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	Le mie Interviste
           
	
	 
  Managing Director di Vivaldi Real Estate, New York. 
	Laureato in ingegneria all' 
	Università degli Studi di Roma, un MBA alla Columbia University di New York, 
	Guido Pompilj ha percorso tutta la carriera nel real estate. Tra le varie 
	esperienze , ha operato nella Corporate Real Estate Division di Citibank ed 
	è stato Direttore degli investimenti presso CB Richard Ellis a Milano. 
	Vivaldi Real Estate, da lui fondata , ha trattato nel 2006 vendite per 205 
	milioni di dollari. Spicca , tra i deal siglati con l' assistenza della 
	Società, la vendita all' italiana Bi&Di ( di Paolo Dini e Davide Bizzi) di 
	un importante appezzamento di terreno con i relativi diritti di costruzione 
	a Manhattan, che diventerà una torre da 57 piani e oltre 50 mila metri 
	quadrati di superfici a uso misto, a poca distanza dall' Empire State 
	Building. Pompilj ha anche assistito l' italiana Sorgente SGR negli 
	investimenti effettuati a News York.
 
 D. Guido, tu vivi e lavori a New York da tempo. Molti in Italia pensano 
	che l'immobiliare USA sia una "grande bolla" sul punto di scoppiare.
 
 R. Probabilmente se si guardano gli aggregati e' cosi', ma se invece 
	si guarda a Manhttan, il mercato piu' importante per investitori Italiani, e 
	per gli stranieri in genere, la storia e' un'altra.
 
 D. Potrsti essere più preciso ?
 
 R. I dati aggregati di vendita di soli Condomini per il 2006 
	consistono in 7,630 appartamenti venduti, + 11,2 % sul 2005 .Il prezzo 
	mediano delle vendite di appartamenti (la meta' delle quali sono avvenute a 
	prezzi superiori al prezzo mediano e la meta' a prezzi inferiori) del quarto 
	trimestre 2006 e' stato di 760 mila dollari, + 9% rispetto allo stesso 
	periodo del 2005.
 
 D. E i prezzi ?
 
 R. Il prezzo mediano dei Condomini ( gli unici appartamenti di 
	interesse per gli investitori) e' stato di 950 mila dollari , + 6% rispetto 
	allo stesso periodo del 2005 . E' importante sapere, inoltre, che il 56% 
	delle vendite delle residenze condominiali riguarda stabili nuovi . Il 
	prezzo medio di vendita di un appartamento a Manhattan nel primo trimestre 
	2007 e' stato di circa 1070 dollari al piede quadrato (Euro 8.480/mq), 
	riportando una crescita del 7,2% rispetto ai $ 998/ piede quadrato del primo 
	trimestre 2006 . Elemento particolarmente interessante è il clima di maggior 
	fiducia del mercato : che ha prodotto un incremento impressionante (+40%) 
	nel numero delle vendite del gennaio 2007 rispetto a quelle del gennaio 
	2006. Il trend e’ stato confermato dai dati del primo trimestre appena 
	concluso con una diminuzione del 14,2% del numero di appartamenti sul 
	mercato.L’economia (PIL) di New York e’ cresciuta del 7% nel 2006 con un 
	trend positivo di crescita, aumento dei posti di lavoro e dei salari reali
 
 D. Si potrebbe parlare di stabilità, allora ?
 
 R. Sì, la grande stabilita' del mercato è legata a fattori 
	concomitanti, unici e di grande portata. Manhattan e' un prodotto di lusso 
	di esportazione, uno dei pochi prodotti che aiutano ad equilibrare un poco 
	la bilancia dei pagamenti USA e segue un andamento totalmente indipendente 
	dal resto del mercato USA; le vendite di blocchi di investimento (non parlo 
	cioe' dei singoli appartamenti) nel 2006 hanno raggiunto i 31 miliardi di 
	dollari (+ 50%) e buona parte dell'investimento e' di provenienza estera.
 
 D. Vogliamo vedere questi " fattori unici"?
 
 R. New York e' una delle metropoli occidentali a piu' alto tasso di 
	crescita demografica. A Manhattan in particolare la 'tensione abitativa' e' 
	sempre molto alta (intorno al 2%) per via dei limiti urbanistici e fisici 
	imposti alle nuove costruzioni. La fame di affitti garantisce una buona 
	tenuta dei valori immobiliari anche in momenti di stress economico. Le 
	previsioni di crescita pubblicate dalla Municipality parlano di una crescita 
	netta di 900 mila residenti nei prossimi 18 anni, pari a 50 mila nuovi 
	abitanti ogni anno. Assumendo - e nella capitale mondiale dei ‘singles’ si 
	tratta di una valutazione molto generosa -un nucleo medio di tre persone, 
	l’esigenza è di almeno 15 mila nuove residenze per ogni anno per i prossimi 
	18 anni. Naturalmente non tutte saranno di proprieta' del singolo, in quanto 
	e' diffusa la costruzione di interi palazzi destinati alla locazione da 
	parte dei Fondi immobiliari ( REITs ) e altri investitori.
 
