25 maggio 2012
		
		di Paola G. Lunghini
		
		E’ scomparso come tutti sanno il 25 maggio - all’età di 93 anni – 
		Edoardo Mangiarotti, straordinario esempio di eccellenza sportiva e 
		umana.
		Lo conoscevo da molto tempo.
		Tra le tante cose che Edoardo ha fatto nella sua lunga e gloriosa 
		esistenza, è stato anche per moltissimi anni Presidente 
		dell’“Associazione dei Cittadini Benemeriti“, cioè dell’Associazione che 
		raccoglie coloro che hanno negli anni ricevuto le “Medaglie di 
		Benemerenza Civica “ conferite dal Comune di Milano, i cosiddetti 
		“Ambrogini d’Oro”.
		Io ricevetti la Medaglia d’Oro nel dicembre 2005, e mi fu naturale 
		iscrivermi all’Associazione guidata da Edoardo – che già da prima 
		conoscevo.
		Alcuni anni orsono, fui chiamata al Consiglio Direttivo dell’ 
		Associazione, e mi onoro di farne tuttora parte.
		A fine 2009, scrissi – per il Notiziario dell’ Associazione - il pezzo 
		che qui ripropongo, e in memoriam : dalla doppia intervista con Edoardo 
		e la sua straordinaria consorte Mimì, uscì, più che un “ritratto”, un 
		racconto.
		
		Castelletto 
		Monferrato, 17 settembre 1949.
		Una scintillante Aprilia entra sgommando nella tenuta della famiglia 
		Castiglioni e dalla portiera esce un bocchino lunghissimo, tenuto con 
		indifferenza tra le dita di una bella ed elegante Signorina.
		Minutina.
		Camilla – che tutti chiamano Mimì – entra nella sua casa senza quasi 
		degnare di uno sguardo il giovanotto alto e aitante che suo padre le 
		presenta come un grande Campione della scherma : lei di spade e fioretto 
		nulla sa, ma è elegante e spiritosa, ha altri giri, è sempre in giro, 
		guida il calesse, e si gode la vita in questo inizio di autunno tra le 
		atmosfere ancora soleggiate della vendemmia piemontese. Studi non troppo 
		impegnativi alle spalle (le mitiche Magistrali, roba da signorine di 
		ottima famiglia), e anche una guerra devastante alle spalle – oddio, 
		ancora così presente per mamma e papà. Anche se la vita da sfollati è 
		stata dura, beh, è ormai lontana, e quando si hanno 22 anni si fa presto 
		a dimenticare gli orrori.
		Mimì ha già viaggiato per l’ Europa , ci sono i veglioni e gli amici.
		E la bella casa a Milano, in via Solferino: proprio accanto al Corriere 
		della Sera.
		Lavorare? Forse, nell’azienda di papà (che “fa l’industriale” ) e che le 
		ha dato un ultimatum: basta feste, la vita bisogna guadagnarsela. 
		
		Che vuole questo bel giovanotto da me? Papà – al di là dei suoi impegni 
		– se ne è praticamente innamorato. D’accordo, papa è un appassionato 
		dello sport, ma non sapevo che adorasse la scherma. D’ accordo, Edoardo 
		ha già fatto incetta di medaglie, addirittura alle OLIMPIADI!!! Ah, sì, 
		scrive anche sulla Gazzetta dello Sport!
		Papà me lo fa trovare accanto dappertutto, Capodanno compreso….
		
		Milano, Chiesa di 
		San Marco, 1 giugno 1950.
		Vanno sposi Mimì Castiglioni ed Edoardo Mangiarotti sotto un trionfo di 
		spade. Festa grande, dopo il rito, nella bella terrazza della grande 
		casa di via Solferino . Ma gli sposi scappano in fretta: c’è un treno 
		per Lione, e là un aereo che attende Edoardo per condurlo ad Algeri . 
		Dove lo aspetta in pedana il numero uno della scherma di Francia. E poi, 
		ancora Tunisi, e poi Napoli. Altri combattimenti, altre vittorie in nome 
		dell’ Italia , nella grande tradizione della “ Mangiarotti Family”.Ma è 
		un viaggio di nozze a tre: lei, lui e il “sacco delle armi”.
		
