Le mie Interviste
Nato a Milano, Pietro Malaspina vive a Milano da sempre, e «da 59 anni allo
stesso indirizzo». Sposato, ha una figlia di 16 anni. Ha compiuto gli studi
superiori a Milano (liceo Scientifico), ha trascorso un anno negli USA con
una Borsa di Studio nel '56-'57; ha studiato poi Scienze Politiche in
Cattolica.
A parte una breve (due anni) ma «indimenticabile» prima esperienza di lavoro
nel settore discografico, ha avuto per qualche anno una sua attività di
commercio internazionale, poi nel settore finanziario, allora agli albori
dei Fondi comuni di investimento. Nel 1970 è entrato in Standa come
dirigente responsabile delle licenze commerciali. Da lì allo sviluppo
immobiliare è stato un percorso naturale : da Standa è passato alla
controllante (allora) Montedison, poi in Gruppo Coin, in Rinascente e in GS,
con responsabilità crescenti, ma sempre nel "retail real estate development".
Alla fine del 2000 ha lasciato GS, già Carrefour, per accettare la proposta
di Alvaro Portela, Presidente di Sonae Sierra, di sviluppare l’attività del
Gruppo nel mercato italiano.
Ha la montagna, come passione, sempre: sci d’inverno, alpinismo d’estate
(«per quello che ancora riesce a fare!»). Altre grandi passioni sono la
fotografia, la lettura e la musica.
D. Sei nel settore molto, molto noto. E notissimo anche in Italia è
il Gruppo Sonae Sierra. Ma mi vuoi dare una Tua personale breve descrizione
dell' attività della Società?
R. Sonae Sierra opera esclusivamente nel settore dei Centri
Commerciali, ma lo fa a 360°. La Società analizza le opportunità offerte dal
mercato, sviluppa i progetti, ne segue la realizzazione e ne cura
direttamente la gestione dopo l’apertura. La proprietà viene mantenuta a
lungo termine, attraverso il "Sierra Fund", un Fondo Immobiliare europeo che
controlliamo al 50,1%. Attualmente Sonae Sierra possiede 27 Centri
Commerciali attivi in Europa (Portogallo Spagna e Grecia) e 7 in Brasile e
ne ha 14 a diversi stadi di sviluppo, in Portogallo, Spagna, Germania,
Italia e Grecia.
D. Quali le differenze tra le modalità e l'approccio della Società e
il "modello" italiano, se ve ne sono . E se c'è un modello italiano...
R. Sonae Sierra è uno specialista assoluto, un valore aggiunto
importante in un settore molto sofisticato, come quello dei Centri
Commerciali di ultima generazione. L’approccio è di assoluta semplicità:
operiamo dove ci è possibile realizzare centri commerciali che siano
perfettamente aderenti alle richieste del mercato come offerta e che siano
un punto di riferimento per la qualità progettuale e per la qualità
dell’ambiente offerto ai frequentatori e agli operatori. Quindi non esiste
un "modello Sierra" come non dovrebbe esistere un "modello italiano". Ogni
mercato ed ogni contesto territoriale è diverso ed un centro deve riflettere
il mercato ed inserirsi armonicamente nel contesto. Purtroppo il modello
italiano è spesso un alibi per giustificare semplificazioni e ripetizioni
che rendono a volte più facile realizzare un progetto, ma spesso si
traducono in minore qualità formale e minore efficacia commerciale.
D. Qual' è in particolare il "valore aggiunto" che date all'
azionista?
R. La sicurezza di sviluppare un portfolio di proprietà il cui valore
cresce nel tempo, anche grazie alla nostra gestione diretta, che si basa
sugli stessi criteri di specializzazione e di qualità.
D. Mi puoi dare qualche numero , tra quelli bellissimi che avete
emesso recentemente?
R. Riporto i dati della semestrale 2005: NAV per share euro 35,28 ( +
8%), EBITDA 56, 66 milioni di euro ( +22.6 %), fixed assets valued 3,646
milioni di euro ( + 9%), gearing 34.4 % , owner o co-owner di Leisure and
Shopping Centres in operation, con circa 410 milioni di visitatori all'
anno, manager di 6.493 contratti con tenants, che rappresentano una GLA -
gross lettable area - di oltre 1.4 milioni di metri quadrati.
D. E in Italia?
R. In Italia gli investimenti complessivi per i progetti in corso di
sviluppo e per i due Centri acquistati in Giugno nel Veneto ("Valecenter" a
Venezia-Marcon e "Airone"a Monselice-Padova) ammontano ad oltre 500 milioni
di euro (al netto delle quote dei joint-venture partners). Siamo attivi in
Italia anche nel settore della gestione di Centri Commerciali e di Centri
Leisure per conto terzi; in questa veste gestiamo i due Centri Leisure
"Bicocca Village" a Milano e "45° Nord" a Moncalieri, di proprietà del Fondo
Olinda di Pirelli Real Estate, e il Centro Commerciale "Oriocenter" ad Orio
al Serio, di proprietà di CGI, quest’ultimo tramite una Società di gestione
dedicata, partecipata a maggioranza da noi ed Espansione Commerciale ed in
minoranza dal Gruppo Percassi.