 D. Tu hai accennato talvolta anche al fenomeno degli " empty 
	nesters", cioè coloro che dopo aver cresciuto i figli hanno quindi 
	necessita’ di spazi piu’ limitati..
 
 R. Sì, è un fenomeno tipico di Manhattan, che si aggiunge al discorso 
	demografico che investe tutta l’area urbana di New York . Gli "empty 
	nesters", della generzione dei baby boomers, sono coloro che dai suburbs 
	ambiscono a tornare alla Grande Mela dove non devono guidare, hanno accesso 
	a cultura, spettacoli, occasioni di socializzazione per il tempo libero, e 
	anche ottimi servizi sanitari per la quarta eta’.
 
 D. Manhattan è un mercato " calmierato" ?
 
 R. C'è un dato che parla per tutti : oltre il 75% del mercato 
	residenziale e' precluso all'investimento speculativo. Si tratta delle 
	cooperative che permettono solo l'uso personale del bene di fatto 
	calmierando il mercato, che "gira" a valori sostanzialmente inferiori a 
	quello di Londra. E' molto importante notare che nel mercato residenziale di 
	Manhattan la grande maggioranza del prodotto residenziale (oltre il 75%) e' 
	composto da cooperative.
 
 D. Questo dipende certo dal tessuto economico della citta' .
 
 R. Dopo l' " 11 settembre " l' economia e' divenuta sempre piu' 
	indipendente dall'industria finanziaria. Oggi a New York l'80% dell'economia 
	(dei salari) deriva da altri settori: sanita', media, moda, ricerca, 
	turismo, politica (ONU), industria cinematografica e terziario avanzato 
	(studi legali, pubblicita', spettacolo etc.). Questo nuovo profilo della 
	citta' garantisce una vitalita' unica in tutto il continente americano del 
	quale (e non solo) Manhattan rimane il centro incontrastato.
 
 D. Che tipo di investitori compra a Manhattan?
 
 R. Manhattan attira un pubblico di investitori razionali e 
	particolarmente liquidi . Oltre un quinto di tutte le transazioni avviene 
	senza finanziamento , la maggioranza dei finanziamenti non supera l'80%, ed 
	e' spesso a tasso fisso . La crisi dei "subprime" non interessa la "Grande 
	Mela ", al contrario favorirà i prezzi a Manhattan eliminando per un certo 
	tempo lo spettro di tassi di interesse piu' elevati. Diminuendo il valore 
	del dollaro, renderà ancora piu' desiderabile il prodotto Manhattan agli 
	occhi degli investitori stranieri.
 
 D. Manhattan è una città che non dorme mai. Anche questo piace a un 
	certo tipo di grande investitore.
 
 R. Sì, e sono i Fondi Immobiliari , che sempre piu' spesso dirigono i 
	propri investimenti verso le citta' " che non dormono mai", come già diceva 
	una celebre canzone ( News York, New York). Forse sulla ripresa eccezionale 
	degli investimenti istituzionali ha influito anche la contemporanea chiusura 
	del mercato cinese agli investitori esteri ( la nuova legislazione è del 
	luglio 2006), che ha contribuito a concentrare su altri mercati -tra i quali 
	in particolare Manhattan- una grande liquidita’ dei mercati" . E' recente la 
	notizia che due grandi real estate player americani, Harry Macklowe e 
	Tishman Speyer Group hanno investito oltre 12 milardi di dollari in uffici e 
	residenze a Manhattan. Il rendimento locativo di questi investimenti e’ 
	inferiore rendimento dei "Treasury Bills". E' quindi ovvio che si sta 
	puntando sulla rivalutazione dei beni acquistati a prezzi correnti. E sempre 
	Tshman, insieme a Lehman, ha inghiottito a fine maggio (per oltre 22 
	miliardi di dollari ) il Trust Archstone -Smith, proprietario di 86 mila 
	unità immobiliari in USA. Buona parte sono a New York.
 
 D. Manhattan risente della globalizzazione ?
 
 R. Il massiccio sviluppo immobiliare dei Paesi emergenti, in 
	particolare la Cina, comporta una notevole crescita della domanda di materie 
	prime con conseguente aumento dei costi di costruzione , mentre in questo 
	periodo e’ ancora possibile comprare in centro a Manhattan addirittura a 
	prezzi inferiori al costo di ricostruzione, perche’ il mercato non ha ancora 
	riconosciuto appieno il fenomeno. dell’inflazione dei costi di costruzione. 
	Esiste infatti un sensibile gap tra i prezzi di vendita delle nuove 
	costruzioni e quello dei palazzi meno recenti. L "smart money" immobiliare 
	compra ora, prima delle correzioni di mercato che porteranno i prezzi di 
	Manhattan ai livelli di Londra.
 
 D. Ecco, la Cina. Che ne pensi ?
 
 R. Proprio in Cina ho recentemente deciso di aprire una sede . Si 
	tratta di una " Full Owned Foreign Entity", e la branch Vivaldi è in 
	funzione dell' incubatore della Camera di Commercio italiana in Cina. Sarà 
	diretta da Davide Cirelli, laureato in economia e commercio all' Università 
	Cattolica, e in possesso di un MBA presso la Tsinghua University, 
	consideratata l' Harvard del Far East".
 
 
 
 
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