti dal sito a cui si è 
		aggiunto il parere della Giuria..
		
		Dall’analisi dei progetti è emerso che con un costo medio di costruzione 
		di 1.150 €/mq è possibile realizzare in tempi brevi (da sei mesi a un 
		anno) residenze di Housing Sociale di buon livello architettonico, 
		strutturale e tecnologico.
		
		Il Premio “Qualità architettonica” è stato attribuito al Progetto “Cenni 
		di Cambiamento” di Milano promosso da Polaris Investment Italia SGR SpA 
		e Fondazione Housing Sociale; ha ritirato il Premio Riccardo Ronchi ( 
		Project Manager Polaris) il quale ha dichiarato l’importanza della 
		partnership con Fondazione Housing Sociale.
		
		Il progetto è costituito da 124 alloggi e presenta innovative tecnologie 
		impiantistiche e costruttive che hanno permesso il raggiungimento per 
		tutti gli alloggi di un’elevata qualità architettonica e ambientale a 
		basso fabbisogno energetico con conseguente riduzione delle emissioni di 
		CO2.
		
		Dal sito di Fondazione Housing Sociale si cita : «E’ prevista le 
		creazione di un contesto sociale animato e innovativo grazie ad una 
		serie di attività integrative all’abitare che saranno attivate nell’area 
		dell’intervento, portando ad una semplificazione e ad un aumento della 
		qualità della vita di chi vi abiterà, mediante l’accesso a servizi 
		condivisi. Sono infatti previsti ampi spazi ad uso collettivo, spazi 
		ricreativi, culturali e servizi dedicati ai giovani. Uno spazio pubblico 
		centrale diverrà poi luogo di relazione fra il nuovo insediamento e la 
		comunità esistente. Si vuole infatti attivare un sistema di servizi in 
		grado di coinvolgere e includere il quartiere circostante, rispondendo 
		ad un esigenza percepita su scala cittadina. Gli edifici sono progettati 
		in classe energetica A, sfruttando sistemi costruttivi tali da 
		permettere di coniugare elevati standard abitativi, tecnologici ed 
		energetici a costi contenuti di realizzazione e gestione».
		
		Il Premio “Ecosostenibilità e Innovazione Tecnologica” è stato conferito 
		a EBS – Easy Building System, di Cogefrin ; ha ritirato il Premio 
		Salvatore Costanzo (Amministrazione Delegato Cogefrin Group) il quale ha 
		dichiarato che il progetto ha avuto il suo start up nel 2007 e ha subito 
		notevoli cambiamenti dovuti alla crisi economica. L’obiettivo strategico 
		del progetto consiste nel realizzare edifici sostenibili a elevate 
		prestazioni termoacustiche ma con costi di costruzione ridotti. Gli 
		edifici certificati in Classe A sono costruiti interamente a secco senza 
		il ricorso a lavorazioni umide eseguite in cantiere. La Giuria ha 
		sottolineato come il Premio vuole anche essere un auspicio per il 
		mantenimento dei parametri indicati , visto che esso è ancora in fase di 
		cantierizzazione.
		
		Il Premio “Tempi e costi di realizzazione” è stato assegnato a “Fondo 
		Veneto Casa – Marcon” di Beni Stabili Gestioni SGR; ha ritirato il 
		Premio Luca Landini (Asset Manager Beni Stabili Gestioni SGR) il quale 
		ha specificato che la Società ha realizzato l’acquisizione della prima 
		iniziativa per conto del Fondo Veneto Casa, che è un Fondo di 
		investimento immobiliare chiuso, sottoscritto dalla Regione Veneto, 
		dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dalla Fondazione 
		Venezia e da Intesa Sanpaolo. I tre edifici di nuova realizzazione, a 
		destinazione residenziale, sono ubicati a Marcon in provincia di 
		Venezia. Il complesso immobiliare è composto da 42 alloggi dotati di box 
		doppi, giardini, cantine e sottotetti. Gli alloggi, in classe energetica 
		B, verranno locati a canoni concordati per una durata minima di otto 
		anni. Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR, per conto del Fondo 
		Investimenti per l’Abitare, valutando positivamente l’iniziativa, ha 
		dato seguito alla delibera preliminare di adesione al Fondo Veneto Casa, 
		deliberando la sottoscrizione di quote per un valore di € 2,9 milioni.
		