D. Che ipotesi, se puoi farne, per i numeri a fine anno, per
l'Italia?
R. Stiamo lavorando su un paio di progetti e penso che per fine anno
l’impegno complessivo potrebbe salire ad oltre 600 milioni di euro.
D. Quali sono le principali operazioni concluse e promosse
recentemente, all' estero e da noi?
R. In Italia, oltre al Centro "Freccia Rossa" in costruzione a
Brescia (che sarà il primo vero Centro Commerciale e leisure urbano in
Italia), stiamo sviluppando un progetto a Biella per un Centro in cui noi
saremo proprietari della Galleria Commerciale e Coop dell’ipermercato, ed un
progetto a La Spezia, anche in questo caso con la proprietà dell’ipermercato
assegnata a Coop. Abbiamo anche uno splendido progetto in corso di
valutazione a livello di Conferenza di Servizi per quello che sarebbe il
primo Centro Commerciale regionale italiano, a Caselle Torinese, in
adiacenza dell’Aeroporto. Infine abbiamo acquistato, tramite il Fondo ierra
(che controlliamo al 50,1%) due Centri Commerciali esistenti, "Valecenter" a
Marcon- Venezia e "Airone", a Monselice- Padova. Per "Valecenter" abbiamo in
programma una radicale ristrutturazione ed un rilancio complessivo, per fare
di questo centro il punto di riferimento per l’area metropolitana
Venezia-Treviso.
All’estero Sonae Sierra è sempre molto attiva nel suo "home market" in
Portogallo e in Spagna, dove abbiamo recentemente acquistato la proprietà
completa di quattro Centri Commerciali, rilevando la quota del nostro
partner nello sviluppo di questi Centri, il Gruppo Eroski; con questi
acquisti siamo a quota 11 Centri Commerciali di proprietà in Spagna. In
Grecia apriremo in Ottobre il nostro primo Centro, il "Mediterranean Cosmos"
a Tessalonica. In Germania sono in fase iniziale di realizzazione il "Centro
Alexa", a Berlino, nella "mitica" Alexanderplatz ed il Centro "3DO" a
Dortmund, una complessa operazione che prevede la costruzione della nuova
stazione ferroviaria completamente integrata con il Centro Commerciale. In
Brasile, dove abbiamo aperto nel 2004 il "Parque Dom Pedro", il più grande
Centro del Sud America, proseguiremo nello sviluppo, entro limiti
prudenziali.
D. Parecchio, direi. C' è ancora qualcosa cui state guardando in
Italia, in particolare?
R. Molte cose interessanti, sia nel Nord che al Centro e al Sud, ma
non c’è nulla di così concreto da poterne parlare ora. Come ho detto, non
abbiamo un "modello", quindi valutiamo attentamente tutte le opportunità,
anche se siamo estremamente selettivi.
D. Bene, auguri! I vostri Partner, ora.
R. AIG Global Investments e Coimpredil nella realizzazione del Centro
Commerciale e leisure "Freccia Rossa " a Brescia. ING Real Estate
Development per il Centro Commerciale di La Spezia- NovaCoop nello sviluppo
congiunto del progetto del Centro Commerciale di Biella.
D. E adesso torniamo a parlare di Fondi immobiliari....
R. Sonae Sierra ha costituito un proprio Fondo Immobiliare europeo,
il "Fondo Sierra", che controlla al 50,1%, mentre cinque investitori
istituzionali (ABP / Teachers’ / Ecureuil Vie / CDC - Caisse des Dèpots et
Consignations / BNP Assurances) possiedono le quote residue. Sei mesi dopo
l’apertura di un nuovo Centro, la proprietà viene ceduta da Sonae Sierra al
Fondo, mantenendone la gestione. Crediamo che i Fondi Immobiliari siano uno
strumento ideale, sia per favorire la partecipazione diffusa ad operazioni
di investimento in un settore complesso come quello dei Centri Commerciali ,
che per dare maggiore trasparenza e dinamicità al mercato secondario.
D. Che previsioni fai sull' andamento a medio per l'Italia?
R. Non sono in grado di fare previsioni "macro". Parlando dl nostro
specifico settore devo rilevare che c’è una domanda fortissima per nuovi
prodotti di alta qualità, sia da parte degli investitori che da parte degli
utilizzatori e per utilizzatori intendo sia gli operatori che i clienti. Ci
sono quindi le condizioni per una crescita sostenuta ancora per molti anni.
