5-7 giugno 2012
di Anna Maria Liggeri, architetto
Il Salone EIRE conserva sempre il suo fascino. Entrandovi, in questo
periodo di crisi, si vive la sensazione che doveva provare il cugino
Gastone nei confronti del povero Paperino: ci si sente molto fortunati
e, camminando lungo gli stand, si percepisce la sensazione di essere
abbracciati e concupiti dal lusso e dal capitale.
Il Salone dimostra con i numeri il suo appeal: 454 protagonisti (enti e
società specializzate in tutta la filiera del settore, con una
significativa partecipazione internazionale), un centinaio di
investitori internazionali e 349 giornalisti accreditati. Cifre
affiancate da quelle inerenti al pubblico: più di 10.000 visitatori in
tre giorni. Gli appuntamenti tra gli investitori e i portatori delle
opportunità sono stati presentati nel book digitale “The Best of Italy”,
sono stati circa 180. E ancora si citano i: 79 convegni ed eventi negli
stand.
Un discreto numero di tali convegni è stato dedicato al tema del Housing
Sociale analizzato e studiato con angolazioni e sensibilità differenti,
dall’occhio attento del developer, alla delicatezza sociale e femminile
delle studiose di AREL- Associazione Real Estate Ladies, alla
concretezza dei manager di Cassa Depositi e Prestiti e delle altre SGR
coinvolte.
Alle SGR, in particolare, è stato dedicato l’incontro inerente ai bandi
per la selezione dei futuri Gestori dei nuovi Fondi sociali del Trentino
e della Sardegna. L’obiettivo delineato nel corso del Convegno era
quello di spiegare i criteri selettivi adottati per l’individuazione
delle SGR da incaricare per dell’istituzione e la gestione dei
rispettivi Fondi.
Trento per l’Housing Sociale
Luca Comper (Dirigente Servizio Politiche sociali e abitative Provincia
Autonoma di Trento) ha illustrato la genesi del progetto di istituzione
del Fondo. Il punto di start è stato l’approvazione in gennaio della
Giunta provinciale - su indicazioni del suo Presidente Lorenzo Dellai e
dell'assessore alle Politiche sociali e abitative Ugo Rossi - del
Progetto di un Fondo immobiliare nel campo dell'housing sociale in
Trentino (in sigla Fhst), elaborato da Tecnofin Trentina con il supporto
di Cassa Depositi e Prestiti, in collaborazione con gli uffici del
Servizio politiche sociali e abitative e della Direzione Generale della
Provincia.
L'obiettivo, in questa prima fase, è l'acquisizione e/o la realizzazione
di 500 alloggi a canone moderato sul territorio provinciale, per un
investimento complessivo stimato in 110 milioni di euro; in prospettiva
si prevede di realizzare fino a 2.000 alloggi. Questi saranno destinati
a quella fascia "media" di cittadini che non ha i requisiti necessari
per accedere all'edilizia residenziale pubblica, ovvero agli alloggi
Itea, (Istituto Trentino Ediliza Abitativa) ma che non è nemmeno in
grado di "affrontare" i canoni vigenti sul libero mercato: parliamo di
coloro che hanno una condizione economico-patrimoniale ai fini Icef (si
tratta di un indicatore di calcolo che serve per determinare lo “status
economico" di un nucleo famigliare). Il calcolo tiene conto non solo del
reddito e del patrimonio-fabbricati o terreni di proprietà e
investimenti finanziari es. conto corrente ecc.- ma anche della
composizione del nucleo famigliare per numero, età, grado di parentela e
soprattutto considerando anche le spese sostenute -spese mediche, tasse,
interessi sul mutuo,contributi, affitto della casa –
Grazie all'indicatore ICEF si può giungere a una serie di prestazioni
assistenziali e agevolazioni tariffarie, compresa nell’intervallo con
valore minimo 0,18 valore massimo 0,39, che corrisponde indicativamente,
per un nucleo familiare composto da 3 persone a una fascia compresa
circa fra i 18.000 e i 40.000 euro; qui rientrano in particolare i
giovani e le giovani coppie che intendono affrancarsi dai nuclei
familiari di origine e creare una nuova famiglia. Il canone mensile di
base di questi alloggi sarà dunque inferiore a un 30% circa rispetto a
quello di mercato.
