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	Le mie Interviste
           
	
	"Un geometra davvero brillante" Tutti conoscono Enrico Montesano, dalla fine degli anni sessanta 
	protagonista dello spettacolo (teatro, cinema, radio e televisione) e sempre 
	amatissimo dal pubblico.
 
 Ho incontrato il famoso attore durante la mie appena trascorse vacanze, e 
	l'ho coinvolto in una conversazione immobiliare. La sua disponibilità 
	sull'argomento è stata immediata: pochi sanno che Montesano è "anche" 
	geometra, diplomato nel 1964 a Roma, città dove è nato e dove tuttora vive 
	con la famiglia.
 Montesano mi ha raccontato che, da ragazzo, desiderava frequentare il liceo 
	artistico e dedicarsi professionalmente al bello ma dovette "ripiegare" su 
	studi più tecnici. E' diventato poi un attore famoso, ma l'interesse per il 
	bello coniugato alle costruzioni gli è rimasto dentro, insieme alla simpatia 
	per il quartiere della Garbatella, dove abitava un tempo e che ricorda come 
	esempio - per allora - di "buona edilizia": già dotata di servizi tra cui il 
	verde, gli spazi per i bambini, le lavanderie, la scuola, e il mercato 
	coperto.
 
 La partenza dell'intervista - come è logico , dato il mestiere che Montesano 
	fa - è subito racchiusa in una "battuta": «Nel nostro Paese bisognerebbe 
	riportare in vita l'IRI, Istituto per la Ricostruzione Industriale, 
	trasformandolo però in IDI, Istituto per la Demolizione Immobiliare» (ho 
	obiettato che si poterva benissimo lasciare immutato l'acronimo, inteso come 
	Istituto per la Rottamazione Immobiliare, teoria che sta raccogliendo sempre 
	più numerosi sostenitori e simpatizzanti). «Un esempio di brutture 
	esistenti? Il "serpentone" di almeno 12 chilometri che deturpa il litorale 
	laziale, e che ha distrutto la costa meravigliosa da Torvajanica a 
	Fiumicino». Chapeau, invece, agli architetti del ventennio: di cose egrege 
	ne hanno fatte parecchie, sostiene Montesano, consapevole che la loro 
	visione sta ritornando in auge non solo nelle esposizioni di architettura, e 
	che anche molti non addetti ai lavori stanno stanno scoprendo, in quella 
	visione, nuove e positive valenze .
 «Sono per una "buona" architettura, sia sotto il profilo estetico che 
	ecologico» continua Montesano «fatta di materiali e di fonti energetiche 
	naturali: per la bioarchitettura, cioè. In questa ottica ho ristrutturato la 
	mia casa di campagna, sita in una località della "bassa Sabina". E' un 
	casolare che ho acquistato negli anni settanta e che ho ristrutturato con 
	passione», e dove l'indimenticabile protagonista di "Rugantino" e di tanti 
	altri spettacoli di successo ha abbinato il rosso dei mattoni al grigio del 
	peperino (pietra vulcanica formata di lava, cenere e lapilli, di colore 
	grigio scuro con miche nere come granelli di pepe, ndr).
 Dopo anni di "borghesia rurale", però, ora Montesano questa casa amatissima 
	(dove ha costruito anche la piscina e il frutteto) si trova a volerla 
	vendere. Non per il poco tempo cha ha da trascorrervi, quanto perchè sua 
	moglie non vi può proprio abitare, soffrendo di una grave allergia alle 
	piante e al verde («sta veramente bene solo nel deserto», scherza l'attore, 
	che si sta guardando attorno sul mercato («l'acquirente, però, questa casa 
	deve trattarla bene»). Si interromperà così, con una separazione 
	consensuale, un lungo "rapporto immobiliare di tipo monogamico" («è la mia 
	unica proprietà. A Roma - una città sempre più invivibile - sono in 
	affitto») sospira Montesano. Che però torna subito all'ironia scherzosa che 
	gli appartiene sul palcoscenico, per sostenere che «la proprietà immobiliare 
	più bella è sempre quella degli altri... come per le barche».
 Mi regala anche, in conclusione, una battuta sulle cartolarizzazioni («che 
	brutta parola, mi fa venire in mente "pennini&c"») e la finanza («troppo 
	esposta a venti e correnti»). Poi si gira ad ammirare il profilo 
	incomparabile della costa che ci ospita: «Ma le pare possibile che quella 
	brutta costruzione la dovevano fare proprio in cima a quella bellissima 
	collina?...»
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