		Il Premio “Gestione Sociale” è stato conferito al Progetto di via Pompeo 
		Leoni de La Ringhiera. Ha ritirato il Premio Jacopo Vignali (Presidente 
		La Ringhiera) il quale ha specificato che il progetto vuol creare le 
		sinergie fra il modo del lavoro e quello dello studio. Il Presidente ha 
		affermato che «Si tratta di tre palazzine di nuova edificazione e di 
		qualità, in una zona centrale della città, a un prezzo però calmierato. 
		Al suo interno, già oggi, risiedono 180 persone tra famiglie e studenti, 
		in parte soci della nostra cooperativa. L’impostazione non è stata 
		quella di voler creare, come spesso si è soliti fare, un “ghetto” di 
		studenti, ma una comunità. Ci abita lo studente, il professionista, il 
		docente, la giovane famiglia». La Ringhiera è nata grazie alla Compagnia 
		delle Opere che ha creato i due soggetti firmatari del progetto: 
		l’Officina e la Compagnia dell’Abitare Pompeo Leoni. Il Progetto 
		rappresenta un autentico caso di successo.
		
		Una Menzione Speciale è andata a Service Legno, e la Targa è stata 
		ritirata da Roberto Fava (Titolare Service Legno) il quale ha affermato 
		che una bella architettura è formata anche da edifici in legno 
		ecosostenibili e a risparmio energetico.
		
		Altra Menzione Speciale è stata attribuita a Fondazione Falciola . Ha 
		ritirato la Targa Walter Laganna, il quale ha illustrato la mission 
		della Fondazione Falciola che, fondata nel 1995, si occupa di servizi 
		immobiliari gestendo studentati composti di alloggi e spazi funzionali, 
		nati con l'intento di offrire agli studenti ospiti le migliori 
		condizioni abitative.
		
		Ma non solo. La Fondazione Falciola reperisce alloggi per universitari 
		sul mercato degli affitti, stipulando un contratto"a monte" con il 
		proprietario dell'appartamento e "a valle" con ogni singolo studente. 
		Attualmente la Fondazione gestisce migliaia di alloggi ed è nelle città 
		di Milano, Roma, Bologna, Ferrara, Parma, Torino e Cesena
		
		PS: Una piccola annotazione personale
		
		Come è stato detto nel corso del workshop di AREL, non esiste un 
		intervento di Housing Sociale senza la creazione della comunità degli 
		abitanti.
		La mia chiosa riguarda una comunità di abitanti nata il 21 novembre 1909 
		dall’idea di un grande architetto oggi semi-dimenticato , Giovanni 
		Broglio. A quel tempo, la Società Umanitaria aveva voluto costruire 
		nella zona delle “Rottole” (oggi viale Lombardia), il secondo Quartiere 
		Operaio, per completare quella sperimentazione sociale avviata nel 1906 
		con il quartiere Solari, in zona Macello.
		Il quartiere operaio dell’Umanitaria era una piccola città all’interno 
		della metropoli e dimostrava efficacemente che la casa, anche quella 
		operaia, dovesse essere sana, bene arredata, ricca di servizi e 
		attrezzature sociali, “unendo a questi vari vantaggi la relativa tenuità 
		del prezzo, che le rende accessibili anche alle borse più modeste”. Un 
		quartiere che sarebbe stato all’avanguardia anche per la gestione, dato 
		che vi si sperimentò una nuova forma di autogoverno, con cui gli stessi 
		abitanti – riuniti in Cooperativa – guidarono le loro sorti in linea con 
		i dettami dell’Umanitaria, che dagli affitti aveva modo di ricavare 
		risorse da destinare alle sue molteplici iniziative (nel campo 
		dell’emigrazione, dell’assistenza, della formazione professionale). Dal 
		1909 a oggi la Cooperativa Inquilini si è trasformata in Comitato 
		Inquilini, mantenendo sempre lo stesso spirito di allora.
		Del Comitato Inquilini delle Case del Secondo Quartiere dell’Umanitaria 
		di Viale Lombardia, ideatore è stato Silvio Invernizzi: un caro amico, 
		che purtroppo abbiamo perso mentre stavo lavorando alla redazione del 
		presente articolo.
		Silvio era una splendida persona che ha lottato per difendere la memoria 
		del complesso di case in cui abitava, ha lottato per ricreare un tessuto 
		sociale che si era perso, ha lottato per ridare un sorriso a dei bambini 
		sfortunati, ha lottato per garantire ai suoi nipoti un futuro migliore, 
		per trasmetter loro ideali di socialità, per trasmettere l’amore verso 
		la dimensione del nostro, la difesa degli animali e dei deboli.
		«Addio Silvio ti vedo mentre passeggi nel tuo cortile e mentre consegni 
		i garofani rossi alla memoria di chi ha lottato per il nostro Paese».
		Spesso gli angeli ci salutano in gruppo e così un altro angioletto in 
		questi giorni è andato via : si chiamava Yuri. Ha attraversato il Ponte 
		dell’arcobaleno e con i suoi occhioni azzurri ci guarderà da lassù; e 
		zampetterà insieme a tutti gli angeli a quattro zampe che nella vita ci 
		hanno accompagnato. (AML)
		
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