L'obiettivo è offrire una risposta al disagio abitativo espresso dai
nuclei familiari appartenenti alla fascia reddituale "media", che vedono
ridursi progressivamente, per effetto della grave crisi economica che
stiamo vivendo tutti, il loro potere d'acquisto, avendo così bloccato
l’accesso al libero mercato delle locazioni. Il progetto potrà inoltre
assumere un ruolo significativo in termini di sostegno nel settore
edile, un comparto che in questi anni sta soffrendo più di altri la
pesante congiuntura economica in atto. Per il raggiungimento di tale
obiettivo sono state previste modalità di forte accelerazione degli
interventi che consentano di anticipare da parte della Provincia
l'elaborazione in breve tempo di un piano di acquisizione di alloggi già
disponibili sul mercato.
Gli investimenti resi possibili dal Fondo saranno realizzati su tutto il
territorio provinciale, tenendo conto delle indicazioni fornite dalla
Provincia autonoma di Trento sul fabbisogno abitativo, con particolare
riguardo alle necessità dei comuni ad alta tensione abitativa.
Per quanto riguarda i quotisti è previsto che al Fondo possano
partecipare soggetti sia pubblici che privati. Oltre alla Provincia che,
insieme al Fondo Investimenti per l'Abitare (F.I.A.) gestito da Cassa
depositi e prestiti SGR, che deterrà la maggioranza delle quote, è
prevista anche una presenza di investitori qualificati, quali gruppi
bancari, compagnie assicurative, fondi previdenziali, società
finanziarie.
Il Relatore ha affermato che aldilà degli apporti di carattere
finanziario sono previsti anche terreni e/o fabbricati già esistenti;
questi ultimi potranno essere conferiti da enti pubblici e imprese di
costruzione che riterranno opportuno valorizzare le proprie proprietà
immobiliari in un'ottica di Housing Sociale.
Il Fondo avrà una durata di 25 anni e sarà sostenuto da un contributo
della Provincia autonoma di Trento a titolo di compensazione per
l’erogazione del servizio di interesse economico generale riconosciuto
in misura non superiore a quanto previsto dalla normativa comunitaria in
materia di aiuti di Stato.
E’ importante sottolineare che, con questo provvedimento, la Giunta
intende promuovere la costituzione del Fondo ma che vi sarà un
successivo provvedimento ad individuare, mediante procedura ad evidenza
pubblica, la società di gestione del risparmio che dovrà concretamente
istituire e gestire il Fondo immobiliare.
Con il provvedimento adottato , in particolare, la Giunta detta i
criteri di partecipazione e gestione del Fondo immobiliare e i criteri e
modalità di cessione in proprietà degli alloggi; le caratteristiche
degli immobili conferibili al Fondo (la priorità sarà data a quelli
ubicati all'interno dei dodici comuni ad alta tensione abitativa ed a
quelli in legno), nonché i criteri per la concessione dei contributi a
titolo di compensazione per l'erogazione del servizio d'interesse
economico generale.
La Sardegna per l’Housing Sociale
La Regione Sardegna ha dato vita con la creazione di un Fondo regionale
dedicato all'Housing Sociale conformandosi così al modello nazionale e
al Piano di edilizia abitativa. A questo scopo la Regione Sardegna ha
impegnato 12 milioni di euro e sta promuovendo la partecipazione della
Fondazione Banco di Sardegna con anche Cassa depositi e Prestiti
Investimenti SGR che contribuirà con una quota pari al 40% alla
disponibilità del Fondo immobiliare.
Barbara Foddis ( Funzionario Regione Sardegna) ha spiegato che la
Regione ha dato il suo assenso a sedici progetti pilota elaborati da
altrettanti Comuni sardi, dalle cooperative edilizie e da imprese di
costruzione per un totale di 185 milioni di euro di investimento
complessivo di cui il 30% provenienti da investimenti privati.
I ventidue Comuni che hanno presentato il progetto e sono risultati
ammissibili al finanziamento (alcuni accorpando le proposte in una
cordata) mostrano un fabbisogno abitativo è di 3868 alloggi.
I progetti ammessi non riescono però a soddisfare il fabbisogno
abitativo : sono localizzati ad Alghero, Quartu Sant'Elena, Sassari,
Oristano, Carbonia, Cagliari, Bosa, Pau, Tempio Pausania, per citarne
alcuni. In particolare, entrando nel vivo dei singoli interventi, il
Comune di Cagliari ha presentato un progetto per 250 alloggi (contro un
fabbisogno di 866 unità immobiliari) per un intervento che costa
complessivamente 54,8 milioni di euro (15 milioni di risorse
pubblico–private e altri 39 milioni di richiesta al Fondo immobiliare
regionale). Un altra realizzazione degna di nota è quella presentato da
Res Investments a Oristano per la realizzazione di 110 alloggi contro un
fabbisogno di 150. Il costo del progetto è di 25,5 milioni (5 milioni
pubblici–privati e 20 milioni chiesti al Fondo).
