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	Le mie Interviste
           
	
	IIntervista con Stefano Biaggi, 
	consulente di investimenti all'estero15 luglio 2008
 
 "Dalla Svizzera a Berlino"
 
 
  Nato 
	a Mendrisio, in Svizzera, economista, Stefano Biaggi (st.biaggi@bluewin.ch) 
	si è laureato all’Università di Friburgo (CH) nel 1990. E’ stato Direttore 
	finanziario di un’azienda di 450 dipendenti e Associate Director di una 
	grande banca svizzera nel team "special clients", che gestisce i patrimoni 
	dei clienti più importanti per lo più italiani. Dal 2003 è asset manager 
	autorizzato e siede nel CdA di alcune società d’investimento come il CPI - 
	Crédit Privé de Placement et d'Intermédiation SA di Lugano (Amministratore 
	Delegato è Francesco Marotta), che segue importanti transazioni finanziarie 
	e immobiliari con gruppi internazionali, società holding che detengono vaste 
	proprietà in Ucraina e nei Paesi Baltici, e altre società di gestione 
	patrimoniale. 
 Gli assets immobiliari sono per Biaggi un’importante componente di 
	diversificazione e di consolidamento del patrimonio. Per gli investitori 
	privati predilige gli immobili a reddito a rischio contenuto, con rese nette 
	dei mezzi propri investiti ottimizzate superiori a quelle dei classici 
	investimenti obbligazionari e discrete aspettative di rivalutazione.
 
 
	
	
	D. Lei è consulente di una società svizzero-tedesca che investe in 
	Germania, e il Suo ruolo è quello di "canalizzare" investimenti immobiliari 
	verso Berlino e nell’ex DDR. Come si presenta, in questo momento, il mercato 
	tedesco?
 R. Il mercato tedesco presenta fondamentali sani, che lasciano 
	sperare in una discreta rivalutazione dei valori, attualmente sottovalutati 
	rispetto agli altri Paesi europei. Superato il rallentamento della corsa 
	imposto dal lungo processo di riunificazione delle due Germanie, l’economia 
	tedesca profondamente rinnovata ha delle buone prospettive di crescita. I 
	tassi di finanziamento sono inferiori di circa 0.5% rispetto all’Italia. 
	L’impatto fiscale complessivo può essere attenuato di molto, cosa che 
	accresce sensibilmente la resa netta dei mezzi propri investiti. Il mercato, 
	insomma, è favorevole. La società svizzero- tedesca attiva a Berlino che 
	rappresento è forte finanziariamente e porta a termine le operazioni 
	rispettando gli impegni pattuiti con gli investitori. La Germania non è 
	Dubai o Shanghai, ma offre parecchi vantaggi a chi investe i propri soldi 
	nei palazzi a reddito.
 
 D.Com'è il vostro approccio, e che tipologia di immobili trattate ?
 
 R. L'approccio è molto lineare e pragmatico. Essendo orientati al 
	rendimento sui canoni incassati, non abbiamo in portafoglio immobili di 
	particolare pregio architettonico o storico. Il nostro focus sono gli 
	immobili residenziali a reddito a Berlino e nell’ex DDR, che danno delle 
	rese interessanti e pochi "mal di pancia".
 
 D. Qual' è il target ?
 
 R. Il nostro target sono gli investitori privati (meno gli 
	istituzionali) che desiderano acquistare immobili a reddito, tra due e otto 
	milioni di euro, investendo circa a il 20% - 30% di mezzi propri per 
	oggetto.
 
 D. Che dimensione ha il portafoglio della società?
 
 R. Lo stock disponibile è di circa 110 mila metri quadrati (23 
	immobili a Berlino, 14 a Lipsia, ecc.) di proprietà, pronti per essere 
	risanati. Il valore è di circa 100 milioni di euro. Lo Staff a Berlino è di 
	80 collaboratori.
 
 D. Come agite ?
 
 R. Curiamo le varie tappe dell’operazione. Acquistiamo gli edifici da 
	risanare con soldi nostri, li offriamo al cliente, li risaniamo con in parte 
	soldi del cliente e della banca, li lochiamo e il prezzo di vendita viene 
	calcolato in funzione del tasso di rendimento pattuito applicato sui canoni 
	incassati. Talvolta riqualifichiamo il bene con capitali interamente nostri 
	senza attendere la vendita agli investitori. Il passaggio di proprietà è 
	garantito dal notaio : può avvenire subito, a metà dei lavori di risanamento 
	o a lavori ultimati. Offriamo soluzioni personalizzate concepite assieme 
	all’investitore riguardanti sia il tipo di immobile che il suo risanamento. 
	Il rischio imprenditoriale di un eventuale sfitto al momento della consegna 
	dello stabile è a carico nostro.
 
