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	Le mie Interviste
           
		
		
		
		
		Intervista a ANNA PASQUALI, 
		Responsabile Property Management, Beni Stabili spa (Pubblicata su FIMAA 
		News, N°27, giugno 2005)
 Obiettivi e responsabilità, 
		con tanta passione.
 
	 D. 
	Dov'è nata e dove vive? R. Nata a Roma, vivo a Roma.
 
 D. Parliamo dei suoi studi..
 R. Laurea in architettura alla "Sapienza", nel 1984. Approfondimenti 
	anche all'estero (New York). Corsi - finanza immobiliare e gestione - presso 
	la SDA Bocconi.
 
 D. Quando è avvenuto il Suo "primo incontro" di lavoro con 
	l'immobiliare? E perchè?
 R. Quando ero in Poste Italiane, una dozzina di anni fa, mi venne 
	affidato il compito di analizzarne le risorse patrimoniali. Con l'arrivo in 
	azienda di Corrado Passera come AD, questo schema, peraltro già in buona 
	misura completato, trovò un'ulteriore concreta accelerazione, anche con 
	l'obiettivo della riduzione dei costi gestionali. Fu, insomma, "formazione 
	sul campo".
 
 D. Avrebbe pensato, allora, che all'immobiliare avrebbe dedicato la 
	Sua esistenza professionale? Com'è successo?
 R. La mia preparazione era tecnica. L'esperienza immobiliare era 
	stata importante. Seguii Passera in Banca Intesa, e mi occupai degli spin 
	off che poi portarono alla creazione di Milano 2003, Joint Venture con Beni 
	Stabili.
 
 D. Che differenza vede tra il mercato dei Suoi inizi, e quello di 
	oggi?
 R. Il metro quadro era oggetto di varie interpretazioni... Oggi i 
	dati e le informazioni sono più disponibili, l'approccio è più trasparente. 
	Questo è certo dovuto anche all'arrivo degli operatori internazionali e 
	all'ingresso, nel real estate, della finanza. Si è realizzata una positiva 
	osmosi di criteri.
 
 D. Mi parli della Società in cui Lei opera. Qual'è il Suo ruolo e 
	quali i suoi compiti?
 R. Beni Stabili è una grande property company, con un portafoglio di 
	2 milioni di metri quadrati e ricavi da locazioni pari a 185 milioni di euro 
	all'anno... Numeri molto importanti. Dall'estate scorsa, sono in Beni 
	Stabili, da gennaio 2005 ricopro il ruolo di responsabile del "Property". Il 
	"Property", sia nella sua anima tecnica che in quella propriamente 
	gestionale, è essenziale. I nostri conduttori sono primari, e il patrimonio 
	deve essere mantenuto in condizioni di efficienza, facendo attenzione ai 
	parametri di costo. Con la costante analisi del portafoglio, dobbiamo dare 
	indicazioni per le decisioni strategiche di movimentazione.
 
 D. Che cosa significa, per Lei, "immobiliare al femminile"?
 R. Consapevolezza della componente "passionale" che le donne 
	possiedono generalmente in modo più evidente anche nel lavoro. Ricerca della 
	condivisione degli obiettivi e creazione del consenso.Tutto ciò da una 
	grossa spinta in termini di successo, permette di "toccare" i risultati. 
	Tutte attitudini tipiche.
 
 D. Che tipo di difficoltà, o di vantaggi, nell'essere "donna 
	nell'immobiliare", ai suoi inizi? E com'è oggi?
 R. Certo, agli inizi, da tecnico qual ero, non è stato semplice. E 
	ancora oggi le posizioni chiave sono occupate prevalentemente dagli uomini. 
	Ma la logica sta cambiando. Forse perchè più nuove alla professione, le 
	donne investono molto su se stesse. Si cerca, poi, la soddisfazione ma anche 
	l'appartenenza alla categoria.
 
 D. Qual è il Suo rapporto con l'universo dell'intermediazione 
	immobiliare?
 R. Positivo. Anche se una buona parte di asset management è svolta 
	"in proprio", abbiamo comunque sempre bisogno di canali, network e 
	interlocutori primari. L'intermediario ha un ruolo importante anche se ad 
	oggi questa figura professionale, così centrale nell’immobiliare, dovrebbe 
	essere meglio regolamentata proprio per il un rapporto fiduciario che si 
	viene ad instaurare con la committenza.
 
 D. A proposito di mercato, come intravede il futuro?
 R. C'è nel sistema Paese molta ricchezza immobiliare di fonte 
	pubblica che si deteriora e si degrada perchè poco o nulla si fa per 
	valorizzarla. E' necessaria una sempre maggior attenzione all'accelerazione 
	delle vicende urbanistiche. Altrimenti il rischio è notevole.
 
 D. Cosa farebbe, per l'immobiliare, se avesse la "bacchetta magica"?
 R. Cercherei di accentuare il significato della trasparenza come 
	valore culturale. E cercherei di implementare, nell'immobiliare, il concetto 
	di "industria".
 
 D. Qual è il Suo "francobollo", cioè la "cosa più bella" che ha 
	fatto?
 R. Ho avuto molte soddisfazioni, sia alle Poste che in Banca Intesa. 
	Mi piace ciò che sto facendo oggi, in un'azienda dove si lavora bene e con 
	responsabilità, dove si decide rapidamente e rapidamente si fa.
 
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