Meno "ambizioso" il progetto per Sassari presentato dalla cooperativa
Ope, dal Comune e da AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa)
prevede una copertura di 85 alloggi, contro i 1213 che sarebbero
necessari. Il costo dell'opera è di quasi 13,7 milioni di cui 11,9
richiesti al Fondo e 1,7 milioni messi a disposizione da risorse
pubblico–private.
Da parte sua la Regione investe 12 milioni di euro, e conta di incassare
anche una sottoscrizione da parte della Fondazione Banco di Sardegna.
La Relatrice avviandosi alle conclusioni pone l’accento sulla politica
di gestione della "cassa" per l’ Housing Sociale normata in un documento
elaborato dalla Regione.
Non trascurabile infine l’iniziativa di un bando pubblico per la
selezione della SGR che istituisce il Fondo (con denaro regionale e
partecipazione da parte del Fondo investimenti per l'abitare). In capo
al Fondo le funzioni di selezione e realizzazione degli interventi di
Housing Sociale, nonché la vendita e la locazione (anche con patti di
futura vendita) degli alloggi costruiti o recuperati.
Il Business Plan dell’Housing Sociale
Il Convegno intitolato “Il Business Plan dell’Edilizia privata sociale”
si è svolto in data 5 giugno 2012 è stato organizzato da CDPI Cassa
Depositi Prestiti SGR, la Società che gestisce il Fondo Investimenti per
l’Abitare, il Fondo Immobiliare Nazionale dedicato al Housing Sociale.
Il team di CDPI SGR ha esposto il metodo in cui si valutano gli
interventi, specificando le loro metodologie di analisi di valutazione
della sostenibilità economica e finanziaria dei progetti. Dopo
un’introduzione su come si strutturano le iniziative sono state
analizzate le singole voci di costo e di ricavo del Business Plan.
CDPI per ogni singola proposta progettuale di Housing Sociale svolge
un'attività di istruttoria tecnica comprendente un’analisi di
conformità, sostenibilità e fattibilità dell'iniziativa, secondo una
procedura articolata in diverse fasi. La prima fase di analisi riguarda
principalmente il veicolo di investimento proposto (e cioè la Società di
Gestione del Risparmio e Fondo gestito o altro veicolo), con analisi
dello stesso e, eventualmente, del gruppo societario di appartenenza.
Nella prima fase di istruttoria potranno venire anche analizzati i
progetti immobiliari individuati dal veicolo quali opportunità di
investimento nel loro stato di sviluppo. Durante tale fase, CDPI SGR
verifica la conformità generale del progetto con le politiche e i
criteri di investimento del FIA. Successivamente alla prima fase
istruttoria, CDPI SGR può assumere una delibera di impegno preliminare
alla sottoscrizione, mediante la quale verrà assunto, per una durata
determinata, un impegno massimo di investimento nel Fondo locale o altro
veicolo proposto (delibera plafond). L'impegno di CDPI SGR, in questa
fase preliminare, non ha natura vincolante. Nelle fasi successive,
verranno analizzati i progetti di investimento immobiliare dei Fondi o
dei veicoli target, attraverso specifiche due diligence di tutte le
componenti rilevanti (e cioè legali, societarie, finanziarie, fiscali,
tecnico-urbanistico-catastali, ambientali e gestionali delle singole
iniziative).
Qualora venga riscontrato un esito positivo ove previsto, del FIA, CDPI
Sgr potrà decidere di investire le risorse del FIA nelle specifiche
iniziative.
Ai fini di una manifestazione di interesse finalizzata all’avvio di
un’istruttoria da parte di CDPI SGR, è necessario che il soggetto
proponente trasmetta una proposta formale di investimento, in un Fondo
immobiliare target, istituito o da istituire, e dedicato ad investimenti
in edilizia privata sociale, con indicazione dell’ammontare obiettivo di
raccolta del patrimonio e, conseguentemente, della quota di
partecipazione attesa dal Fondo Investimenti per l’Abitare.
Sulla scorta delle istruttorie svolte e dei primi investimenti del Fondo
è oggi possibile comporre un benchmark delle iniziative e definire delle
buone pratiche.