 D. La prossima " operazione " ?
 
 R. L’operazione più importante (che si discosta dalla forchetta 
	standard sopracitata) che stiamo lanciando è nelle vicinanze di un' area 
	centrale di Berlino. La superficie del fondo è di circa 15 mila meri 
	quadrati, su cui svilupperemo - con un' operazione di riqualificazione, e in 
	parte di nuova edificazione - una superficie utile complessiva di circa 30 
	mila metri quadrati , prevalentemente residenziale. I lavori (Il Comune ha 
	già concesso la "Baubewilligung", cioè il permesso di costruzione) 
	partiranno a ottobre 2008. Questo progetto, a differenza di altri 
	maggiormente orientati sui canoni incassati, valorizza un edificio di 
	standing medio-superiore in un’ottima location, con una resa complessiva 
	lorda attorno al 6% , contro il 7% - 8% di altre zone di Berlino. Il prezzo 
	è di circa tre mila euro al metro quadrato (contro i 1.000 – 1.400 euro 
	generalmente richiesti in altri quartieri) ma con una prospettiva immediata 
	di capital gain , considerati i prezzi in ascesa nell’area. Per contenere il 
	taglio del singolo investimento, il complesso residenziale è frazionato in 
	più parti, tutte comunque cielo-terra.
 
 D. Lei ha anche esperienza in altri Paesi, ad esempio Kiev. Come si 
	presenta , a Suo giudizio, il mercato in Ucraina?
 
 R. Negli ultimi anni si è costruito molto e le quotazioni sono salite 
	parecchio. Le prospettive di crescita a lungo termine permangono favorevoli. 
	Nel breve termine si manifestano ciclicamente delle crisi acute. Per operare 
	con successo il partner locale riveste particolare importanza.
 
 A Kiev le operazioni più profittevoli sono appannaggio di potenti 
	imprenditori locali. Gli utili maggiori provengono dalla costruzione di 
	immensi palazzi e dalla vendita degli appartamenti alla popolazione locale. 
	Gli immobili commerciali (uffici classe A, hotels …), che hanno di margini 
	di profitto inferiori, interessano meno agli operatori locali e possono 
	essere realizzati anche da operatori stranieri.
 
 D. Lei ha anche esperienza delle "Baltiche" ...
 
 R. Sì, in particolare a Riga, in Lettonia . Al pari degli altri Paesi 
	dell’Est, gli esiti possono essere molto diversi rispetto a quelli previsti 
	(enormi ritardi nel rilascio dei permessi di costruzione, situazioni 
	concorrenziali con operatori locali, intralci di varia natura …). 
	Attualmente le banche hanno ristretto drasticamente la concessione dei mutui 
	per cui il mercato sta attraversando una battuta d’arresto con parecchi 
	sviluppi immobiliari completamente bloccati in attesa di una schiarita e una 
	forte correzione dei valori nelle location non centrali. Chi investe in quei 
	Paesi deve avere una maggiore tolleranza del rischio e degli imprevisti. La 
	maggior parte degli investitori cerca tuttavia " certezze" e rendimenti 
	prevedibili.
 
 
 D. Meglio la "boring Germany", allora ?
 
 R. Sì decisamente. La Germania è un Paese stabile, libero e aperto 
	che non ha queste barriere d’entrata. In Germania l’operatore straniero può 
	muoversi autonomamente in qualunque settore, dal residenziale al 
	commerciale. L’investitore che predilige gli immobili con una congrua resa 
	da locazione abbinata a delle aspettative realistiche di capital gain a 
	medio termine può trovare dei buoni oggetti senza troppe incognite.Tuttavia, 
	come dappertutto, occorre selezionare gli immobili con cura avvalendosi per 
	esempio di un partner che abbia un’esperienza consolidata come la nostra.
 
 
 D. E l'Italia ?
 
 R. Rispetto all’Italia, Berlino e l’ex DDR hanno prezzi al metro 
	quadrato più bassi e rendimenti superiori. Pure il prelievo fiscale meglio 
	comprimibile conduce a una resa netta dei mezzi propri investiti doppia a 
	parità di tipologia di immobili e di rischio.
 
 Per i propri investimenti immobiliari consiglio di guardare anche fuori dai 
	confini nazionali e raccomando la Germania soprattutto se si fa shopping 
	all’estero per la prima volta.
 
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