		Mimì inizia a concentrare tutte le precedenti “deboli” passioni («Ho 
		praticato molti sport, ma nessuno troppo», mi ha confidato. «Anche la 
		scherma, soprattutto per capire. Mi piacciono il cinema e la lettura, ma 
		spesso non ho neppure il tempo di scorrere il giornale») in una 
		sola: ma “grande grande grande” che di nome fa Edoardo, la sua 
		straordinaria carriera da Campione e poi, ancora, il suo splendido ruolo 
		di ambasciatore dello sport italiano nel mondo. Con Edo, Mimì ha girato 
		il mondo ( la sua città preferita è Hong Kong, dove ha soggiornato 
		diverse volte ) e intanto ha cresciuto, con pari passione, la sua unica 
		figliola, Carola , che si sarebbe presto rivelata a sua volta 
		campionessa di scherma.
		
		Mimì ha conosciuto infiniti luoghi e innumerevoli persone, anche molto 
		importanti. La sua vivacità, la sua educazione e la sua eleganza di 
		signora bennata si sono tradotte ovunque in infinita simpatia.
		La vera Lady dell’“Italscherma”, per usare un’espressione molto, molto 
		contemporanea.
		
		Altrettanto consenso Mimì lo ha conquistato dimostrando la sua capacità 
		di lavorare. La fanciulla che tanto si godeva la vita , la vita ha 
		imparato a guadagnarsela da sola. 
		Accanto a Edoardo il Campione, e poi Mito, Mimì da decenni gestisce il 
		patrimonio di famiglia. Tradotto in italiano significa un piccolo impero 
		di proprietà immobiliari, con tanti inquilini da seguire, un lavoro che 
		«non è più come un tempo, è diventato davvero difficile». Ma molti 
		inquilini sono “ storici” e lei -nella gestione dei rapporti umani, la 
		cosa che più conta - è maestra.
		
		E poi c’è da seguire la Scuola di Scherma: creata con Edoardo, e da 
		tempo nelle mani esperte di Carola: 400 allievi, venti istruttori, una 
		vera e propria azienda.
		Nel 1979, mutuando un’idea già concretizzatasi in Francia, è a Milano 
		tra i Fondatori dell’Università della Terza Età.
		Negli anni ottanta promuove, con i Lyons, un volume che ancora fa 
		storia: “Milano da salvare“ .
		
		Dieci anni – gli ultimi dieci – trascorsi ad affiancare Edoardo alla 
		presidenza dell’ Associazione Benemeriti di Milano: “Anima“, si dice in 
		questi casi .
		Tante, tante altre cose ancora. Lo spazio per raccontarle è davvero 
		troppo esiguo per una vita così piena di creatività, intelligenza e 
		cultura.
		
		Un anno fa, a Pechino: c’erano le Olimpiadi. Per Edoardo, la 
		diciassettesima volta….nonostante un ictus che l’ aveva colpito mesi 
		prima, fortunatamente superatissimo.
		Ad aprile 2009, la grande Festa per i 90 anni di Edoardo, al “Four 
		Seasons“ di Milano. Abbiamo varcato le porte della leggenda.
		
		Milano. Milano. Milano.
		Annotta.
		Sono le otto di sera, ed è la fine di settembre nella bella terrazza di 
		via Solferino dove la nostra conversazione si è svolta - non senza aver 
		prima ammirato le “ vetrinette “ che nella casa di via Solferino 
		contengono le medaglie, le coppe, e gli infiniti riconoscimenti del 
		Campione . Un santuario.
		
		E adesso che sei da poco rientrata dalle ferie ( nel Monferrato e in 
		barca ) che programmi hai, Mimì? 
		Vorrebbe, mi dice, “tirare un po’ i remi in barca” , ma c’è il lavoro, e 
		la “ sua Milano” alle prese con l’ EXPO del 2015 ( fino a ora un “ 
		pasticcetto”). C’ è ancora tanto da fare.
		E poi? E poi , ancora lavoro!
		Qualche rammarico, qualcosa che avresti voluto fare e non hai fatto 
		nella tua intensissima vita ? Nessuna esitazione nella risposta : «Mi 
		sarebbe piaciuto pilotare un aereo. Avevo anche incominciato la scuola 
		di volo, ma poi….no, il brevetto non l’ ho preso»
		
		Il visetto sorridente ammicca, nel congedarmi: il 1 giugno 2010 è dietro 
		l’ angolo…ci sono da festeggiare le “Nozze di Diamante“ con Edoardo.
		L’ Aprilia e il lunghissimo bocchino mi sembra quasi di vederli. 
		
		