Marco Sangiorgio (Direttore Generale di CDPI), ha riportato alcuni dati
tratti dall’Osservatorio sull’abitare Sociale in Italia, in Italia, le
famiglie proprietarie di casa rappresentano il 75% del totale, vale a
dire 16,9 milioni, mentre quelle in affitto sono 4,7 milioni, il 18,9% ,
inoltre, il numero dei nuclei familiari in cui il costo per la casa,
mutuo o affitto, supera il 30% del reddito è stimato in 2,4 milioni.
Cifre che pesano sul bilancio familiare e che creano serie difficoltà
esistenziali sia per le famiglie numerose, le giovani coppie e le
monogenitoriali. Non ultima la famosa “generazione mille euro” che non
può permettersi di destinare gran parte dello stipendio per un mutuo o
un affitto onerosi, le cifre parlano chiare una massa di sette milioni
di persone fra i 18 e 34 anni.
La crisi finanziaria che ha investito il nostro Paese ha provocato
un’emergenza abitativa sempre più accentuata, cui però rispondono
politiche abitative pubbliche sempre più deboli e limitate. Così si è
formata una fascia intermedia che non può accedere ai bandi per le case
popolari, ma è al contempo troppo poco abbiente per permettersi
abitazioni con prezzi di mercato. Lo sviluppo di progetti di edilizia
sociale, si adatta a questa fascia di persone. Secondo uno studio sul
mercato immobiliare lombardo proposto da Cresme e Ance Lombardia lo
scenario delle famiglie nel periodo 2010-2019 nella regione, sarà così
formato: delle 935.000 nuove famiglie alla ricerca di alloggio, poco più
del 40% sarà in grado di avere accesso al libero mercato, un altro 42,5%
si dovrà orientare all’affitto o ai programmi di edilizia agevolata,
mentre circa 162.000 saranno costrette a rivolgersi al segmento sociale,
pari al 17,5% circa del totale. “Housing Sociale” significa, quindi,
canoni di locazione inferiori al livello di mercato che non superino il
25-30% dello stipendio.
Una nota a margine al Convegno riguarda il matrimonio avvenuto fra CDPI
e Fondazione Housing Sociale, la cerimonia è stata resa possibile anche
dal cambio delle "regole del gioco" dell'edilizia privata sociale. Si
rammenta la norma di legge (attesa nel piano città annunciato dal
governo) che consente a CDP Investimenti SGR di salire al 60% nell'equity
dei Fondi locali, superando l'attuale tetto del 40 per cento. Tale
prescrizione faciliterà sia l'avvio delle iniziative, grazie al maggiore
cash fornito da CDP, correggerà l'effetto moltiplicatore degli
investimenti. Se infatti i due miliardi di CDP significavano un
investimento finale di 5 miliardi nell'edilizia, la nuova norma finirà
con il ridimensionare quest'ultimo valore (anche in termini di alloggi).
Un esempio: restringendo il campo all'attuale disponibilità residua di
circa 1,55 miliardi del maxi-Fondo, il coinvolgimento della SGR sarà al
60% dei Fondi locali, si tradurrebbe in un volume complessivo di quasi
2,6 miliardi. Citando Marco Sangiorgi, “Sergio Urbani è il santone dell’housing
sociale in Italia, Codirettore della SGR di CDPI con delega sulla
strategia e le relazioni istituzionali.”
I primi effetti del cambio di marcia sono emersi durante il Convegno, in
particolar modo nell’aumento delle realizzazioni e nell’analisi dei
Business Plan.
Gregorio Ott (Team Investiment CDPI SGR ex Core Business Fondazione
Housing Sociale) ha presentato alcune logiche del Business plan negli
interventi di Housing Sociale che hanno le stesse logiche della finanza
etica, analizzando i rischi correlati agli investimenti e al rendimento
ha chiarificato la massimizzazione dell’investimento a parità di
rischio.
Livio Cassoli (Team Investment ex Core Business Fondazione Housing
Sociale) ha spiegato l’attenzione del mondo bancario verso le operazioni
di Housing Sociale.
«La nostra idea sarà sempre quella di chiedere alle banche un
contenuto livello d’indebitamento, i fondi per legge hanno già un limite
del 60%, per legge noi lavoriamo anche su quote più basse al 50% ma si
può fare anche una definizione qualitativa dove allocare questo debito.
Se nel mix abitativo del progetto abbiamo una vendita a breve o termine
ed una locazione a lungo termine possiamo fare in modo che il livello
del debito viene pagato da quest’ultima, e il rimborso è garantito dalle
vendite». Il Relatore prosegue affermando che in questo caso abbiamo
così un doppio binario di sicurezza, i costi vengono supportati dalle
locazioni a lungo termine, le rendite dalle vendite. Occorre ridare alle
famiglie la possibilità di avere accesso al credito del resto è pur vero
che non può esistere Business Plan che non tengo conto della vendita
degli appartamenti.