Purtroppo la normativa italiana sul commercio non distingue tra i diversi
"format" e tratta il Centro Commerciale come un unico grande esercizio senza
considerarne la specificità e le caratteristiche particolari che ne fanno
uno strumento ideale di integrazione sinergica tra grande e piccola
distribuzione, commercio e leisure, funzioni private e funzioni pubbliche. A
livello regionale, oltre alla frammentazione normativa tra le diverse
Regioni, è in atto una forma di "demonizzazione" preconcetta di tutto ciò
che è "grande", con l’introduzione di blocchi, moratorie, prescrizioni
restrittive che rischiano di creare gravi distorsioni sul mercato e rendite
di posizione a favore dell’esistente, indipendentemente dalla qualità del
prodotto e dalle capacità imprenditoriali. Credo sia necessaria un crescita
culturale importante, a livello degli enti pubblici, per una maggiore
comprensione del settore, ma questi sono purtroppo sempre processi lunghi.
D. Sei molto coinvolto a livello anche associativo, con il Consiglio
Nazionale dei Centri Commerciali. Che prospettive , da questo angolo
visuale, per l' evoluzione in senso anche normativo?
R. Il CNCC, in cui sono attivo praticamente dalla fondazione, sta
facendo un ottimo lavoro, proprio per favorire quella crescita culturale di
cui parlavo prima. Deve solo continuare così ed aumentare la sua base
associativa, per avere una "voce" più forte. In Italia non abbiamo ancora
capito che le associazioni non sono solo quelle di categoria che svolgono la
propria attività sostenendo i legittimi interessi di uno specifico comparto
professionale o imprenditoriale, ma anche quelle "trasversali" come il CNCC
che dovrebbero essere sostenute con l’adesione da parte di tutti gli
operatori a diverso titolo coinvolti in quella che noi definiamo
"l’industria dei Centri Commerciali": sviluppatori, gestori, grandi e
piccoli operatori commerciali e leisure, ma anche progettisti, costruttori,
ricercatori di mercato, investitori, e istituti di credito.
D. Che previsioni fai sull'andamento a medio del retail in Europa?
R. Il retail non è un settore indipendente dell’economia europea.
Quindi è il quadro macroeconomico a determinarne in buona misura
l’andamento, con le evidenti differenze tra singoli Paesi e tra singole zone
di mercato all’interno di questi. Quello che lo rende più reattivo, nel bene
e nel male, all’andamento del quadro complessivo è l’amplificazione dei
fenomeni dovuti al "common feeling" dei consumatori: la loro personale
valutazione della propria capacità di spesa e la loro adesione emotiva ad un
modello di consumo piuttosto che ad un altro ha sul retail effetti assai più
immediati e incisivi che sull’industria. A medio termine una ripresa
generalizzata sembra comunque possibile.
D. Che prospettive, invece , per il segmento relativamente recente
dei "retail park" in Italia?
R. Come sai, Sonae Sierra ed il Fondo Sierra non operano per ora in
questo settore se non nel proprio "home market". Non è detto che questa
decisione non possa essere modificata e potremmo valutare ipotesi di
sviluppo, se non di investimento a lungo periodo, comportandoci quindi come
puri sviluppatori e non anche come investitori. Il settore è sicuramente in
forte crescita in Italia ed ha una sua precisa collocazione con ampi spazi
di mercato ancora scoperti, ma c’è da chiedersi quante operazioni di
sviluppo adottino questo "format" per semplificare le procedure burocratiche
per l’ottenimento delle autorizzazioni. In altri termini, a volte sarebbe
più logico sviluppare un Centro Commerciale, ma si sviluppa un retail park
perchè è più facile. E’ una di quelle distorsioni indotte dalla normativa di
settore di cu parlavo prima.
D. Shopping Centres e Entertaiment : ci sono ancora spazi?
R. Certamente sì. Siamo ancora largamente carenti come dotazione di
Centri Commerciali (veri, non aggregazioni di cinque o sei esercizi intorno
ad un supermercato), particolarmente nelle città di medie dimensioni ed
anche nelle aree metropolitane, soprattutto nel Centro-Sud. E’ sempre a
logica di dare risposte, qualitative e non solo quantitative, ad una domanda
che è con tutta evidenza ancora molto forte.
D. "Aperture" in vista in altri Paesi d' Europa? Ci sono mercati "
emergenti " che state guardando?
R. Per ora i nostri mercati di riferimento sono Portogallo, Spagna,
Germania, Italia e Grecia (e Brasile, con la necessaria cautela). Anche su
questo è in corso una riflessione, attenta ma non prioritaria.
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