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	Le mie Interviste
           
	 La grande popolarità ha abbracciato Caterina Caselli quando la cantante 
	aveva solo 20 anni. Si era nel 1966, e tutta l'Italia cominciò a seguire da 
	vicino gli eventi artistici e personali della ragazza che aveva spopolato a 
	Sanremo. "Nessuno mi può giudicare... nemmeno tuuuuuuu", tuonava con lei il 
	Paese non ancora sconvolto dal sessantotto. Scatenata ma non aggressiva, 
	disinvolta ma non spregiudicata, Caterina Caselli vendette in pochi anni 
	cinque milioni di dischi e girò una raffica di film, di quelli che allora si 
	chiamavano "musicarelli". Conquistò il cuore del pubblico anche con il look 
	("casco d'oro" era alta e ben fatta, e in base a generosi criteri, per dirla 
	con Tomasi di Lampedusa). E fece suo anche il cuore del discografico che 
	l'aveva sotto contratto, Piero Sugar, il figlio del patron della Compagnia 
	generale del disco - Cgd: che sposò a Milano nel 1970. Cerimonia romantica, ressa di fotografi. Il giorno dopo Caterina sorrideva 
	dalle copertine di tutti i rotocalchi, indossando un ampio cappello e uno 
	strepitoso abito di pizzo di Sangallo. Giallo. Fece ancora una volta 
	tendenza. Nei mesi a seguire, furono innumerevoli le spose che per le nozze 
	vollero "un abito giallo, come Caterina Caselli".........
 L'anno dopo, la nascita dell'unico figlio, Filippo, che oggi è a capo della 
	Società. Smessi i panni della cantante, Caterina si dedica per diversi anni 
	solo alla famiglia. Poi, verso la fine degli anni settanta, si inventa un 
	lavoro nuovo, e fonda una sua casa discografica: di ricerca di nuove 
	tendenze musicali. Un periodo intenso, ricco di nuove esperienze e 
	conoscenze, che termina con l'assorbimento della nuova etichetta da parte 
	della Cgd. Infine, quando la famiglia decide di vendere quella società, si 
	mette a fare la discografica in proprio, e scopre e lancia molti artisti che 
	ancora oggi lavorano con lei, tra cui Elisa e Andrea Boccelli.
 Nel 1990 Caterina è ormai una discografica affermata: la frequentazione con 
	l'industria musicale e - ne sono sicura - studi intensi non più solamente di 
	chitarra, percussioni e vocalizzi, l'hanno trasformata in una vera manager. 
	Un lavoro che da allora svolge con passione ed enorme successo: il solo 
	Boccelli ha venduto, nel mondo, oltre 55 milioni di copie.
 
 Eccola qui, Caterina Caselli, e non ha nulla della 
	diva che pure è stata mentre mi accoglie chiedendo ripetutamente scusa del 
	ritardo (nemmeno dieci minuti, ndr). Chiede scusa anche per l'informalità 
	dell'abbigliamento (è appena rientrata "dalla campagna", è così che chiama 
	la la villa di famiglia a Monticello, in Brianza), e non ne ha davvero 
	motivo: pantaloni di lino ecru, maglia scivolata e sportivissime calzature 
	completano con eleganza la leggera abbronzatura del viso che, privo di 
	qualsiasi accenno di trucco, esclude sghignazzando l'intervento del 
	chirurgo. Il casco d'oro è ora una massa di capelli ondulati e ricciolosi: 
	d'accordo, il biondo è un pò corretto, ma è più che logico, e lei appare 
	com'è, una ragazza solare che ieri l'altro ha compiuto sessanta anni.
 La voce, mentre parla, è inconfondibile come quando cantava, bella e sonora, 
	e senza inflessioni dialettali. Il linguaggio è ricco e preciso. Si esprime 
	con cordiale spontaneità, e ispira immediatamente una ammirata simpatia che 
	potrebbe sconfinare nell'amicizia senza nessuna fatica. Mi guida sino al suo 
	ufficio, attraversando la vasta reception dove gli innumerevoli emblemi 
	delle "sue" vendite costituiscono la principale decorazione. Arriva subito, 
	premurosa, l'offerta di un caffè e la proposta di visitare la terrazza da 
	cui, vicinissime, si vedono le guglie del Duomo.
 Siamo in Galleria del Corso, proprio sopra il Cinema Excelsior, e la informo 
	che con un Comunicato Stampa diramato giorni prima, Beni Stabili ha 
	annunciato l'acquisizione del palazzo. Qui siamo in affitto, mi dice, e mi 
	chiede dettagli che non sono in grado di darle, è troppo presto. Beni 
	Stabili, le rispondo comunque, è una property company, ma se c'è un annuncio 
	di valorizzazione.... Tu li conosci? Sì, certo, è una società serissima. Va 
	beh, allora vedremo, per adesso allora non mi preoccupo.
 Le chiedo se segue il mercato immobiliare. Un pò come tutti, risponde, anche 
	se non come priorità, lei fa un altro lavoro. Ma le pare che i prezzi 
	abbiano raggiunto livelli pazzeschi. O no, tu che ne dici?.