Un ruolo che va diffondendosi è l’integrazione dei Fondi, se l’immobile
rientra in tutti i parametri del Housing sociale si può inserire il
debito e l’immobile nel Fondo questo crea un rafforzamento della
posizione bancaria.
Anche all’interno di un intervento di Housing sociale è importante
capire la tipologia di prodotto che si vuol offrire. Questa comprensione
consente di operare il massimo rendimento ottenibile che risente della
percentuale del mix se è vendita convenzionata immediata, se è a
locazione con riscatto, o a medio termine fino a giungere alla locazione
permanente questi parametri sono cruciali per il business plan. Occorre
anche pensare che vi siano dei rapporti di rendita differenziali
comparati al mix.
Livio Cassoli conclude dichiarando che vorrebbe ricordare che il Sistema
Integrato di Fondi immobiliari, di cui il FIA è il perno, riguarda una
delle sei linee del Piano Casa. Attualmente, CDPI SGR, per conto del
FIA, ha assunto 15 delibere di investimento preliminari per circa 500
milioni di euro, in 15 Fondi immobiliari, gestiti da nove SGR. In nove
di questi Fondi, gli investimenti sono stati deliberati in via
definitiva, per un ammontare di 200 milioni di euro, in 34 progetti
immobiliari. Il patrimonio a tendere dei Fondi target è di circa 1,2
miliardi di euro e, considerando anche la leva finanziaria prevista,
ammonterebbe a circa 1,6 miliardi di euro. Pertanto, qualora tutte le
delibere preliminari si trasformassero in definitive, si realizzerebbero
oltre 10.000 alloggi sociali e altri investimenti immobiliari in
funzioni compatibili. In aggiunta, la Società -come ha ben illustrato
nel suo sito internet -dispone di una pipeline di una ventina di
ulteriori iniziative, ubicate anche al Sud, che potrebbe comportare la
realizzazione di un numero di alloggi sociali simile a quello sopra
indicato per le delibere preliminari.
AREL e il Social Housing
Il tema dell’abitare sociale è stato oggetto del workshop organizzato da
AREL. Associazione Real Estate Ladies..
Francesca Zirnstein (Director presso Scenari Immobiliari, e Presidente
AREL Associazione Real Estate Ladies), ha introdotto il momento di
lavoro spiegando quanto il termine Housing Sociale sia lontano da quello
di edilizia residenziale e popolare, presentando Angela Airoldi
(Responsabile Area economia urbana e immobiliare del Certet – Bocconi e
collaboratrice del gruppo Clas), che è intervenuta sul tema
“monitoraggio”.
La Relatrice ha affermato che « La classificazione degli interventi di
Housing Sociale è stato un lavoro impegnativo perché c'è ancora una
discreta difficoltà a capire di cosa si tratta, confondendoli con le
categorie appartenenti all’insieme dell'edilizia sovvenzionata e
pubblica. Al tempo stesso, alcune categorie di edilizia che per noi sono
Housing Sociale per altri non lo sono. Come nel caso dei collegi
universitari definiti da alcuni strutture universitarie anche se non è
così perché la gestione è affidata ad altri». L'obiettivo del
monitoraggio è quello di fornire agli operatori un servizio di
informazione e formazione sempre più ampio e di qualità, insieme alla
possibilità di avere un quadro costantemente aggiornato dei progetti
realizzati, in fase di realizzazione, in fase embrionale ma non solo.
Grazie all'Osservatorio è possibile analizzare e confrontare i tempi ed
essere avere un informazione tempestiva inerente alle procedure, ai
finanziamenti, all'accesso ai Fondi, inoltre lo studio del materiale
catalogato consente di conoscere i costi di costruzione e le buone
pratiche di risparmio su immobili che, in ogni caso, devono garantire
alti standard qualitativi.
L'idea è però anche quella di stimolare la pubblica amministrazione a
collaborare con i privati sul tema, man mano che cresce la conoscenza
dei fabbisogni latenti e futuri della popolazione, in funzione delle
fasce sociali e delle aree geografiche interessate. Ma proprio il
rapporto con gli enti pubblici non è sempre facile: alcuni sono più
collaborativi, altri meno, e non mancano i problemi legati alla
burocrazia. Questo, nonostante l'apporto degli enti pubblici non sia
secondario perché molte iniziative passano attraverso i bandi.
