| 
	Le mie Interviste
           
	  Presidente di IFMA Italia (capitolo italiano dell'International Facility 
	Management Association ), e WPR Corporate Real Estate Program Manager Italy, 
	Spain & Portugal di Cisco Systems.
 
	Nata a Milano, dove vive, 
	Flaminia Pellgrini - prima di ricoprire l'attuale posizione dirigenziale: è 
	in Cisco Systems dal 1998 - ha in precedenza ha lavorato come Facility 
	Manager della Sun Microsystems e prima ancora come Office Administrator 
	Computer Computervision Italia.
 Fa parte del Consiglio Direttivo di IFMA Italia dal 2002.
 
 
 D.
    Quando è avvenuto il Suo “primo incontro” di lavoro con il Facility 
	Management, e perchè?
 R. E’ successo su richiesta del Country Manager di Sun Microsystems 
	che mi ha offerto un’opportunità in questo settore, che a quel tempo non si 
	chiamava Facility Management. Lui riteneva avessi le capacità organizzative 
	e di gestione necessarie a far bene in questo campo.
 
 D. Lei ha anche al Suo attivo una consistente esperienza associativa: 
	di cosa si è occupata, in particolare, e quali sono le Sue strategie e i 
	suoi programmi, ora che è alla guida di IFMA Italia?
 R. Faccio parte di IFMA Italia dal 1997 e insieme agli altri soci e 
	al team dell’Associazione abbiamo sviluppato il progetto di Benchmarking 
	(arrivato già alla quarta edizione), una delle attività core di IFMA che 
	continueremo a portare avanti negli anni, dal momento che si tratta di un 
	progetto che non solo non invecchia ma che si va anche affermando sempre di 
	più come un’efficace strumento di analisi. Lo scorso anno ho portato avanti 
	il progetto della normativa italiana CEN, in qualità di unico referente 
	italiano del Gruppo di lavoro.
 L’internazionalizzazione è sicuramente un mio obiettivo. Come Associazione 
	siamo presenti in tutto il mondo e rappresentiamo il più importante punto di 
	riferimento per il mercato del Facility Management. Uno degli obiettivi è 
	pertanto quello di mettere maggiormente a frutto questa nostra peculiarità, 
	sviluppando a livello associativo progetti internazionali a partire 
	dall’ambito europeo.
 
 D. Lei è intervenuta recentemente come speaker a una Conferenza 
	organizzata da IFMA a Milano. Il Suo intervento verteva sulle “nuove 
	frontiere” del FM, e sull’evoluzione dei “parametri competitivi del 
	settore”. Può sintetizzarmi qualche contenuto della Sua relazione?
 R. Credo che una delle sfide di questo settore risieda nella capacità 
	e nella volontà di lavorare in trasparenza, vale a dire operare con 
	obiettivi, procedure e costi cristallini e condivisi. Non è facile né per la 
	domanda né per l’offerta strutturarsi per agire in quest’ottica, ma a mio 
	avviso si tratta dell’unica strada percorribile perché il Facility 
	Management occupi finalmente quel ruolo che gli spetta di diritto e che 
	consiste essenzialmente nell’”accompagnare” e accelerare i processi 
	innovativi d’azienda. Non è certo il Facility Management a decidere le 
	strategie in azienda, ma una sua corretta collocazione all’interno della 
	struttura è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi, siano questi 
	di fatturato o di redditività.
 Alla Conferenza ho parlato dello sviluppo della disciplina e del mercato e 
	messo in evidenza le differenze tra le figure legate agli immobili: Asset 
	Manager, Property Manager e Facility Manager, focalizzandomi naturalmente 
	sulle caratteristiche e sulle competenze proprie di quest’ultima figura.
 
 D. Quali gli incroci tra il Property e il Facility Management?
 R. Ce ne sono senz’altro, perchè il Facility Manager è colui che 
	cerca e “scova” edifici funzionali per la propria azienda e il Property 
	Manager la figura che va a caccia di conduttori interessati al proprio 
	portafoglio di immobili.
 Entrambi “curano” l’immobile ma con obiettivi diversi: la funzionalità per 
	il FM e la redditività per il PM.
 
 D. Perchè, nel FM, si può parlare di “innovazione”?
 R. Per due motivi fondamentali: innanzitutto perché il Facility 
	Management “assorbe”e mette in pratica tutte le migliori teorie in termini 
	di organizzazione del lavoro, cost control, efficienza dei processi; in 
	secondo luogo per il fatto che assume un ruolo fondamentale nei processi 
	d’innovazione aziendale.
 
 D. Il Facility Manager, secondo me, sta guadagnando spazi e potere 
	decisionale. E’ d'accordo o sono troppo ottimista?
 R. Senza dubbio questo sta avvenendo anche se ancora abbiamo un po’ 
	di passi da compiere. Se nelle multinazionali, come quella nella quale io 
	lavoro, questo ruolo è ritenuto fondamentale e vi è una stretta 
	collaborazione con i Manager delle diverse funzioni, in molte aziende 
	italiane ancora non si è compresa l’importanza della gestione integrata dei 
	servizi e del poter contare su un’unica figura di riferimento che racchiude 
	obiettivi legati alla qualità dei servizi e alle possibilità di saving.
 
 D. E’ una mia impressione, o nel comparto retail (Centri Commerciali) 
	di FM ve ne è ancora poco? Perché?
 R. E’ vero. Dipende dal grado di sviluppo della disciplina nel nostro 
	Paese. Nel Regno Unito troviamo il FM anche sulle navi da crociera e nei 
	parchi di divertimento. In Italia, come accennavo prima, il ruolo del 
	Facility Manager va assumendo spazi sempre maggiori ma soprattutto in 
	qualità di gestore di immobili strumentali.
 
 D. Come intravede il futuro del mercato dal punto di vista della 
	domanda?
 R. Ritengo che le aziende siano sempre più alla ricerca di fornitori 
	eccellenti in grado di supportarle nella gestione. Sia la domanda che 
	l’offerta devono orientarsi verso la condivisione di obiettivi perché il 
	tradizionale rapporto cliente-fornitore deve essere sostituito dalla vera e 
	propria partnership.
 
 
 
 |