 Non è facile, per una spiegazione articolata mi occorrerebbe molto tempo, e 
	vorrei occuparlo facendo invece domande a lei che già si è lanciata a 
	parlare di Milano, dove vive e lavora da quarant'anni, e che vorrebbe più 
	accesa (dopo troppo buio) e più vivace, anche se negli ultimi tempi le pare 
	ci sia molta più "voglia" di vivere di più e meglio la città. Un pò di 
	commenti politici non guastano, le elezioni sono dietro l'angolo. Milano, si 
	accalora, non è solo una città di business, ci sono tante cose belle da 
	apprezzare. L'arte, i monumenti, i palazzi (e quanti giardini abbiamo....) 
	meriterebbero di essere più conosciuti anche all'estero. Speriamo che la 
	prossima Amministrazione dedichi alla "Milano turistica" l'attenzione che si 
	merita e che le è dovuta. E poi, diamine, siamo una capitale non solo della 
	moda ma anche della musica, e la Scala l'abbiamo solo noi...
 Arriva, improvvisa, una telefonata al cellulare. E' concitata e felice 
	mentre ascolta il figlio che la chiama da Los Angeles, al termine di un 
	trionfale concerto di Andrea Boccelli. Scusami sai (la frase è solo 
	labiale), poi di nuovo al figlio: davvero un trionfo? Diciotto-ventimila 
	persone, non smettevano più di applaudire? Chi c'era? Tutti? Tutte le 
	televisioni? Lo vogliono tutti in trasmissione? Che bellezza, come sono 
	contenta (ancora un labiale scusami sai: ma figurati, la diretta con Los 
	Angeles appassiona anche me, vai avanti) .Poi discografico cede il posto 
	alla madre, adesso basta, Filippo, sarai stanco, saluta Andrea e tutti gli 
	altri e vai a riposarti.
 E lui il Presidente della Società, mi spiega, si è laureato in economia 
	all'estero, e conosce alla perfezione tutti i risvolti del business (sfido 
	io, ha succhiato musica già da lattante). Ha tre figli, piccoli ovviamente, 
	e lei ogni tanto fa la nonna. Le piace, ma è piuttosto faticoso. E' più 
	semplice saltare da un aereo all'altro (viaggia molto), il suo lavoro è una 
	vera passione. Ciò che più la soddisfa (al di là dei numeri) è l'aver 
	imposto all'estero - con enorme successo e in un mondo musicalmente 
	globalizzato da tanto tempo - un prodotto discografico "tutto italiano".
 Ecco, siamo nel marketing territoriale, e glielo dico. L'espressione un pò 
	la stupisce, ma subito concorda. Anche la canzone (la lirica, d'accordo, non 
	si può cantare Verdi o Puccini in un'altra lingua) è espressione autentica 
	di un territorio, e lei questo voleva, lanciare nel mondo un modo di cantare 
	tipicamente italiano, capace però di conquistare le platee internazionali. 
	Quante canzoni abbiamo noi, che esaltano la bellezza dell'Italia: anche 
	questo è marketing turistico!
 Torniamo all'immobiliare, com'è la sua casa? Abbastanza grande (sarà "un" 
	250 metri quadrati), nel Quadrilatero, in affitto. E' di proprietà della 
	famiglia, invece, la già citata casa a Monticello, dove si rifugia 
	abbastanza spesso, c'è la terra e a lei, da emiliana, la terra piace.
 La casa ideale, se c'è? La risposta arriva subito, senza particolari 
	riflessioni: è una grande casa nel verde, dove si vive e si può lavorare, un 
	mix di abitazione e studio di registrazione. Il suo mestiere è la musica, ci 
	vuole il silenzio mentre si fa musica. Niente lega le persone più della 
	musica, dico io. L'osservazione è ovviamente e largamente condivisa... 
	pensiamo a come si fa musica, per esempio, in Germania. Ecco, a Berlino 
	magari investirei, mi hanno detto che si compra bene. Conosci qualcuno a 
	Berlino, se mai dovessi decidermi? Sì certo, è un mercato che seguo spesso, 
	e da vicino...
 E tutto, per ora. Ma prima di accompagnarmi all'ascensore, ancora un quesito 
	sul mercato immobiliare. Comprensibile, visto che su corso Vittorio Emanuele 
	affacciano le "Messaggerie Musicali", un entertaiment centre di quattro mila 
	metri quadrati, parte non di poco conto del "piccolo impero" Sugar: la cui 
	storia imprenditoriale è stata riassunta qualche anno fa in un bel volume 
	illustrato ("SUGAR - dal 1932") che Caterina con orgoglio mi mette in mano. 
	E che contiene anche la storia della Caselli, una ragazza nata a Modena e 
	che viveva a Sassuolo, che per cantare aveva abbandonato gli studi 
	tradizionali al termine delle medie inferiori, che ha cantato e continua a 
	far cantare il mondo.
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