La Relatrice inoltre ha lamentato alcune lacune che possono riscontrarsi
anche nel fronte privato:
«I progettisti, i costruttori e in generale tutti gli altri attori
coinvolti sono sempre impegnati, non rispondono, non richiamano quando
cercati. Di conseguenza c'è difficoltà a raccogliere informazioni
dettagliate nel merito dei progetti. Dietro a ciascuna scheda ci sono
10/15 telefonate. Un lavoro frustrante. Inizialmente non rispondeva
nessuno. Anche se questo è tipico di tutti gli Osservatori quando
partono. C'è difficoltà a capire di cosa si sta parlando, a riconoscersi
e a definire un linguaggio comune e, quindi, il mio appello ai soggetti
interessati, o che potrebbero esserlo, è a collaborare. C'è molta strada
da fare. Con il nostro Monitoraggio abbiamo toccato solo la punta. I
progetti sono circa 200, ma in giro ce n'è molti di più, e alcuni si
trovano in regioni che non ci aspettavamo».
Angela Airoldi ha offerto molti spunti di riflessione inerenti al ciclo
del prodotto Housing Sociale . «Lo scorso anno, ad esempio, a EIRE non
c'era traccia di iniziative di Housing Sociale in Umbria, mentre il
monitoraggio oggi ne censisce ben 28, solo tre in meno della Lombardia
che con 31, dei quali 11 residenze universitarie, è la regione con il
maggior numero di progetti rilevati. Altro punto critico: la mancanza di
una terminologia e di parametri di riferimento comuni».
La Relatrice ha dichiarato che ogni Regione ha una sua legge e chiama le
cose a modo suo, cosa che non giova alla definizione di un quadro
omogeneo. Noi studiosi abbiamo capito che il fenomeno interessa ovunque
perché è un po' il futuro dell'edilizia di libero mercato.
Angela Airoldi ha concluso con l’invito rivolto agli appartenenti della
galassia Hosusing Sociale: chi possiede informazioni si impegni a
fornirle, affinché il Monitoraggio possa continuare. «Spero che si
riesca a capirne l'utilità sia come strumento informativo di confronto
sia come mezzo per individuare i finanziatori, i costruttori e più in
generale per aiutare a comprendere le diverse competenze».
Laura Rocca (Architetto Associato Roccatelier) ha dichiarato
che il Social Housing è formato sia dai progetti, dai business plan ma
soprattutto dalle persone che ivi risiedono; se manca la socialità , un
progetto di Housing Sociale non può esistere.
L’ architetto ha rammentato che l’aiuto economico deve avvenire in fase
di cantierizzazione dell’idea e non certo a progetto finito. Se pensiamo
alle esperienze in Olanda ci si rende conto della strada che deve
percorrere la nostra concezione, che nulla a che fare con quella ormai
famosissima del Cecodahs (Comite Europeen De Coordination de L’Habitat
Social) riportata già da Angela Airoldi.
Laura Rocca ha spiegato che in Olanda l’Housing Sociale viene
usato come processo di riqualificazione urbanistica, come uno strumento
efficace ed efficiente per incidere sull’equilibrio ambientale tramite
un notevole risparmio energetico e una conseguente riduzione
dell’impatto inquinante, con la scelta di materiali e di politiche
progettuali che devono avvenire già nel progetto del cantiere. Così come
è stato indicato nel progetto.
L’architetto prosegue dichiarando che manca nel nostro Paese una
pronunzia legislativa riguardante l’identificazione delle aree da
adibire all’ Housing Sociale, precursore è stata Milano che con il PGT
Piano Governo del Territorio, che ha fornito un indicazione sulle aree
da destinarsi al sociale.
La Relatrice ha concluso affermando che in Italia occorre che le
Pubbliche amministrazioni, le Aziende territoriali pubbliche, i
costruttori privati, le Fondazioni, gli investitori istituzionali,
lavorino insieme per giungere alla formulazione di un tavolo
programmatico che veda nell’Housing Sociale un meraviglioso strumento di
riconversione urbanistica correlato alla riqualificazione sociale.
I Premi “Social Housing Awards”
La consegna dei Premi Social Housing Awards ha felicemente concluso la
ottava edizione di EIRE. Chairman della premiazione è stato Roberto
Benaglia (Presidente della Giuria dei Premi e del Comitato Scientifico
della manifestazione)
I Premi sono stati conferiti alle migliori iniziative di abitare sociale
per le seguenti categorie “Qualità Architettonica”, “Ecosostenibilità e
Innovazione Tecnologica” , “Tempi e costi di realizzazione” e “Gestione
Sociale” . Sono stati oltre un migliaio i votanti dal sito a cui si è
aggiunto il parere della Giuria..
Dall’analisi dei progetti è emerso che con un costo medio di costruzione
di 1.150 €/mq è possibile realizzare in tempi brevi (da sei mesi a un
anno) residenze di Housing Sociale di buon livello architettonico,
strutturale e tecnologico.
Il Premio “Qualità architettonica” è stato attribuito al Progetto “Cenni
di Cambiamento” di Milano promosso da Polaris Investment Italia SGR SpA
e Fondazione Housing Sociale; ha ritirato il Premio Riccardo Ronchi (
Project Manager Polaris) il quale ha dichiarato l’importanza della
partnership con Fondazione Housing Sociale.
Il progetto è costituito da 124 alloggi e presenta innovative tecnologie
impiantistiche e costruttive che hanno permesso il raggiungimento per
tutti gli alloggi di un’elevata qualità architettonica e ambientale a
basso fabbisogno energetico con conseguente riduzione delle emissioni di
CO2.
Dal sito di Fondazione Housing Sociale si cita : «E’ prevista le
creazione di un contesto sociale animato e innovativo grazie ad una
serie di attività integrative all’abitare che saranno attivate nell’area
dell’intervento, portando ad una semplificazione e ad un aumento della
qualità della vita di chi vi abiterà, mediante l’accesso a servizi
condivisi. Sono infatti previsti ampi spazi ad uso collettivo, spazi
ricreativi, culturali e servizi dedicati ai giovani. Uno spazio pubblico
centrale diverrà poi luogo di relazione fra il nuovo insediamento e la
comunità esistente. Si vuole infatti attivare un sistema di servizi in
grado di coinvolgere e includere il quartiere circostante, rispondendo
ad un esigenza percepita su scala cittadina. Gli edifici sono progettati
in classe energetica A, sfruttando sistemi costruttivi tali da
permettere di coniugare elevati standard abitativi, tecnologici ed
energetici a costi contenuti di realizzazione e gestione».
Il Premio “Ecosostenibilità e Innovazione Tecnologica” è stato conferito
a EBS – Easy Building System, di Cogefrin ; ha ritirato il Premio
Salvatore Costanzo (Amministrazione Delegato Cogefrin Group) il quale ha
dichiarato che il progetto ha avuto il suo start up nel 2007 e ha subito
notevoli cambiamenti dovuti alla crisi economica. L’obiettivo strategico
del progetto consiste nel realizzare edifici sostenibili a elevate
prestazioni termoacustiche ma con costi di costruzione ridotti. Gli
edifici certificati in Classe A sono costruiti interamente a secco senza
il ricorso a lavorazioni umide eseguite in cantiere. La Giuria ha
sottolineato come il Premio vuole anche essere un auspicio per il
mantenimento dei parametri indicati , visto che esso è ancora in fase di
cantierizzazione.
Il Premio “Tempi e costi di realizzazione” è stato assegnato a “Fondo
Veneto Casa – Marcon” di Beni Stabili Gestioni SGR; ha ritirato il
Premio Luca Landini (Asset Manager Beni Stabili Gestioni SGR) il quale
ha specificato che la Società ha realizzato l’acquisizione della prima
iniziativa per conto del Fondo Veneto Casa, che è un Fondo di
investimento immobiliare chiuso, sottoscritto dalla Regione Veneto,
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dalla Fondazione
Venezia e da Intesa Sanpaolo. I tre edifici di nuova realizzazione, a
destinazione residenziale, sono ubicati a Marcon in provincia di
Venezia. Il complesso immobiliare è composto da 42 alloggi dotati di box
doppi, giardini, cantine e sottotetti. Gli alloggi, in classe energetica
B, verranno locati a canoni concordati per una durata minima di otto
anni. Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR, per conto del Fondo
Investimenti per l’Abitare, valutando positivamente l’iniziativa, ha
dato seguito alla delibera preliminare di adesione al Fondo Veneto Casa,
deliberando la sottoscrizione di quote per un valore di € 2,9 milioni.
Il Premio “Gestione Sociale” è stato conferito al Progetto di via Pompeo
Leoni de La Ringhiera. Ha ritirato il Premio Jacopo Vignali (Presidente
La Ringhiera) il quale ha specificato che il progetto vuol creare le
sinergie fra il modo del lavoro e quello dello studio. Il Presidente ha
affermato che «Si tratta di tre palazzine di nuova edificazione e di
qualità, in una zona centrale della città, a un prezzo però calmierato.
Al suo interno, già oggi, risiedono 180 persone tra famiglie e studenti,
in parte soci della nostra cooperativa. L’impostazione non è stata
quella di voler creare, come spesso si è soliti fare, un “ghetto” di
studenti, ma una comunità. Ci abita lo studente, il professionista, il
docente, la giovane famiglia». La Ringhiera è nata grazie alla Compagnia
delle Opere che ha creato i due soggetti firmatari del progetto:
l’Officina e la Compagnia dell’Abitare Pompeo Leoni. Il Progetto
rappresenta un autentico caso di successo.
Una Menzione Speciale è andata a Service Legno, e la Targa è stata
ritirata da Roberto Fava (Titolare Service Legno) il quale ha affermato
che una bella architettura è formata anche da edifici in legno
ecosostenibili e a risparmio energetico.
Altra Menzione Speciale è stata attribuita a Fondazione Falciola . Ha
ritirato la Targa Walter Laganna, il quale ha illustrato la mission
della Fondazione Falciola che, fondata nel 1995, si occupa di servizi
immobiliari gestendo studentati composti di alloggi e spazi funzionali,
nati con l'intento di offrire agli studenti ospiti le migliori
condizioni abitative.
Ma non solo. La Fondazione Falciola reperisce alloggi per universitari
sul mercato degli affitti, stipulando un contratto"a monte" con il
proprietario dell'appartamento e "a valle" con ogni singolo studente.
Attualmente la Fondazione gestisce migliaia di alloggi ed è nelle città
di Milano, Roma, Bologna, Ferrara, Parma, Torino e Cesena
PS: Una piccola annotazione personale
Come è stato detto nel corso del workshop di AREL, non esiste un
intervento di Housing Sociale senza la creazione della comunità degli
abitanti.
La mia chiosa riguarda una comunità di abitanti nata il 21 novembre 1909
dall’idea di un grande architetto oggi semi-dimenticato , Giovanni
Broglio. A quel tempo, la Società Umanitaria aveva voluto costruire
nella zona delle “Rottole” (oggi viale Lombardia), il secondo Quartiere
Operaio, per completare quella sperimentazione sociale avviata nel 1906
con il quartiere Solari, in zona Macello.
Il quartiere operaio dell’Umanitaria era una piccola città all’interno
della metropoli e dimostrava efficacemente che la casa, anche quella
operaia, dovesse essere sana, bene arredata, ricca di servizi e
attrezzature sociali, “unendo a questi vari vantaggi la relativa tenuità
del prezzo, che le rende accessibili anche alle borse più modeste”. Un
quartiere che sarebbe stato all’avanguardia anche per la gestione, dato
che vi si sperimentò una nuova forma di autogoverno, con cui gli stessi
abitanti – riuniti in Cooperativa – guidarono le loro sorti in linea con
i dettami dell’Umanitaria, che dagli affitti aveva modo di ricavare
risorse da destinare alle sue molteplici iniziative (nel campo
dell’emigrazione, dell’assistenza, della formazione professionale). Dal
1909 a oggi la Cooperativa Inquilini si è trasformata in Comitato
Inquilini, mantenendo sempre lo stesso spirito di allora.
Del Comitato Inquilini delle Case del Secondo Quartiere dell’Umanitaria
di Viale Lombardia, ideatore è stato Silvio Invernizzi: un caro amico,
che purtroppo abbiamo perso mentre stavo lavorando alla redazione del
presente articolo.
Silvio era una splendida persona che ha lottato per difendere la memoria
del complesso di case in cui abitava, ha lottato per ricreare un tessuto
sociale che si era perso, ha lottato per ridare un sorriso a dei bambini
sfortunati, ha lottato per garantire ai suoi nipoti un futuro migliore,
per trasmetter loro ideali di socialità, per trasmettere l’amore verso
la dimensione del nostro, la difesa degli animali e dei deboli.
«Addio Silvio ti vedo mentre passeggi nel tuo cortile e mentre consegni
i garofani rossi alla memoria di chi ha lottato per il nostro Paese».
Spesso gli angeli ci salutano in gruppo e così un altro angioletto in
questi giorni è andato via : si chiamava Yuri. Ha attraversato il Ponte
dell’arcobaleno e con i suoi occhioni azzurri ci guarderà da lassù; e
zampetterà insieme a tutti gli angeli a quattro zampe che nella vita ci
hanno accompagnato. (AML)